L'ultima frontiera del benessere? Il "bagno di foresta"
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L'ultima frontiera del benessere? Il "bagno di foresta"

Se vuoi dare alle tue vacanze un tocco antiage, l’ideale è immergerti in un bosco di querce o di faggi e respirare a pieni polmoni: come funziona il forest bathing

Un albero è davvero una sorgente di vita: ci regala ossigeno, e una miniera di sostanze che favoriscono il nostro benessere. Lo sanno bene i giapponesi, che hanno inventato il shinrin-yoku, letteralmente 'bagno di foresta', ripreso dagli americani che l’hanno ribattezzato forest bathing. In Giappone molti studi hanno confermato l’azione ringiovanente, antistress e rigenerante del camminare in una foresta. "Si è visto che se viene paragonato ad altre attività rilassanti, ma svolte in un’area urbana, il shinrin-yoku è più ef­ficace" spiega Marco Nieri, architetto e autore insieme a Marco Mencagli del libro La terapia segreta degli alberi (Sperling & Kupfer) nonché ideatore di diversi percorsi di forest bathing in Italia.

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Forest bathing: come agisce sul cervello

La passeggiata nel bosco agisce sul sistema nervoso migliorando l’attenzione e attenuando gli stimoli che viaggiano sull’asse amigdala-ipotalamo-ipo­fisi-surrene. Questa attività comunica al cervello un messaggio favorevole dall’ambiente, che produce come risposta un maggior benessere psico­-fisico. Ma il tuffo nei boschi fa di più: secondo Qing Li, immunologo giapponese, stare tra gli alberi ringiovanisce il cuore e stimola la produzione di sostanze anticancro. Lo scienziato ha inoltre dimostrato l’azione positiva sul sistema immunitario dei monoterpeni, sostanze provenienti dalle piante e "respirate" durante una passeggiata tra gli alberi.

Rinforza il sistema immunitario

In una ricerca relativa alle proprietà immunostimolanti del bagno di foresta sono stati considerati due gruppi: il primo ha passeggiato nel bosco per due ore una prima volta e per quattro ore il giorno successivo, percorrendo almeno 2,5 km ogni volta. L’altro è stato impegnato in giri artistico-culturali in città. I risultati delle analisi hanno evidenziato, nel gruppo immerso nei boschi, un aumento di oltre il 40% del numero e dell’attività dei linfociti NK, con un incremento delle proteine anticancro nei linfociti stessi. Inoltre, i livelli di adrenalina e noradrenalina nelle urine risultavano diminuiti già dopo il primo giorno. Nel gruppo impegnato nella visita turistica invece non sono state rilevate variazioni dei linfociti, né degli ormoni dello stress. Anche a distanza di sette giorni dalla gita nella foresta, l’attività e il numero dei linfociti NK si mantenevano alti e solo dopo trenta giorni le analisi del sangue indicavano una lieve flessione nei valori, dimostrando che i bene­fici di una passeggiata tra gli alberi sono duraturi. Gli effetti delle passeggiate nel verde sono ben misurabili: c’è un’evidente riduzione del cortisolo salivare, l’ormone che regola i meccanismi dello stress, a sua volta collegato con processi infiammatori che accelerano i processi di invecchiamento.

Forest bathing: come si pratica

Anche gli alberi hanno una posologia. "I protocolli giapponesi prevedono una decina di ore nell’arco di tre giorni, con “immersioni” nella foresta di almeno tre ore per ciascuna sessione di visita", spiega sempre Marco Nieri. "Sono tempi indicativi, che tengono conto anche delle variabili individuali. I ricercatori giapponesi affermano che, in mancanza di tempo, anche una sola visita di almeno 3-4 ore può portare i primi effetti positivi". È importante stare nel bosco in modo consapevole: camminare lentamente, respirare a fondo, ammirando gli alberi e il paesaggio; di tanto in tanto ci si può fermare, chiudere gli occhi e rimanere in ascolto dei suoni del bosco. O ancora, a occhi chiusi, si cerca di cogliere tutti i profumi, gli aromi degli alberi che sono il principio attivo più efficace del bagno della foresta.

Quali sono i boschi più adatti

Ma una foresta vale l’altra? Non proprio. Alcune tipologie di piante, secondo gli studi, si sono dimostrate più “ringiovanenti”, perché capaci di emettere dosi più alte di monoterpeni, le essenze rilasciate dalle foglie, ideali per proteggersi da stress ambientali, e di fitoncidi, gli aromi che si spandono dalla corteccia. Nel bacino del Mediterraneo, tra le specie che emettono più monoterpeni, ci sono il leccio, la sughera, la quercia spinosa, il faggio. Un po’ meno potenti, il castagno, il pino domestico, il pino d’Aleppo, il pino silvestre, l’abete rosso, la betulla, il pioppo tremulo, l’eucalipto.

Parchi e percorsi da provare in Italia

OASI ZEGNA (BIELLA)

Uno dei percorsi di shinrin-yoku più interessanti è quello dell’Oasi Zegna (Biella), basato proprio sul protocollo giapponese; prevede tre giorni di complessive 10-12 ore di forest bathing (ma si possono programmare anche giri di un solo giorno). Insieme ai tre anelli dedicati al Forest Bathing si può abbinare l’esperienza bioenergetica del Bosco del Sorriso: qui ci sono larici, betulle, faggi, e sedici alberi collocati in punti precisi, per migliorare gli influssi bioenergetici sull’organismo.

DOLOMITI

Nelle Dolomiti, i boschi di faggi, pini e larici sono tantissimi. Un centro benessere, il QC terme di Pozza di Fassa, offre percorsi dedicati al “bagno di foresta”.

VAL BADIA

In Val Badia, esiste il Sentiero di meditazione, un percorso di un’ora in mezzo al bosco disseminato di sculture con citazioni che si prestano per una riflessione.

FAI DELLA PAGANELLA (TRENTO)

A Fai della Paganella (Trento) hanno di recente inaugurato il Parco del “forest bathing”, un percorso tra i faggi. Qui, ci sono panchine per sdraiarsi ad ascoltare il rumore del bosco e godersi la pace.

VALLE DEL NATISONE (UDINE)

In Friuli, nella valle del Natisone (Udine) si organizzano su richiesta immersioni forestali guidate a quote da 200 a 1000 metri.

FORESTA UMBRA (FOGGIA)

In Puglia, si può fare un giro tra le faggete della Foresa Umbra; si trovano nelle fasce prealpine del Gargano e sono diventate Patrimonio dell’umanità.

VAL DI SOLE

Nel Parco Nazionale dello Stelvio, in Val di Sole, ci sono larici e alberi di pino cembro, abeti rossi e bianchi. Mentre lo si visita è possibile sfruttare anche trattamenti antiage realizzati con le erbe e le essenze del Parco: sono la specialità di alcuni centri benessere della zona.

E se resti a casa, usa gli oli essenziali degli alberi del bosco

Se manca l’occasione o il tempo per concedersi lunghe passeggiate, puoi portare il bosco a casa tua. Come? Sfruttando il potere degli oli essenziali distillati dagli alberi delle foreste. Scegli sempre oli essenziali che siano puri al 100% e di origine biologica: avrai così la garanzia di un prodotto davvero naturale. Tra le essenze più indicate vi è quella di pino silvestre, ottenuta per distillazione a secco degli aghi, oppure è possibile ricorrere all’olio essenziale di legno di cedro o a quello di eucalipto. Versa due-tre gocce di olio essenziale in un diffusore, lasciando che il profumo si sparga nell’ambiente. Questi oli essenziali rinforzano il sistema immunitario e sono anche antistress.

Un’oasi verde tra le mura di casa (o in ufficio)

Può essere una buona idea anche allestire uno spazio verde in salotto o, se possibile, in uf­ficio: le piante sono in grado di ripulire l’aria, ma non solo. Uno studio delle Università di Cardiff ed Exeter, in Gran Bretagna, ha confrontato due ambienti di lavoro, uno con piante, l’altro senza: nel primo è stato riscontrato un incremento del buonumore, della concentrazione e della percezione della qualità dell’aria. Bastano tre piante medio-alte, come dracena, areca, kentia oppure rhapis, per migliorare la vivibilità di un locale di 25 mq.

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