I pesi mentali causano malessere e bloccano la tua realizzazione: se adotti un nuovo sguardo verso te stesso, smetti di tormentarti e torni a essere felice
Questo mese abbiamo dedicato il nuovo numero di Riza Psicosomatica ai “pesi mentali”, uno dei temi che più spesso emerge dalle email che ci mandate. C’è chi scrive che vive nel dispiacere perché non si sente in grado di fronteggiare certe situazioni difficili o non riesce a rimettere a posto un rapporto in crisi. Altri sono fissi sull’idea di essere “sbagliati” o si lamentano perché non fanno il lavoro desiderato. Insomma, si tratta sempre di costruzioni mentali che non riguardano l’adesso, l’istante presente, ma situazioni che si trascinano dal passato e in questo modo diventano un freno all’esistenza.
Amelia ad esempio scrive che è piena di sensi di colpa, Giovanna che vorrebbe cambiare vita, ma per farlo dovrebbe modificare posizione lavorativa e rivedere i suoi rapporti. Marcella invece sta affrontando una separazione e deve decidere se rimanere nella stessa città del marito, “per il bene della figlia”, o trasferirsi in un’altra città, dove vivono persone che la possono aiutare e dove sarebbe molto più serena. Le ho risposto: «Marcella, decida per la serenità». È proprio questo che io e i miei colleghi abbiamo voluto indagare: cosa possiamo fare per liberarci dalle zavorre che appesantiscono il cervello e ritrovare la via della nostra realizzazione?
Partiamo da un punto: cosa vuol dire “peso mentale”?Vuol dire “illusione”. Un’analogia calzante si trova nell’Odissea, il grande poema dell’Occidente, nell’episodio in cui Ulisse incontra le sirene. Mentre ordina ai suoi compagni di tapparsi le orecchie con la cera per proteggersi dal loro canto, lui sceglie di affrontarle, anche se legato all’albero della nave. Le sirene rappresentano le illusioni: ci attraggono, ci seducono, ma non sono reali.
Questa riflessione è il cuore delle tecniche che proponiamo nel numero di ottobre di Riza. Tutto ciò che accade nella tua vita si sta svolgendo mentre, dentro di te, qualcosa di più profondo sta formando la tua vera essenza. Forse non ci pensi, ma al tuo interno c’è una “semenza antica”, un seme che, dalla prima cellula fecondata, ti ha condotto fino a questo punto e continua a guidarti, senza fare errori. Anche se i tuoi pensieri cercano sempre di convincerti circa ciò che è giusto o sbagliato, c’è in te qualcosa di più profondo che non si sbaglia mai. Non è l’idea che ti sei costruito di te, non è il tuo passato, non sono i tuoi traumi a determinare chi sei. Prova allora a dirti: «Sono qui e devo solamente guardare cosa accade dentro e fuori di me, affinché lo sguardo diventi puro e limpido». Gli antichi alchimisti ci hanno insegnato che guardare senza commenti e senza ragionamenti modifica profondamente lo stato delle cose, poiché è l’osservazione pura, priva di giudizi, a rivelarne la vera natura.
Marco, uno dei nostri lettori, racconta:
«Sa da quando sto bene? Da quando ho iniziato a guardare ciò che succede senza dirmi niente. “È accaduto a me e io semplicemente lo guardo”, mi dico. Da allora non ho più sensi di colpa».
I pesi mentali, proprio come le sirene di Ulisse, sono nient’altro che illusioni esterne che ci danneggiano. Per questo dobbiamo portare l’attenzione su noi stessi: per evitare che quelle illusioni facciano irruzione dentro di noi e ci vampirizzino. Il parere degli altri, le aspettative, le azioni che facciamo per compiacere sono tutti veleni che ci impediscono di essere felici. Ma il dolore che proviamo nel liberarci da tutti questi pesi mentali e diventare autentici, quello è un dolore che prepara la tua felicità.
Buona lettura!