Il modo migliore per celebrare questa giornata è promuovere e diffondere l’idea di un uomo differente, in grado di riconoscere e fare spazio al lato femminile che lo abita.
Dolcezza, creatività, sensibilità sono caratteristiche universali che troppo spesso gli uomini dimenticano, riconoscendosi solo nell’immagine del macho, che è solo una triste caricatura del vero uomo.
In ogni uomo, nei suoi stessi geni, vive invece un lato femminile. Purtroppo una cultura millenaria ha promosso lo sviluppo esclusivo del lato “maschile” dell’uomo, che vede nel dominio il centro dell’identità. In realtà, nel profondo, ogni maschio possiede caratteristiche che culturalmente sono attribuite al femminile: la dolcezza, la tenerezza.
Il machismo, che spesso si sviluppa già a partire dalla scuola, impedisce ai ragazzi di conoscere questi lati di sé. È un grave danno al loro sviluppo: una persona è completa solo quando riconosce la presenza di lati interni opposti, come appunto sono i volti maschile e femminile del Sé.
E a cosa serve l’amore? Quale la sua “funzione”? Varcare la Terra e andare verso il Cielo. Ecco perché non c’è fiaba dove non compaia una principessa da liberare e un orco da sconfiggere. Il linguaggio simbolico insegna che l’eroe - maschio o femmina che sia - è sempre a un bivio: precipitare nell’orco (negli aspetti oscuri di se stessi) o andare verso il cielo (il proprio femminile interiore, rappresentato dalla principessa da liberare).
Se questo viaggio, che spetta a ognuno di noi, viene cancellato dal dominio, dal sopruso e dalla violenza, l’uomo vivrà uno squilibrio, lotterà con se stesso, e il pericolo è che possa riconoscersi solo nel volto del dominio. Occorre promuovere l’idea di un uomo differente, nel quale il principio del piacere e della bellezza prevalga. Nella violenza non c’è altro che fantasia distruttiva, non c’è godimento alcuno.
Alle ragazze giovani raccomando di staccarsi immediatamente da un uomo che rivela tratti prevaricatori, anche minimi: chi lo fa una volta, lo rifarà. Ai ragazzi invece di riscoprire il femminile, primo antidoto alla violenza. Gli antichi ci hanno insegnato che siamo esseri duplici: onoriamo e rispettiamo nell’altro tutti i lati del nostro essere.
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