Raffaele Morelli: Liberati dalle illusioni della mente
L'aiuto pratico

Raffaele Morelli: Liberati dalle illusioni della mente

Occorre il coraggio di guardare il dolore, di percepirlo, di smetterla di pensare alla causa. Forse il dolore dell’abbandono arriva per far nascere una nuova donna: i disagi ci insegnano a vivere se sappiamo guardarli con gli occhi giusti

Liberarsi dalle illusioni è il compito più difficile che spetta a ognuno di noi. Forse l’illusione più grande di tutte è quella di affidarsi agli altri, credere alle cose che ci dicono e convincerci che è la verità, anche quando l’evidenza ci dice esattamente il contrario. Ecco cosa scrive Antonia:

«Buongiorno, il mio ragazzo dopo un anno mi dice che si sente confuso, che mi ama ma non come all’inizio. Io ci sto male perché io lo amo come il primo giorno e anche perché sento che non mi desidera più. Lui dice che non vuole chiuderla qui perché è solo un momento e può tornare come era prima. Che devo fare? Questa situazione mi distrugge. Grazie e buona giornata».

Mentire a se stessi

Non ci distrugge la situazione, ma l’idea che ce ne siamo fatti. Quando qualcuno ci dice, all’interno di una relazione, che è confuso e che “non ci ama come all’inizio”, bisogna imparare a tradurre... In realtà ci sta dicendo che non ci ama più, che non ci vuole più. La verità come sempre è racchiusa nella consapevolezza, cioè nell’accorgersi che lui non ci desidera più.

I primi anni dell’amore e dei fidanzamenti sono incentrarti sul desiderio, sulla voglia di fare l’amore: stiamo bene insieme e non vediamo l’ora di stare l’uno vicino all’altro, di accarezzarci, di sentire l’eros che scorre in entrambi. Come aveva magistralmente insegnato Ovidio nell’Arte di amare, l’atto supremo di una coppia è l’intimità, il coinvolgimento e soprattutto il raggiungere l’orgasmo insieme. Nel senso più alto del termine provare piacere nello stesso istante e raggiungere il culmine insieme è ciò che gli amanti desiderano più di tutto ed è ciò che li unisce nello spazio celeste dell’anima, in quel mondo sottile dove vivono gli dei.

Per gli Egizi, i Greci, i Romani questo era l’amore... Illudersi invece vuol dire non accettare il dolore dell’abbandono, che durerebbe poco. Quando Antonia dice che “lo ama come il primo giorno”, in realtà sta vedendo soltanto se stessa, il suo Io che non accetta di essere lasciato, abbandonato, non desiderato. Molti dei nostri disturbi, dall’ansia alla depressione, dipendono dal fatto che non accettiamo la realtà e continuiamo a credere alle bugie dell’altro o dell’altra, facendo finta che le cose torneranno come prima.

L'errore di Ulisse

Forse l’Odisseanon sarebbe neppure mai cominciata, non ci sarebbero stati quegli incontri dolorosi che hanno accompagnato Ulisse nel lungo viaggio verso Itaca, se le illusioni non l’avessero catturato. Eolo, il re dei venti, gli aveva consegnato un otre in cui erano racchiusi tutti i venti, anche quelli più violenti, che avrebbero potuto travolgere la sua nave.

E cosa sono i venti? Sono le forze che ci abitano, forze primordiali, antiche come il mondo: l’aggressività, la rabbia, la paura, l’orgoglio, l’avidità, la gelosia, il potere; tutte energie che abitano ciascuno di noi, anche se facciamo finta di non vederle, e che puntualmente si affacciano per ricordarci che siamo in balia di forze psichiche più grandi e più forti di noi.

Anche gli Dei, come gli umani, le subiscono: sono gelosi, possessivi, iracondi e avidi. Ecco: Ulisse è sulla nave e, proprio grazie all’otre di Eolo, vede Itaca davanti ai suoi occhi: la Terra Promessa è lì ad un passo. Ormai è arrivato, non ci sono più mostri da incontrare, battaglie da vincere, non ci sono pericoli. Commette però un errore, forse il più terribile: si addormenta.

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Un viaggio verso il Sé

Il sonno di Ulisse apre le porte alle proiezioni dei compagni di viaggio, i quali incominciano a riempire di illusioni la loro mente. «Chi ci dice che dentro l’otre non vi sia il potere?», dice uno di loro. Mentre uno immagina che Eolo abbia lì nascosto la capacità di avere tutto il denaro del mondo, un altro invece vede la possibilità di possedere una donna dopo l’altra. Le forze psichiche primordiali, dall’avidità alla gelosia, scendono in campo, l’otre viene aperto e le forze si liberano nel modo più caotico e, sotto forma di venti, riportano la nave in alto mare.

Così Ulisse incontrerà Circe, il Ciclope, Calipso: sono demoni necessari allo sviluppo e all’evoluzione di ciascuno di noi per ritornare alla nostra Terra Promessa, al Sé, ma dobbiamo avere gli occhi aperti per vedere le cose che ci capitano, senza giudizi, senza illudersi che siano verità assolute. Questo è successo ad Antonia: il suo sguardo non vede ciò che accade, non si accorge che il suo compagno non la desidera più, è tutta concentrata su se stessa, come ipnotizzata, addormentata.

Non ha il coraggio di guardare il dolore, di percepirlo, di smetterla di pensare alla causa. Forse quel dolore dell’abbandono arriva per far nascere una nuova donna: i disagi ci insegnano a vivere se sappiamo guardarli con gli occhi giusti.

Il dolore dura poco

Ecco cosa scrive Domenica:

«Grazie dottore per tutti i suoi consigli, cerco sempre di metterli in pratica laddove occorre... Non forzare le situazioni, osservare senza giudicare, non esprimere opinioni su di noi è bellissimo e davvero terapeutico. È vero che spesso i peggiori nemici di noi stessi siamo noi, con le nostre credenze cristallizzate... Mi sono tanto affannata nella mia vita, per ogni cosa, per ogni situazione... Ho lasciato che l’ansia e le paure rovinassero anche quei momenti che potevo godermi, oggi sto imparando a guardare da un’altra prospettiva e sono molto più rilassata. Tanto con o senza ansia le cose vanno sempre come devono andare. Grazie per tutto quello che ci regala ogni giorno, le sono molto grata.»

Accorgersi che possiamo guardare il mondo, vedere le cose come sono anche se ci fanno soffrire, accettare che possiamo essere lasciati, abbandonati, ci rende vicini alla nostra essenza, al nostro Sé. Forse il più grande insegnamento è questo: quando capita qualcosa che ci ferisce, come successo ad Antonia, in realtà stiamo rinascendo, stiamo partorendo quel lato della personalità che ancora non abbiamo visto.

In ognuno di noi c’è un bambino o una bambina che ama credere alle favole e tra queste c’è quella dell’amore perfetto, ma spesso la realtà interrompe questa fantasia, per ricordarci che dobbiamo contare prima di tutto e più di tutto su noi stessi e che l’altro è una grande occasione per scoprire il desiderio, l’eros, il fuoco che vive dentro di noi.

Ma, attenzione: il desiderio viene inquinato e calpestato se riteniamo che dipenda dall’altro, dal partner. Venire lasciati è come una frustata, ma è anche il modo migliore per rendersi conto che in noi esiste, come per Ulisse, un viaggio verso Itaca, verso la nostra realizzazione. Solo le illusioni ci possono allontanare dalla nostra meta.

Se comprendiamo questo, ogni dolore dura poco: sta semplicemente partorendo la nuova personalità che ci abita. Per questo i Greci dicevano che “ogni patimento è un insegnamento”.

Vuoi raccontarci la tua esperienza, i tuoi dubbi, i tuoi successi? Manda una mail a raffaele.morelli@riza.it

raffaele morelli
Psichiatra e Psicoterapeuta. Fondatore e Presidente dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, Direttore responsabile delle riviste Riza Psicosomatica, Dimagrire, MenteCorpo.
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