Se rifiuti sempre lo scontro blocchi la tua crescita
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Se rifiuti sempre lo scontro blocchi la tua crescita

Nella vita gli scontri, soprattutto quelli tra genitori e figli, sono funzionali per la nostra crescita: se fuggi da loro, fuggi anche da te stesso

Amedeo scrive alla redazione di Riza Psicosomatica per esporre i dubbi che lo stanno attanagliando e chiedere un consiglio: “Ho 42 anni e da qualche tempo frequento una donna poco più grande di me. Mi trovo molto bene con lei, soprattutto nell’intimità. Ognuno vive a casa sua, siamo entrambi occupati nelle faccende quotidiane nella vita e per il futuro non abbiamo programmi precisi: per adesso a entrambi va bene così. Non è lo stesso per mio padre che, uomo all’antica, non vede di buon occhio questo rapporto. Pensavo di fargli piacere, ma è tutto il contrario. Secondo lui una donna a 45 anni è finita e il pericolo, come lo chiama lui, di non avere figli è molto forte. Non solo, per lui, che prima di "dormire" con mia madre è stato fidanzato sette anni, una relazione leggera e senza progettualità come questa è impensabile...

Ha cominciato a essere molto invadente e soprattutto, da quando è venuta a mancare mia madre, mi tratta come un quindicenne. A furia di insistere, però, i suoi tentativi di destabilizzarmi hanno fatto breccia: continuo a chiedermi anche io che cosa rappresenti per me questo rapporto (solo sesso o qualcos’altro?) ma ho anche paura che possa diventare la tomba della mia libertà. Non riesco a risolvere i miei dubbi e le parole di mio padre riecheggiano nella mia mente come una "forza irresistibile". Il malessere si manifesta anche sul piano fisico: senso di pesantezza al petto e debolezza mi accompagnano persino sul lavoro. Come uscire da tutto questo? Vorrei ritrovare quell’energia positiva che in passato mi faceva sentire sempre sulla strada giusta…”

Un conflitto che deve avvenire e non avviene...

A una prima lettura superficiale le parole di Amedeo raccontano di una conflittualità tra un padre e figlio, anche abbastanza sorprendente vista la loro età. Eppure, a una lettura più attenta, ci si accorge che questo scontro non avviene mai. È lo stesso Amedeo a riconoscerlo quando descrive le parole del padre come una “forza irresistibile”. Talmente irresistibile che anziché rispondere alle critiche paterne, come sarebbe lecito aspettarsi da un figlio divenuto ormai indipendente e autonomo, finisce per farle sue e a mettere in dubbio le sue azioni e quindi la relazione con la propria compagna...

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Nel conflitto col padre si lotta per crescere

Lo scontro genitori-figli, soprattutto quando sono dello stesso sesso, è una tappa inevitabile della vita, che porta con sé un grande potenziale evolutivo. Come il giovane leone, che, divenuto adulto, sfida l’anziano capo-branco per prendere il comando, il figlio si scontra con lo schema valoriale paterno per appropriarsi della propria identità e diventare adulto. Il fatto che per Amedeo lo scontro si presenti all’età di 42 anni racconta probabilmente di un mancato conflitto nell’età dell’adolescenza, fase della vita in cui questo confronto solitamente avviene. Non è un caso che lui stesso affermi di sentirsi trattato dal padre come un quindicenne: da un punto di vista psicologico è proprio così! Eppure, quando ancora una volta la vita gli dà la possibilità di evolvere Amedeo rifiuta lo scontro, finendo per adattarsi al modello proposto dal padre e mettendo in dubbio il suo. Perché?

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Vivendo lo scontro trovi la tua strada

Rifiutare lo scontro ha un vantaggio apparente: ti libera dalle responsabilità. Ma così facendo si colpisce la proprie identità profonda, si rinuncia all’autenticità in nome della sicurezza e non si evolve. Ma l’anima non ci sta e per manifestarlo invia segnali sempre più forti: prima i dubbi, poi l’ansia e i sintomi fisici. In realtà, i dubbi di Amedeo non parlano del suo rapporto col padre, ma del suo rapporto con sé stesso e il suo inconsapevole desiderio di rimanere "adolescente a vita". Per uscire da questa situazione allora c’è solo una strada: accettare la lotta. Non una lotta per difendere una relazione, che Amedeo ha comunque il diritto di vivere come meglio crede, ma per crescere e assumersi finalmente la responsabilità di vivere la propria vita.

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