L'esperienza cambia il cervello?
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L'esperienza cambia il cervello?

La ricerca medica ha scoperto il meccanismo con cui gli stimoli esterni restano impressi nel DNA del cervello dai primi anni di vita fino all'adolescenza

Le esperienze che viviamo possono lasciare traccia nel DNA del cervello? È quello che si sono chiesti alcuni ricercatori dell'Università di Firenze, e i risultati delle loro ricerche sono stati pubblicati recentemente sulla rivista Nature Neuroscience. Da anni i ricercatori stanno approfondendo i meccanismi dell’epigenetica, quella branca della genetica che studia tutte le modificazioni che variano l’espressione dei geni pur non alterando la loro struttura. Esiste quindi la possibilità che un gene che era programmato per funzionare in un modo, in seguito a degli eventi cambi il suo “modo di esprimersi”.Questo tipo di cambiamento è talmente forte che poi può essere ereditato dalle generazioni successive. Dunque, grazie all'esperienza, il cervello cambia...

 

Siamo un tutt’uno con l’ambiente che ci circonda

Ad esempio i gemelli omozigoti (identici tra loro in tutto e per tutto) nascono con lo stesso patrimonio genetico, ma crescendo si possono differenziare a causa dell'ambiente, dello stile di vita, delle emozioni e delle sofferenze provate. Questo cambiamento si traduce in una “impronta” del codice genetico che si esprime attraverso i geni, che possono essere attivati o disattivati a seconda del soggetto.

 

Le modificazioni avvengono soprattutto nei primi anni

La ricerca è stata realizzata utilizzando tecniche avanzate di sequenziamento del DNA. Grazie a queste avanguardistiche tecnologie, i ricercatori hanno scoperto che, privando un occhio dell'esperienza visiva per tre giorni, cambia lo stato di attivazione di centinaia di geni e si alterano in modo patologico i circuiti della corteccia cerebrale occipitale preposta alla visione. Se però si blocca il meccanismo attraverso cui si veridica lo stato di attivazione o disattivazione di questi geni l’esperienza non lasciava alcuna traccia nel tessuto cerebrale quindi era come se non fosse avvenuta. Lo studio, in particolare, ha evidenziato che il legame tra esperienza e fattori epigenetici è particolarmente forte nei primi anni di vita e nell'età dello sviluppo, per cui le capacità di percepire ed elaborare le informazioni provenienti dal mondo esterno, ma anche le attitudini sociali, sono “modellate” dall'esperienza che il soggetto vive quotidianamente. Quello che noi siamo non è qualcosa di “predefinito” ma è il frutto di una continua interazione con l’ambiente in cui viviamo.

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