Blue Monday: non prenderlo sul serio!
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Blue Monday: non prenderlo sul serio!

Che cos'è il Blue monday? Una bufala a cui amiamo credere: la tristezza, infatti, non va allontanata, ma accolta, perché sta preparando la tua rinascita

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Che cos’è il Blue Monday?

Fra le tante trovate escogitate dall'estro dei pubblicitari, l'invenzione del Blue monday (il triste lunedì) è fra le più geniali. Ma di cosa si tratta?

Qualche anno fa Cliff Arnall, psicologo britannico, creò una complicata equazione, senza alcun valore scientifico, per dimostrare quale fosse il giorno meno allegro di tutto l'anno. Incrociando bizzarramente vari fattori fra i quali il tempo atmosferico rigido, i soldi spesi nelle vacanze natalizie e la fine di queste ultime, la difficoltà a seguire i buoni proposti di inizio anno e un basso livello di motivazione e di energia, Arnall affermò che il terzo lunedì di gennaio fosse effettivamente "il peggior giorno".

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Blue monday, un'invenzione di successo

Il primo Blue monday fu "dichiarato" il 24 gennaio 2005 come parte di un comunicato stampa di un canale pay Tv inglese dedicato ai viaggi e qui sta la spiegazione della sua genesi. Si trattava di un'operazione di marketing, peraltro nemmeno troppo occulta, per convincere le persone che il modo migliore per superare la tristezza fosse quello di prenotarsi una vacanza. Guarda caso, se da un lato gennaio è un mese piuttosto fiacco per i viaggi, dall'altro chi ha ideato la trovata sapeva appunto che quando si è di cattivo umore si è in genere più propensi a mettere mano al portafogli per consolarsi.

Il ragionamento di base non è del tutto privo di senso: nelle settimane successive all'Epifania, noi abitanti dell'emisfero boreale (ah si, il blue monday esiste solo qui, nel sud del mondo ovviamente no, poiché laggiù è estate)... siamo tutti un po' tristi. Le vacanze natalizie sono finite, ci aspettano mesi di lavoro con poche ferie, le giornate sono fredde, grigie, le vacanze future lontanissime. Insomma, dobbiamo tirarci su di morale...

Nonostante l'Università cui apparteneva allora Arnall abbia preso le distanze dalla presunta scoperta e nonostante altri Studiosi ne abbiano sottolineato la natura fasulla, l'invenzione del Blue monday ha preso subito piede, è stata ampiamente rilanciata dai media ed è diventata virale, complici i social media. Da qui, un moltiplicarsi di consigli su come superare il momento no, dall'alimentazione, alla meditazione, allo shopping, all'attività fisica: tutte cose giuste, ma che non considerano un fatto. Se c'è, la tristezza ha un senso e va accolta perché ha una funzione e questa funzione non va ostacolata.

Sei triste? Non fare nulla e attendi

La saggezza di ogni tempo lo ha sempre affermato: esistono momenti nei quali occorre attraversare boschi oscuri, momenti cupi, notti dell'anima che servono alla rigenerazione. Basta guardare la natura: sempreverdi esclusi, gli alberi in inverno sembrano privi di vita, ma non è affatto così. Immaginereste una pianta a gennaio tutta dedita a gettar fiori nuovi germogli? O un animale letargico rifiutare il periodo di lungo sonno?

Certe tristezze, vanno semplicemente vissute, così come sono. Solo in questo modo assolveranno la loro funzione "depurativa" e ci aiuteranno a riemergere un domani puliti, spogliati da tutto quanto di superfluo ci abita, comprese alcune credenze create ad hoc che troppo spesso inquinano la nostra mente e la nostra vita.

andrea nervetti
Psicologo e psicoterapeuta, collabora dal 2001 con l’Istituto Riza di Medicina psicosomatica di Milano dove esercita la libera professione. Vice Direttore e Docente presso la Scuola di specializzazione in Psicoterapia a indirizzo psicosomatico dell’Istituto Riza. Membro del Consiglio direttivo della SIMP (Società italiana di medicina psicosomatica), scrive per le riviste Riza Psicosomatica, Antiage ed è responsabile del sito www.riza.it. Svolge anche attività libero professionale presso l'Istituto stesso e a distanza via internet. La scheda completa dell'autore
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