Antipatici a tutti costi: cosa si rischia?
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Antipatici a tutti costi: cosa si rischia?

A volte ci sentiamo insicuri e facciamo gli antipatici per difesa. Ma così trascuriamo le nostre fragilità, perdendo quel che di unico c’è in noi

È capitato a tutti: si esce in una compagnia o ci si trova a una festa, una cena, e qualcuno sembra fare di tutto per essere antipatico fino alla scortesia. Strano, pensiamo: di solito si gioca a fare i simpatici, magari fingendo o dissimulando, ma perché qualcuno sembra divertirsi a indisporre gli altri? Che cosa spinge certe persone a comportarsi in modo tanto innaturale? Per capirlo, occorre conoscere alcune caratteristiche del cervello e della mente.

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L’esperienza passata orienta la conoscenza?

Quando incontriamo una persona che non conosciamo, inconsciamente la valutiamo in pochissimi minuti, osservando le prime informazioni cui abbiamo accesso come i tratti del viso, il modo di vestire, di parlare, di muoversi. Tutto questo avviene senza il nostro controllo cosciente, attraverso meccanismi arcaici di origine animale. Queste informazioni sono poi confrontate sempre inconsciamente con le nostre esperienze passate riguardanti persone con caratteristiche simili e queste informazioni precostituite determineranno almeno in parte il nostro "pregiudizio" su di loro, ovvero un giudizio basato su opinioni già formate, anziché sull'esperienza e sulla conoscenza approfondita.

Se dunque il vissuto individuale di ognuno di noi influenza la prima impressione che ci facciamo dell’altro, in qualche modo sentiremo fin da subito se quella persona potrà esserci simpatica o antipatica e ci comporteremo di conseguenza fidandoci e iniziando a costruire un legame o allontanandoci per difesa. Detto tutto questo, come comportarci con le persone che apertamente e con tutti, giocano a fare gli "antipatici"? Anzitutto dobbiamo conoscere i motivi di questa antipatia obbligatoria. Pur esistendo una naturale predisposizione alla socialità nell’essere umano, ci sono appunto persone che si comportano in modo antisociale, anche se la loro vera intenzione non è mai quella apparente, ovvero quella allontanare gli altri.

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L'antipatia obbligatoria maschera l'insicurezza

Una delle ragioni è legata all’insicurezza, alla disistima: molte persone convinte di non piacere o di non essere all’altezza di una determinata situazione o evento, sabotano ogni tipo di relazione, rimanendo ad esempio in disparte e con il broncio durante una festa o comportandosi in maniera altezzosa. Inevitabilmente, questo tipo di atteggiamento complicherà qualsiasi tipo di rapporto sociale. Un'altra spiegazione di questi atteggiamenti “antipatici” è la messa in atto di meccanismi che attirino verso di sé persone ritenute interessanti: siccome tutti fanno i simpatici, io faccio il contrario e così mi si noterà.

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Antipatici o simpatici per forza: è sempre una maschera

La cosa interessante da osservare è che anche chi vuole essere simpatico a tutti i costi, uscendo ogni giorno con amici diversi, mostrandosi brillante, alla mano, sempre allegro, cordiale, disponibile molto spesso recita e mette in atto questi comportamenti per difendersi dalla solitudine e dal rischio di sperimentare il proprio vuoto interiore.

Elogio della spontaneità

Il problema è che indossare sempre maschere ci allontana dalla nostra vera essenza, creando delle identità fasulle che soffocano la nostra natura più autentica e che di conseguenza portano all’instaurarsi di relazioni vuote e superficiali. La vera questione è che non possiamo essere simpatici o antipatici a tutti e non dobbiamo sforzarci di esserlo. Ciò che dovremmo fare è essere il più possibile spontanei, accettando che l’antipatia e la simpatia ci appartengono, sono dentro di noi. Solo se questi principi opposti sono riconosciuti e integrati possono farci ottenere un equilibrio dinamico e naturale e renderci individui unici e irripetibili. Se quindi ci capita di avere a che fare con un antipatizzante cronico, iniziamo a vederlo come un bambino impaurito che gioca a fare il bullo. In questo modo lo faremo scendere con un sorriso dal piedistallo nel quale si è issato da solo, confondendo l'antipatia con il carisma.

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