Difenditi da chi vuole imporsi a tutti i costi
L'aiuto pratico

Difenditi da chi vuole imporsi a tutti i costi

Non sono persone davvero forti e spesso indossano una maschera: imparare a non farsi schiacciare da loro è fondamentale per mantenere lucidità e autostima

Quello ha una personalità particolare”. Sembra una frase positiva, che valorizza; eppure, dietro quella personalità, si nasconde di solito qualcuno di molto insidioso. Qualcuno che può anche rovinarci la vita o fare molti danni. Quella parola, “particolare”, copre un fenomeno che non riusciamo a riconoscere, a definire. Non riusciamo perché a volte davvero non sappiamo di cosa si tratti, perché siamo abbacinati da comportamenti così rigidi e perentori, che ci viene da pensare che noi siamo degli insicuri mentre quella persona sì che sa il fatto suo, e dunque è “particolare”. In realtà ci troviamo di fronte al famigerato “caratteriale”, cioè a un individuo che, senza saperlo, si aggira nella realtà con una serie di atteggiamenti stereotipati e immodificabili che cerca di imporre nelle relazioni e che, di solito, derivano dalla crescita abnorme di un lato del suo carattere, a svantaggio di tutti gli altri.

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Ce ne sono di tanti “tipi”

C’è quello che, se vuole fare qualcosa, la farà anche se dovesse nuocere a chi gli sta intorno e a dispetto di ogni logica. C’è quello che, ad ogni occasione, si sente offeso e fa la vittima per giorni o settimane, creando teorie di complotto a suo danno. Altri non muovono un passo se non sono sicuri di essere contraccambiati con un riconoscimento o un applauso; non accettano di ricevere una benché minima critica, così come non cedono nel dare ragione a qualcuno anche di fronte all’evidenza e, pur di non chiedere scusa, guastano rapporti importanti. Poi c’è chi è indifferente alle relazioni: non è timidezza la sua, ma chiusura, rifiuto; si fa una famiglia ma poi la isola e pretende che i familiari stiano alle sue esigenze di isolamento. Ma non finiscono qui: tra i caratteriali c’è la persona costantemente instabile, inaffidabile, che passa da un estremo all’altro nelle idee e nell’umore; quella che non riesce a non fare qualcosa di rischioso, spesso poco morale o illegale; e quella che, inesorabilmente, stabilisce e impone rapporti di dipendenza.

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L’importanza di riconoscerli

È giunto il momento di dare un nome meno giustificativo a questi soggetti, anche se sono persone cui vogliamo bene. Basta col dire che la loro personalità è particolare: non si tratta di originalità, ma di rigidità, che nasconde una grande insicurezza. La realtà è che spesso questi soggetti, in molti casi, soffrono di un più o meno marcato disturbo di personalità (ogni loro azione è impregnata di un aspetto abnorme del carattere, senza possibilità di autocritica). Talvolta la persona riesce a rendersi conto dell’invasività del proprio carattere e può venirne fuori. Se ci troviamo davanti o accanto a qualcuno che, col suo carattere smisurato e monolitico, invade di continuo la nostra vita, non possiamo sopportare passivamente, perché chi soffre di questi disturbi non lo riconosce e quindi non si fermerà di fronte a niente.

Aiutati e aiuterai anche loro

Certo, non possiamo andare in giro a fare diagnosi psicologiche. Ma è necessario, per la qualità della nostra vita, saper cogliere che quella persona ha un problema importante. È fondamentale anche comprendere che provare ad aiutarla come si aiuterebbe qualcuno che capisce qual è il proprio problema peggiorerà soltanto le cose. Verremo considerati nemici, acuiremo i sospetti, i musi lunghi, la dipendenza, la rigidità. Per aiutarla - e ha senso farlo solo quando si tratta di un familiare o di un amico stretto - è essenziale aiutare noi stessi: impedire la loro invadenza, la tendenza alla prevaricazione e alla strumentalizzazione; mettere confini netti e mostrare che non tolleriamo gesti incongrui e irrispettosi, così come ingerenze nelle scelte personali.

Mettere la giusta distanza

Dobbiamo insomma essere un po’ preparati in senso psicologico. Non possiamo fermarci alla sensazione che “qualcosa non va”, né farci influenzare dalla loro rigidità, farci ricattare o entrare in soggezione. Se vediamo qualcuno con un serio problema del carattere (un marcato, disarmonico, invasivo lato della personalità), cerchiamo di ascoltare l’istinto che ci dice di stare attenti. Ciò non significa né isolare, né giudicare. Ma voler bene a una persona con questi problemi psichici non significa certo doverne diventare il parafulmine o il capro espiatorio. Così, grazie alla conoscenza non più velata dal buonismo o dall’inconsapevolezza, potremo gestire le situazioni a rischio e scegliere se e come continuare il rapporto con queste persone.

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