Amarsi ma... ognuno a casa sua!
Coppia e amore

Amarsi ma... ognuno a casa sua!

Fra matrimonio e convivenza si fa largo oggi una terza via, un rapporto d'amore a distanza, senza dimora in comune: vediamone i pro e i contro

Se vivere insieme non è più un obbligo

Due cuori e una capanna: era questa la formula magica e indiscutibile dell'amore fino a qualche anno fa. La convivenza o il matrimonio erano considerati una tappa obbligata per una coppia legata da un sentimento d'amore autentico e desiderosa di costruire una famiglia e un futuro insieme. Sempre più spesso oggi, però, le coppie fanno fatica ad abbandonare una dimensione individuale e a scegliere di convivere.

Nuova consapevolezza o vecchie paure?

Da una parte è cresciuta la consapevolezza che l'amore deve fondarsi sul desiderio reciproco, dall'altra a tenere abbarbicati al proprio spazio è la paura di perdere ciò che si ha, di rinunciare a una autonomia e a una solitudine magari conquistate tardi o a fatica. Oppure è il timore di una delusione, di lasciarsi andare per poi dovere ricominciare daccapo a far decidere di non rinunciare mai alla propria casa, baluardo di sicurezza fittizia. Esaminiamo dunque i pro e i contro di una formula che può rivelarsi risolutiva o limitante, a seconda di come la si usa.

Funziona se...

...si sta insieme per il piacere di farlo

Questa modalità può favorire la costruzione di una relazione d'amore spontanea e originale: si può decidere cosa condividere e cosa no, si può modulare flessibilmente i momenti di contatto e di solitudine secondo il desiderio di entrambi. Si può costruire insomma un modo di stare insieme su misura, al di fuori dei modelli e dei condizionamenti, evitando di riprodurre schemi familiari standard.

...si dona (e si riceve) autonomia e intimità

Vivendo in case separate è più facile mantenere l'autonomia, ad esempio la libertà di frequentare chi si vuole, o di fumare, di tenere un cane o di dedicarsi ai figli nati da precedenti unioni senza imporre agli altri coinvolgimenti non desiderati. Può essere la formula migliore per consolidare una coppia senza fondere, spesso in modo problematico o prematuro, nuclei familiari preesistenti.

...dà nuova linfa alle unioni

Ci si può amare e avere difficoltà a convivere, oppure la convivenza può essere stata bella per un periodo, anche lungo, ma poi si sente il bisogno di recuperare spazi propri, una maggiore libertà espressiva pur continuando ad amarsi. È una scelta che può rivelarsi vincente per le unioni di lunga data, solide ma messe alla prova dalla routine o alle prese con le trasformazioni di una nuova fase della vita.

Non funziona se...

...Nasconde la paura di mettersi in gioco

Vivere sotto lo stesso tetto vuol dire assumersi delle responsabilità ed entrare in intimità, mostrarsi per quello che si è davvero: ed è proprio la paura di questi aspetti a volte a far propendere per una relazione a distanza. Escludere a priori la convivenza, in questi casi, è di fatto un meccanismo di difesa che evita di affrontare le proprie paure e di coinvolgersi emotivamente. Una relazione così impostata non può crescere.

...in realtà è una separazione mascherata

Un po' come la pausa di riflessione, andare a vivere in case diverse può essere il primo step di una separazione. Niente di male in questo: è un modo graduale per verificare se ci si ama ancora; o la relazione si è esaurita quando però la volontà di porre fine al rapporto è chiara fin dall'inizio è bene essere limpidi, altrimenti si rischia di innescare situazioni ambigue spiacevoli per entrambi.

...costituisce un "paravento" per una doppia vita

Doppia casa doppia vita: se vivere separati è il modo per mantenere in vita una parte di sé da nascondere o che l'altro non può condividere, ad esempio una relazione parallela, questa soluzione può rivelarsi una bomba a orologeria, destinata prima o poi a scoppiare. Se si riduce a puro escamotage per farsi gli affari propri, non darà alcun frutto, se non una sterile ambivalenza.

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