Bambini nel lettone: quando si, quando no
Crescita e sviluppo

Bambini nel lettone: quando si, quando no

Nei primi giorni di vita far dormire il neonato nel lettone accanto alla mamma lo aiuta a regolarizzare il battito cardiaco, la temperatura corporea, aumentare le difese immunitarie, avere un sonno più tranquillo. Poi, perché conquisti la sua individualità, ha bisogno di un lettino solo per sé

Il lettone croce e delizia dei genitori

È capitato a tutti i genitori di ospitare nel lettone i propri bambini, sia di propria iniziativa, sia su richiesta dei piccoli. Il bisogno di contatto fisico coi genitori è normale nei primi mesi di vita, soprattutto durante il periodo dell'allattamento. I bambini, dormendo la notte vicino ai genitori, si sentono sicuri e protetti. Tale vicinanza inoltre sembra favorire lo sviluppo di vari sistemi di regolazione (la temperatura corporea, la glicemia, le difese immunitarie, la produzione di ormoni ecc.); alcuni studiosi parlano del sonno condiviso nel lettone come di una vera e propria necessità fisiologica dei bambini.

 Nei primi mesi di vita il sonno dei bambini è discontinuo

Quando poi subentrano i classici disturbi del sonno, sia nell'addormentamento sia nel corso della notte, con risvegli frequenti, (episodi normali nei primi anni per la fisiologia del sonno e la maturazione ancora in corso del sistema nervoso, e per fattori di varia natura come coliche, dentizione, giornate ricche di stimoli) dormire insieme nel lettone può avere vantaggi pratici: assicura un decoroso riposo per i genitori, che altrimenti sarebbero costretti a continui andirivieni tra una camera e l'altra con l'inevitabile rischio di passare la notte in piedi e in bianco. È per questo che, molti genitori, anche a scapito della propria "vita di coppia", cedono alle richieste e si ritrovano con bimbi di tre o quattro anni che regolarmente passano le loro notti nel lettone.

Cosa fare per abituare i bambini a dormire da soli

- Per prima cosa, non aspettate che i bambini siano troppo stanchi per mandarli a letto. L'idea che così si addormenteranno più facilmente è sbagliata. Al contrario, più stanno svegli quando sono stanchi, più aumenta la loro eccitazione e quindi la probabilità che i bambini rifiutino la "nanna" e che i genitori accettino la convivenza nel lettone come il male minore: «Almeno lì dormono».

- Create un rituale di buonanotte, adottando gesti sempre uguali che servono ad accompagnare i bambini al momento del sonno: bagnetto, pigiama e dopo aver creato una situazione di tranquillità e di calma nella casa, si può svolgere una breve attività insieme, come la lettura di un libro o l'ascolto di storie sonore.

- Scambiate qualche parola con i bambini su come è trascorsa la giornata: rafforza l'intimità con i piccoli e li rilassa.

- Attrezzate i bambini di un oggetto di attaccamento: ciuccio, copertina, peluche.


Cosa fare prima di... arrendersi al lettone

- Non precipitatevi al primo richiamo

Attendente qualche istante dopo la comparsa del pianto per verificare se i bambini sono in grado di riaddormentarsi da soli (confidare sempre sulle loro risorse!).

- Bisbigliate qualche parola

Fate una carezza o un piccolo massaggio, senza alterare l'atmosfera. Siate calmi, rassicuranti e fermi.

- Sedetevi al loro fianco

Mettete una poltrona accanto al lettino dove sostare e vegliare durante i risvegli del bambini. Lavorate in team con il vostro coniuge, fate i turni.

E infine...

Portate i bambini nel lettone nel caso di malattie, brutti sogni, cambiamenti particolari, quando cioè sentite che i bambini hanno bisogno della vostra vicinanza o quando voi vi sentite troppo stanchi. E considerate pure la domenica come un giorno speciale, nel quale "ci sta" qualche coccola in più.

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