Via dai luoghi comuni
L'aiuto pratico

Via dai luoghi comuni

Far propri i luoghi comuni e le analisi preconfezionate può dare un apparente sicurezza ma col passare degli anni è il maggior ostacolo all’evoluzione personale

“Gli uomini sono tutti egoisti”; “Le donne sono incomprensibili”; “I politici ci fregano”; “I calciatori sono tutti ignoranti”; “I greci sono simpatici”; “Quelli del Nord sono inospitali”; “Quelli del segno della Vergine sono meticolosi”. Non sono pochi quelli che hanno una tendenza spiccata a guardare la realtà semplificandola all’eccesso e suddividendola in categorie predeterminate. Un processo mentale chiamato generalizzazione che tutti possediamo e che talora è anche utile, ma che quando entra in quasi tutti i discorsi, quando diventa “il” nostro modo di ragionare, altera sensibilmente il rapporto con quanto avviene nel mondo esterno. Si tratta di un “giudizio-contenitore” che oltrepassa – senza vederla – l’individualità e le specificità di ciò che si giudica. Un vizio mentale che andrebbe quantomeno ridotto.

Ci insegnano da bambini, nei primi anni di elementari, a fare gli insiemi, a dividere per gruppi. Un processo utile, di cui da piccoli abbiamo bisogno per affrontare la realtà e che in parte possediamo già fin dai primi mesi di vita quando, ancora immersi nell’inconscio, generalizziamo l’intera realtà esterna dividendo il mondo in Buono (tutto ciò che nutre, scalda e protegge) e in Cattivo (cioè il contrario), e che riproponiamo qualche anno più tardi nella classificazione delle persone in Grandi e Piccoli, In Simpatici e Antipatici, in chi sa giocare e chi no.

Generalizzare: una Tappa fondamentale…

Anche durante l’adolescenza la generalizzazione è uno strumento utile: l’Io del ragazzo in piena trasformazione, e dunque ancora instabile ha bisogno di identificarsi e di identificare in modo netto, di appartenere o di non appartenere per rafforzare la propria identità. Ciò spiega l’atteggiamento esasperato “tutto o niente” tipico di questa età, e gli stessi riti collettivi dei giovanissimi (ad esempio i concerti rock) si svolgono all’interno di un giudizio generalizzato che mitizza in senso positivo la rockstar, sorvolando su qualsiasi aspetto negativo o controverso.

…Utile se rimane transitoria

Ma se crescendo la generalizzazione non lascia il passo ad altri e più sofisticati strumenti di analisi ecco che diventa un ostacolo nel rapporto col mondo esterno: non si comprendono i comportamenti degli altri, non ci si riesce a immedesimare, si perdono occasioni di incontro perché generalizzare significa avere un enorme pre-giudizio che impedisce ogni sorpresa, che fa rinunciare a una cosa o a una persona ancora prima di viverla, fino a diventare intolleranti e diffidenti. E anche nella relazione di coppia non si riesce a vivere davvero il partner per quello che è perché si standardizzano i suoi comportamenti.

Scopri se ne soffri

- Eviti viaggi per un pregiudizio negativo sugli abitanti del luogo?

- Ti fai influenzare sentimentalmente dal segno zodiacale, dal fatto geografico, dallo stato sociale o dal grado di studio?

- Pensi che i “giovani d’oggi” sono tutti vuoti?

- Hai mai pensato che quelli con gli occhiali sono più colti e intelligenti?

- Rinunci a uscire una sera con amici perché c’è gente dell’opposta parte politica?

- Ti capita di dire di una data categoria professionale che “sono tutti ladri”?


Se rispondi sì ad almeno tre domande, il problema ti riguarda.


Perché lo si fa

- Per il bisogno di slogan e di certezze immediate, di verità forti da seguire.

- Per l’esigenza di esibire un sapere o una sicurezza che non si ha.

- Perché non si ha una conoscenza reale di fatti, cose e persone

- Perché si è troppo influenzati da una comunicazione massmediologica troppo superficiale

 

I rischi

- Grossolanità dei ragionamenti e delle conversazioni.

- Impossibilità di cogliere la realtà vera che si ha di fronte.

- Arresto dello sviluppo psicologico per difficoltà di elaborazione mentale.

- Perdita di occasioni relazionali e peggioramento dei rapporti.


I consigli pratici

Conosci meglio ciò che classifichi
Fai una settimana di full immersion (un viaggio, delle letture, un approfondimento relazionale) in una delle categorie che pensi di conoscere e che sei consapevole di generalizzare, sia in senso negativo che positivo. Avrai delle sorprese, ed è ciò che ti serve.

Ritrova attenzione per i dettagli
Prendi un libro d’arte, delle foto o dei quadri e dai un primo sguardo veloce e “da lontano” alle immagini. Dopo mezz’ora soffermati su alcune di esse e osserva i particolari. Noterai subito quanti dettagli significativi trascura uno sguardo “generale” sulle cose.

Usale solo quando sono davvero tili
Ci sono momenti in cui generalizzare serve: ad esempio per mettere in guardia i figli piccoli da alcuni pericoli, quando sono necessarie comunicazioni snelle e veloci, quando non si vuole scendere in profondità nei discorsi con qualcuno di estraneo.

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