VIDEO Autoguarigione: la cura ai disagi emotivi è dentro di te

Scopri l'atteggiamento mentale giusto per vincere ansia, panico e tristezza

In questo numero di Riza Psicosomatica parliamo di autoguarigione e di quali sono le regole per attivarla.

Cosa facciamo di solito quando arriva un disagio psichico come ansia, depressione, ossessioni, paure e così via? Di solito noi tendiamo a portare tutta la nostra attenzione sulla sofferenza che stiamo provando e vediamo solo il lato negativo, il trauma, la ferita, cercando di capire qual è la causa, di chi è la colpa, cosa abbiamo sbagliato, cosa non ha funzionato. E soprattutto abbiamo una grande fretta di mandare via il dolore, la sofferenza.

Ma così ci dimentichiamo la cosa più importante: dentro di noi, qualsiasi disagio stiamo vivendo, c’è un sistema immunitario psichico che ci sta curando. Un meccanismo di autoguarigione invisibile, nascosto, opera dentro di noi a nostra insaputa. Ma dobbiamo stare attenti a non disturbarlo.

Il nostroatteggiamento mentale invece va spesso nella direzione sbagliata e mette in atto operazioni che, senza volerlo, tengono in vita il disagio. Ecco perché si guarisce dai disagi psichici sempre grazie a un cambiamento dell’atteggiamento mentale.

E quali sono le regole di questo cambiamento?

La prima regola è eliminare le cause e il tempo. Tutti i pazienti dicono: ho iniziato a star male da quando è successo che… Ad esempio quando mio marito se n’è andato, oppure quando  sul lavoro le cose sono andate male, oppure, oppure, oppure… Ma è proprio così che i disagi diventano cronici.

Invece, non portare l’attenzione sul periodo in cui è iniziato il disagio e su che cosa l’avrebbe scatenato, ma osserva tutti i meccanismi gioiosi che ti abitano. Sì perché l’autoguarigione corrisponde a stati gioiosi della mente.

E il dolore invece cos’è?

Il dolore psichico è come una spugna che cancella tutto ciò che è ormai inutile, tutto ciò che non ci serve più: serve a liberarci dalle illusioni della mente, soprattutto dall’idea sbagliata che ci siamo fatti di noi stessi, del nostro destino, di dove dobbiamo andare di chi dobbiamo essere. Il dolore ci restituisce al vuoto, un vuoto in cui le nostre tendenze innate possono di nuovo avere spazio e fiorire.

Più attribuiamo il dolore a cause esterne e lo collochiamo nel tempo, più il principio di autoguarigione si blocca. L’autoguarigione vive sempre “adesso”: proprio mentre io mi dico che non vado bene, che devo migliorare, che c’è qualcosa che non funziona in me, qualcosa dentro di me sta fiorendo e mi sta guarendo.

Ecco perché è importante scrutare bene dentro noi stessi: siamo abitati da energie antiche, primordiali e sono loro che determinano i nostri stati interiori, non ciò che ci è successo all’esterno.

E poi bisogna imparare a fermarsi e ad aspettare. Quando stai male prova a dirti: ho il mio disagio, la mia paura, la mia tristezza; so che è lì, non voglio scacciarla, anzi la tengo con me e voglio imparare a non ragionarci su. Se mi ostino a ragionare sul disagio, non passerà mai.

Invece devo cercare tutte le altre risorse che mi abitano: immagini, fantasie, passioni, tendenze… Allora posso scoprire che il disagio sparisce senza che io debba fare niente, come se il sistema immunitario psichico mi facesse una sorpresa. Ma perché accada devo imparare a vivere fuori dal tempo: io sono quello che è qui, col disagio, ma sono anche qualcosa di altro, qualcosa di sconosciuto a me stesso.

I disagi emotivi passano quando non accettiamo di essere soltanto “reali”, di non essere attaccati all’idea che ci siamo fatti di noi e della loro malattia, ma ci apriamo all’inaspettato e allo sconosciuto che ci abita.

Buona lettura!

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