Ti senti una sconosciuta? Sei sulla strada giusta
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Ti senti una sconosciuta? Sei sulla strada giusta

Si pensa comunemente che sapere chi si è e cosa si vuole sia il viatico del benessere: la storia di Consuelo dimostra che non è così

Mi chiamo Consuelo e sono in crisi: sono sempre stata una donna libera e avventurosa fino a quando ho conosciuto mio marito ed ho scoperto di voler essere madre e moglie. Quando mio figlio è cresciuto ed è diventato indipendente, ho iniziato a sentirmi frustrata e ad avere una forte nostalgia per ciò che ero prima di sposarmi, tanto che un giorno ho iniziato a scrivere ad un uomo che avevo conosciuto anni prima e con cui, tempo dopo, ho tradito mio marito. Quest’uomo dopo qualche tempo ha deciso di allontanarmi perché sono sposata e lui non lo accettava. Dulcis in fundo, si ammala mia madre: io mi occupo di lei giorno e notte ma comincio anche ad avere l'ossessione per le pulizie. La notte prima di incontrare quell'uomo per l’ultima volta ho sognato mia madre che mi regalava un paio di scarpe con il tacco e ricordo che questo sogno lo feci anche all’inizio di questa relazione, solo che in quel caso le scarpe con il tacco era lui ad avermele regalate. Se penso a noi sento un dolore diffuso che parte dal ventre e si propaga in tutto il corpo, mi manca quell’energia che sentivo quando gli ero vicina. In questo momento mi sento addolorata ma viva. E non so che fare...

La cosa più significativa che Consuelo ha scritto nella sua mail è il finale: "Mi sento addolorata ma viva e non so che fare". È proprio così: soffre, si sente persa come un viandante in un bosco sconosciuto, non sa che direzione prendere. Ma si sente viva e questo è ciò che conta oggi: che lei si senta viva, vitale, piena di energia. Perché affermo questo? Quando siamo in una relazione o diventiamo genitori, spesso accade che finiamo per lascarci guidare dalle aspettative del mondo esterno (e a volte dall'idea che ci siamo fatti noi stessi, di come "si deve vivere"), rimanendo così incastrati in ruoli rigidi e ritrovandoci poi nostalgici e frustrati senza capirne il motivo. Accade perché abbiamo perso di vista la nostra identità profonda, la nostra interiorità. Questo è quanto è accaduto a questa donna che, soffocando la sua parte libera e avventurosa per rivestire unicamente il ruolo di mamma, una volta che il figlio è diventato indipendente, si sente smarrita. È proprio in questo smarrimento compare improvvisamente nella vita di Consuelo un uomo, che riaccende in lei una potente energia e le permette di sentirsi nuovamente viva: la sua anima è scesa in campo per smascherarla, per farla evolvere.

Diamo spazio ai mille volti che ci abitano

Fra i tanti meriti attribuiti a Carl Gustav Jung c'è quello di aver intuito che gli dei antropomorfi della Grecia antica, che abitavano le cime nebulose del monte Olimpo, fossero delle rappresentazioni di tipi umani e di caratteristiche che tutti gli uomini e tutte le donne possedevano: la furia bellica di Ares, il carisma del comando di Zeus, l'intelligenza strategica di Atena, il femminile materno di Demetra e così via. Nella mitologia greca, ad esempio, Artemide, dea della caccia, della luna e della natura selvaggia, amava vagare per i boschi, a volte accompagnata da qualche sua amica ninfa, senza curarsi affatto dei doveri e delle consuetudini tradizionalmente riservati alle donne. Questa figura rappresenta gli aspetti di autosufficienza e autonomia che permettono alla donna di coltivare i propri aspetti femminili a prescindere dalla relazione con un uomo, un figlio o con i genitori. Artemide ci ricorda Consuelo prima del matrimonio, in altre parole prima che lei scoprisse qualche altro volto di sé: le dee Estia e Demetra.

Estia era la dea del focolare domestico il cui simbolo era un focolare rotondo che era posto al centro di ogni abitazione e di ogni tempio, il cui fuoco doveva ardere sempre. Quel fuoco in realtà non è altro che un principio erotico che nell’archetipo Estia veniva sublimato a livello spirituale come fuoco sacro che forniva luce, calore e tepore. Demetra invece era la dea delle messi, dell'abbondanza dei raccolti e della maternità, dispensatrice di cibo e di sostegno spirituale, colei che trova espressione nell’essere madre e nell’accudimento, come fa Consuelo con suo figlio e con sua mamma, ammalatasi durante la pandemia. È proprio in questo momento che Consuelo ci scrive: l’accudimento della mamma malata e il conseguente ribaltamento dei ruoli (da figlia a madre), dà luogo a un’inflazione dell’archetipo di Demetra che sfocia in un fastidioso disagio, in altre parole nel controllo assoluto. Consuelo pensando di poter controllare qualsiasi cosa inizia ad avere comportamenti ossessivi di pulizia sull’ambiente che la circonda.

Conta il desiderio, non tu

Che cosa sta cercando di dirle la sua anima? Le sta mandando un messaggio importantissimo, che lei ancora non capisce e che quindi che la disturba: le sta mandando il desiderio, l’eros sta andando a trovarla. Proprio per questo Consuelo improvvisamente decide di avvicinare un uomo che le piaceva anni prima, e con cui inizia una relazione appassionata. Anche se questa liaison dopo qualche tempo finisce, ha avuto un ruolo fondamentale: fungere da tramite tra lei e Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore, l’archetipo della sensualità e dell'eros. Ora che la ricongiunzione fra i suoi volti interiori è avvenuto, quell’uomo ha esaurito la sua funzione, non serve più ed è per questo che scompare, non perché lei sia sposata. Ciò significa che Consuelo dovrà tornare da suo marito o che dovrà lasciarlo? Non possiamo saperlo! La vita s’incaricherà di chiarirlo, esattamente come fecero i sogni di cui ha parlato nella mail. Di una cosa siamo sicuri: sentirsi sconosciuti è un ottimo viatico per l’evoluzione! Quanto più ti senti sconosciuta, tanti più volti scoprirai in te; quanto più penserai di sapere, di conoscerti, tanto più soffrirai. A te la scelta...

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