Quelli che non riescono a star fermi
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Quelli che non riescono a star fermi

Che siano stanchi o riposati, sani o malati niente può frenarli perché agire è il punto essenziale della loro vita: uno stile di vita che presenta dei rischi

Molti li chiamano panzer, riferendosi ai famosi carri armati super-corazzati che non si arrestano di fronte a nulla. Alcuni utilizzano espressioni come “forza della natura”, a indicare la continuità e la forza incoercibile della loro azione; altri li definiscono “stakanovisti”, cogliendo l’esagerazione del loro attivismo. Stiamo parlando dei “senza posa”, cioè di chi non si ferma mai. Non importa se sono stanchissimi, tristi o giù di morale, sani o ammalati. Loro vanno avanti nelle loro attività quotidiane senza batter ciglio, anzi a volte intensificandole proprio per combattere la richiesta di pausa che arriva dal loro corpo o da chi li circonda, spesso esasperato dai loro ritmi.

Non si tratta della ormai ben nota ipercinesi, cioè del fare tante cose di continuo e nel minor tempo possibile, né del classico eccesso di senso del dovere, che spinge a sobbarcarsi fatiche ben oltre il dovuto. Qui il punto centrale è la necessità, pressoché assoluta, di “andare”, di fare, di essere attivi e impegnati, meglio - ma non per forza - se in qualcosa di utile a se stessi e agli altri.

Corrono seri rischi

Sentono poco il dolore fisico e la fatica e il corpo spesso li sostiene grazie alla sua robusta fibra. Ma anche quando “scricchiola” (stanchezza, febbre, sintomi e dolori vari) lo ignorano o, se ciò non è possibile, cercano di fare comunque qualcosa. Dal punto di vista psicologico, sono persone che si identificano nell’azione o, meglio, nella continuità dell’agire, quasi si rifugiano in essa, si sentono vivi ma anche protetti, come se stare fermi significasse esporsi alla non esistenza (il famoso horror vacui, cioè la paura del vuoto) e a una perdita di tempo prezioso. Ma questo non fermarsi mai, che spesso permette loro di reagire con forza alle avversità e di essere un pragmatico punto di forza anche per gli altri, può avere serie conseguenze. La mancanza di senso del limite espone corpo e psiche a un silenzioso ma profondo logorio che, superata l’ultima soglia di resistenza, si potrà manifestare di colpo con un malessere o con una patologia anche importanti. Imparare ad agire più lentamente è, in questi casi, un vero e proprio gesto di prevenzione.

Le frasi tipiche: parlano come agiscono

  • “C’è sempre qualcosa da fare”
  • “Non sono capace di stare fermo nemmeno un secondo”
  • “Non capisco perché dobbiamo stare  qui fermi quando potremmo andare a fare un giro”
  • “Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi”

I segnali d’allarme

L’insorgenza di uno o più di questi sintomi indica che è necessario rallentare.

  • Palpitazioni, disturbi del ritmo cardiaco
  • Disfunzioni tiroidee e surrenaliche
  • Nevralgie frequenti, dolori lombari e cervicali
  • Vampate di calore, sudorazioni improvvise
  • Vertigini, sbandamenti, calo della vista
  • Attacchi di panico, pensieri ossessivi o fobie

La guida: misura le tue energie e scopri così risorse e limiti

Ascolta il corpo

Anche se senti poco fatica e dolore, presta loro attenzione almeno quando si presentano: ti stanno indicando un limite che è saggio non superare. Imparare a modulare l’attività e le energie agirà anche sul tuo senso di identità, facendoti comprendere meglio limiti, risorse e veri obiettivi.

Impara a curarti

Nessuno è sano sempre. Quando ti capita un’influenza, una bronchite o qualche altra piccola malattia, non ripartire subito a spron battuto al primo miglioramento, ma riprendi gradualmente l’attività aspettando la guarigione. Ciò ti insegnerà a prenderti più cura di te stesso in senso globale.

Osserva gli altri

Se vedi che chi ti circonda continua a dirti “Fermati un attimo!” e fa fatica a starti dietro, forse non sta vaneggiando. Rifletti su quanto ti viene segnalato, potrebbe servirti. Inoltre non imporre agli altri i tuoi ritmi: rischi di produrre in loro non solo malessere ma anche risentimento.

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