Quando giudichiamo eccessivamente noi stessi, diventiamo i nostri peggiori nemici: lasciando "fiorire" le possibilità incontri l'autostima
Il giudizio, primo nemico dell'autostima....
Lo abbiamo sperimentato tutti da bambini, (e non soltanto...), il potere paralizzante delle critiche. "Potresti fare meglio...non va affatto bene...sei troppo riservato...sei troppo emotivo...sei troppo impulsivo...sei troppo timido..."... In realtà sono osservazioni che scivolano immediatamente dal piano dell'esame oggettivo a quello del valore soggettivo. Dentro di noi queste osservazioni si trasformano in una voce che presto si attiva da sola. Giudizi severi e inappellabili: vali poco, sei un incapace, non hai talento, non ti impegni abbastanza... A questo punto per molti di noi la reazione istintiva è la chiusura. Non basta tirarci indietro però, le critiche si sedimentano dentro di noi, diventando materia prima per la nostra autostima svanire...
Evitiamo la vita pur di fuggirlo...
Pensare di essere degli incapaci ci condanna a una vita vissuta "al minimo", fondata sul risparmio e sull'evitamento di tutto ciò che possa metterci in crisi o semplicemente alla prova. Pur di non sottoporci al fuoco di fila delle critiche svalutanti nostre e altrui, fuggiamo tutte le occasioni che ci consentirebbero di esplorare una realtà nuova, mortificando le potenzialità che dentro di noi languono inespresse, così come l'autostima. Restiamo sempre alla superficie delle cose, come un subacqueo con un galleggiante legato alla schiena: ogni volta che prova ad andare in profondità, quello lo tira a galla. Ma eliminare quel "galleggiante" si può.
Togli il freno e impara a buttarti: l'autostima arriverà da sé
L'inventore della lampadina, Thomas Alva Edison, a chi gli ricordava malignamente che prima di arrivare alla sua scoperta aveva fatto più di seimila tentativi fallimentari, rispondeva che i suoi non erano fallimenti: aveva scoperto molti modi...per non fare una lampadina! Vuoi conquistare l'autostima? È questo l'atteggiamento giusto.
- Ogni volta che ti appresti a fare qualcosa, soprattutto se è la prima volta, non concentrarti unicamente sul risultato che vuoi ottenere, ma su ciò che fai, cercando di essere presente a ogni passaggio, come fosse l'unico.
- Di fronte a un fallimento non trarre conclusioni sul tuo disvalore, piuttosto considera l'errore come un esperimento in grado di darti informazioni su ciò che non è andato bene. Ed estrai dallo sbaglio commesso un piccolo insegnamento.
- Scopri il piacere di cimentarti in ciò che non è da te: non tirarti indietro, prova puntando unicamente al divertimento o al piacere di fare le cose, come fosse un gioco.
- Allenati a sperimentare il nuovo: una ricetta che non hai mai provato, un autore che non hai mai letto, una persona che non hai mai frequentato, un nuovo colore da indossare... E se il risultato dell'esperimento non dovesse piacerti, poco male hai scoperto di te una cosa nuova.
Perché funziona: ti rinforzi e sperimenti, senza il timore di sbagliare
Sospendere le critiche su se stessi ci rende meno sensibili anche alle critiche che possono arrivare dagli altri. Eliminato questo potente freno inibitorio, avremo modo di sperimentarci sfatando pregiudizi su noi stessi, e intraprendendo strade alternative che ci portano a svolte e soluzioni inattese. Muoverci più liberamente moltiplica la possibilità di attivare "circoli virtuosi" che innescano cambiamenti anche radicali in modo assolutamente naturale.
