Sbalzi d'umore: trasformarli in alleati
L'aiuto pratico

Sbalzi d'umore: trasformarli in alleati

Se ti capita di viverli spesso, non cedere alla tentazione di “normalizzarti”: solo facendo spazio agli opposti la lotta avrà fine e diventerai armonico

Che rapporto abbiamo con gli sbalzi d’umore? Nessuno ci ha mai insegnato cosa farne, quindi prima proviamo a controllarli, ma siccome non è possibile li accettiamo passivamente come se fossero manifestazioni ineluttabili e incomprensibili che appaiono e scompaiono dalla nostra mente, salvo infastidirci molto se lo sbalzo d’umore capita a chi ci sta vicino. Ma siamo sicuri di non volerli in qualche modo sfruttare per portare uno sviluppo alla nostra personalità e rendere più fruttuoso il nostro viaggiare nella vita? In effetti, se cominciamo a ragionare in modo diverso sulla loro natura, possiamo scoprire cose molto interessanti e, nondimeno, assai utili.

Ottimista o pessimista…impara ad essere entrambi i volti
La sensazione, per chi vive lo sbalzo d’umore, è in effetti quella di essere abitati da due “io”: spesso uno più ottimista e costruttivo che, nei modi più diversi, si sente legato alla vita ed è in sintonia con essa, e uno più pessimista e distruttivo che, di caso in caso, si sente plumbeo, irritabile e indisponibile. Ognuno dei due, nel momento in cui pervade la nostra personalità, si crede unico e agisce in modo assolutistico: le cose sono come dice lui e non c’è modo di portarlo a una visione differente. Certo, l’io ottimista è senza dubbio più piacevole, ma si configura pur sempre come provvisorio, perché in breve tempo verrà comunque soppiantato da quello negativo.

Diventa testimone dei tuoi sbalzi
La conseguenza, ovviamente, è che per portare avanti qualsiasi cosa, dobbiamo di continuo fare i conti con i pensieri (e, a volte, con le scelte) dettati dall’euforia o dal pessimismo del momento. Ma se ci fermiamo a osservare con attenzione, noteremo che in realtà noi non “siamo” né l’uno né l’altro io. Non è che quello ottimista sia il “vero me” e l’altro no. La parte più vera di noi è “al di qua” di loro, testimone di questa alternanza che non si ferma mai in una delle due polarità proprio perché in entrambe manca qualcosa di fondamentale. Non sono due persone diverse, ma rappresentano due “tentativi di ricerca” fatti dalla stessa persona, che siamo noi. È la ricerca della nostra identità: la nostra mente va ai due poli opposti per cercare una verità su se stessa, ma finché la ricerca avviene in modo inconsapevole, come semplice automatismo, non porta a niente.

Non scegliere, integra
Se invece cominciamo a comprendere gli sbalzi e la loro dinamica, ecco allora che possono smettere di essere ospiti inquietanti o eccitanti, ma rappresentare una traccia di chi siamo veramente. E quel che siamo non è in uno dei due estremi ma nell’integrazione di essi. Possiamo dire che chi soffre di sbalzi d’umore non è ancora riuscito ad accettare che la realtà - soprattutto quella interiore, cioè le proprie caratteristiche, pulsioni ed emozioni - è fatta di opposti, di aspetti fra loro contraddittori eppur compresenti. C’è in fondo ancora qualcosa di idealistico e di utopistico nel suo concepire se stesso e il mondo. Ecco allora che “ascoltare gli sbalzi” può dare molti spunti su quali siano gli aspetti da vivere in modo più misurato e realistico. Così, se è vero che non si può impedire all’umore di cambiare, è anche vero che un umore ben vissuto ci aiuta a diventare più noi stessi. A quel punto, gli sbalzi saranno molto meno dirompenti e, gradualmente, si ridurranno di numero e di intensità.

Impara a guardarti da fuori, ecco come:

-Apri il “secondo occhio”. Se ti accorgi di un cambio repentino dell’umore, in entrambi i sensi ma soprattutto verso il basso, fai il possibile per non “credergli” ciecamente. Questo non significa resistere. Significa mantenere anche un “secondo occhio”, uno sguardo meno coinvolto. Prova a pensare: “Ecco, è scattato. Lo lascio venire, lo ascolto ma non mi identifico del tutto. È una parte di me, non vuole distruggermi e da solo non può fare niente”. Così durerà meno.

-Non trarre conclusioni. Per integrare ognuna di queste “ricerche di identità” è fondamentale non prenderle per oro colato, non dare loro troppa corda facendole diventare fonte di scelte importanti. Quando arriva l’ondata di umorenon trarre conclusioni su nulla (su di te, sul partner, sulla vita) e non prendere alcuna decisione. Sarai premiato da un forte “senso di te stesso”.

-Non coinvolgere altri. Lo sbalzo d’umore, per definizione, è transitorio, perciò non ha senso trascinare gli altri nella tua euforia per poi tirarti indietro, così come è dannoso per le tue relazioni sfogare sugli altri i tuoi momenti “neri” per poi ripartire come se niente fosse. Anche questo impegno sarà premiato da un senso di maggiore forza e stabilità.

 

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