Sto con te ma ho già pronto “il piano B”
Coppia e amore

Sto con te ma ho già pronto “il piano B”

Vivere una relazione al 30, 60 o al 100% fa molta differenza: investire in un rapporto non significa ritenerlo eterno, ma vivere la relazione con pienezza, istante per istante

Il piano B:  è così che alcune persone chiamano la propria “opzione di riserva” in ambito sentimentale, creata per garantirsi la possibilità, in caso di fallimento della relazione ufficiale, di non “restare a piedi” o di non “rimanere scoperti”, cioè soli. Tuttavia il piano B non è un semplice rapporto di scorta, da utilizzare quando l’altro non funziona più. Anzi, è già attivo anche quando la storia principale sta andando bene o, addirittura, si trova nella sua fase iniziale. Il piano di riserva è come una filosofia di vita: ogni storia, ancor più se importante, si accompagna allo sviluppo o al mantenimento parallelo di una relazione potenziale, di un flirt un po’ vissuto e un po’ tenuto in sospeso.

 

La via di fuga

Una realtà che, seppur in forme diverse è sempre esistita, ma che oggi, forse anche grazie alle possibilità tecnologiche di connessione continua, ha spiccato il volo, acquisendo un peso significativo nella vita di molti. Un atteggiamento deplorevole? Non c’è nessun moralismo, nelle considerazioni che leggerete, ma solo l’esigenza di evidenziare anche le sue frequenti implicazioni negative sulla qualità della vita, invidiale e di coppia. Non si discute sul fatto che “tenere sempre una porta aperta” possa fornire un apparente senso di libertà, ma c’è da chiedersi se “non chiudere mai la porta” sia benefico oppure no per la relazione principale che si sta vivendo.

 

Vivere a metà

Il punto è che, in molti casi, la presenza di un piano di riserva, a cui ricorrere per lenire le inevitabili difficoltà di qualsiasi relazione ufficiale, agisce sulla psicologia della persona, impedendole di vivere con pienezza tutti i momenti, belli e brutti, della storia che essa ha scelto come principale, e a cui dunque tiene molto. In pratica impedisce, anche quando si vorrebbe, di mettere il 100% del proprio essere nei momenti vissuti assieme. E questo spesso si paga, perché il rapporto si svuota e anche il partner alla fine sente che manca qualcosa.

 

Si rischia di vivere una felicità a metà

 

- Vivi in modo parziale sia te stesso, sia il partner.

- Trasmetti al partner, in modo subliminale, un senso di precarietà.

- Sottrai alla coppia le sue piene possibilità di crescita.

- Non ti senti pienamente felice, anche quando è possibile.

 

Se in amore ti risparmi poi paghi il doppio

 

Perché lo fai?

Chi si crea un piano B, in molti casi, non sa perché lo fa e lo mantiene in automatico. Sarebbe meglio una scelta più consapevole, così da poterla gestire meglio ed evitare che la sua presenza influenzi troppo la relazione con il partner. Spesso c’è dietro la paura di restare soli, la sfiducia nell’altro sesso o nella vita. Saperlo può aiutare a “riunificare” la propria mente.

 

Quando è una stampella

Se è presente un piano di riserva, dovrebbe rimanere tale. Qualora invece diventasse così importante, per chi lo vive, da essere ciò che in effetti tiene in piedi il rapporto ufficiale, forse può voler dire che né l’una né l’altra relazione sono quello che stiamo cercando… Altrimenti si passa la vita in mezzo a “mezze storie”, tutte inappaganti.

 

Mettersi in gioco

In amore risparmiarsi e fare strategie può evitare sofferenze acute, ma non paga. È un vivere sulla difensiva che non permette di “abitare” pienamente i rapporti, di essere presenti e che impedisce alla relazione di svilupparsi come potrebbe. Il piano B non deve essere un freno.

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