Sexting, app di incontri, chat: l’eros ai tempi del Covid
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Sexting, app di incontri, chat: l’eros ai tempi del Covid

Social distancing e vita erotica: come il dating online è diventato una soluzione di tendenza contro la noia da isolamento

Quest’anno abbiamo avuto la prova di quanto una pandemia possa ribaltare in poco tempo la nostra vita quotidiana, soprattutto se si parla di relazioni e sesso. In primis il distanziamento sociale, con le sue misure precauzionali volte a rallentare e impedire che il virus dilaghi, e la conseguente difficoltà ad incontrarsi, hanno modificato e in casi peggiori portato alla repressione di quel bisogno naturale che è il rapportarsi con l’altro, vita erotica inclusa. Ma non è tutto...

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La noia e il calo della libido

Se fino a qualche mese fa a scombussolare la nostra intimità erano soprattutto ansia e stress, legati alla situazione d’incertezza, o la paura di sfiorarsi per l’imminente contagio, oggi non è più così – o meglio non solo. Non trattandosi più di una realtà nuova e sconosciuta, in un certo senso, possiamo dire che ci fa meno paura. Sappiamo già cosa aspettarci e conosciamo a memoria le regole preventive da seguire. Ma allora perché molte persone manifestano difficoltà sessuali sempre più evidenti? Una spiegazione in realtà c’è: prima dell’emergenza sanitaria e del distanziamento fisico, l’esistenza di ognuno di noi era intervallata da una serie di programmi, appuntamenti sociali e tempo libero. Senza questa routine, è più facile sentirsi annoiati, senza stimoli e privi di scopo. Di conseguenza, la noia e la monotonia possono innescare frustrazione e insoddisfazione, generando così un’alterazione del desiderio sessuale, con una tendenza al calo della libido che può compromettere le diverse fasi del rapporto intimo. Una sensazione che, in parte, conoscevamo già prima del coronavirus, e che non ci abbandona neanche adesso che le misure restrittive sono state allentate.

L’eros ai tempi del Covid: cos’è cambiato?

Se dovessimo scrivere l’oroscopo dell’amore targato 2020, diremmo che il Covid ha contagiato anche l’eros. Tra i molti piaceri della vita che la pandemia ci ha sottratto, un posto speciale spetta agli affari del cuore e ai rapporti sessuali. Non è solo il timore di essere infettati a spingerci a una serrata castità. Il desiderio, infatti, ha una sua ritualità e non è per nulla automatico. Per prima cosa, a meno che si condivida lo stesso tetto, a mancare sono proprio i posti dove poter incontrare il probabile partner; bar, ristoranti, discoteche e gli altri luoghi di aggregazione sociale, come cinema e teatri, sono chiusi da un pezzo. Ma chiunque, sia single sia coppie conviventi o a distanza, sembra non essere sfuggito alla nemica numero uno delle relazioni: la già citata noia. C’è chi si è lasciato andare ed è sconfinato nella trascuratezza dettata dalla vita domestica con pigiamoni&co – abbattendo così ogni parvenza di desiderio – oppure chi, avendo messo su qualche chilo di troppo, non vuole far brutta figura allontanandosi dal talamo... Altri, invece, sono riusciti ad alimentare il fuoco della passione (e sì, a vincere la noia) con un po’ di fantasia e immaginazione, oppure facendolo in via “virtuale”, attraverso i mezzi che le nuove tecnologie ci offrono.

La nuova frontiera del dating online

I tempi del classico invito a cena sono, per ora, da mettere in pausa. Ma dobbiamo ricordare che, dopo una crisi, c’è sempre una nuova opportunità. Oggi molti di noi hanno scelto la strada del corteggiamento in modalità digitale, con una crescita esponenziale degli appuntamenti trasferiti su app di incontri, chat e social network. Non solo: molti studi rimarcano come in piena pandemia, vuoi per sentirsi più sicuri e non ammalarsi, vuoi per “provare cose nuove” e combattere l’assenza della libido, dando voce alle fantasie erotiche, si è evidenziata una crescita della pratica del sexting, ossia lo scambio online di messaggi a sfondo sessuale e selfies ammiccanti. Prevedibilmente è aumentato l’autoerotismo, con un maggiore utilizzo di siti dedicati e la vendita di sex toys e webcam, anche per mantenere un contatto virtuale con il proprio partner. Quindi la filosofia da adottare sembra essere: “Chattare, ma non toccare”. Tutelando sempre la privacy personale, evitando così spiacevoli episodi di cyberbullismo e revenge-porn.

In particolare, le app di incontri stanno avendo un grande successo tra i single. La pandemia, infatti, può aver bloccato la nostra libertà d’azione, ma non la necessità innata di creare legami e, perché no, trovare l’anima gemella. Negli ultimi mesi il dating online, appunto gli incontri virtuali, ha visto un aumento esponenziale di nuovi iscritti, ma anche della durata delle conversazioni e quindi del tempo di permanenza online. Molte delle popolarissime app di dating disponibili hanno, per questo, dato la possibilità ai loro utenti di effettuare videochiamate per agevolare la “conoscenza”, funzione che prima era disponibile solo a pagamento. E ammonito sui rischi di vedersi di persona, con un messaggio sulla homepage che ricorda di disinfettarsi sempre le mani e magari pure il cellulare. Accanto al desiderio, ormai scontato, di avere un contatto fisico, il distanziamento sociale non ha impedito alle persone di ricercare rapporti stabili o quanto meno una compagnia contro il senso di isolamento e la noia. Conoscere persone nuove e stuzzicare così la curiosità, essendo aiutati dallo screening digitale per poi, appena sarà possibile, uscire insieme. E insomma: se son rose fioriranno....

La ricerca scientifica: il sex-tech

In questo periodo sono state condotte numerose ricerche che mettono al centro gli effetti del coronavirus sulla vita sessuale complessiva degli individui. Alcune s’interrogano sul fenomeno sempre più diffuso del sex-tech: ossia l’uso di “tecnologia sessuale” in risposta all’impossibilità di intrattenere relazioni interpersonali durante la pandemia. Una di queste è firmata da psicologi e sessuologi del Kinsey Institute in Indiana (USA) e pubblicata sulla rivista Leisure Sciences. L’esperimento ha coinvolto 1559 adulti ai quali è stato chiesto l’impatto del Covid sulla loro vita intima e se questa fosse migliorata o peggiorata. Quasi la metà dei partecipanti ha riferito di avere avuto un calo di rapporti sessuali durante il lockdown, ma c’è stato anche chi ha confessato di aver risvegliato la curiosità e la voglia di sperimentare. Una persona su 5 ha ammesso di aver provato almeno una nuova attività sessuale. Tra le aggiunte più comuni vi erano il sexting, cioè l’invio di contenuti sessualmente espliciti, inventarsi una nuova posizione a letto, la pornografia, il cybersex e filmarsi durante atti di autoerotismo. Le motivazioni psicologiche che hanno spinto alla ricerca di nuove “strategie” hanno riguardato soprattutto il crescente desiderio sessuale accumulato nei mesi e la solitudine. Le donne rispetto agli uomini hanno aggiunto: l’eccitazione del partner e lo stress percepito. Dai risultati emerge, dunque, come anche in presenza di difficoltà e cambiamenti drastici nella vita quotidiana, molti adulti siano riusciti ad esprimere la loro sessualità in maniera creativa e far fronte così allo stress e sentirsi meno soli.

Conclusioni

Lo stimolo a provare cose nuove non solo consente di migliorare la vita sessuale e rivoluzionare la propria intesa erotica col partner, sia esso stabile od occasionale, ma ha effetti positivi anche sul benessere psicofisico. Questo perché la pratica sessuale stimola il rilascio di endorfine nell’organismo, favorendo la riduzione di ansia e stress e rafforzando le difese immunitarie e le funzioni intellettive. Tuttavia, con la speranza che arrivino presto tempi migliori – anche tra le lenzuola – se si sceglie di avere relazioni virtuali, è importante non perdere mai il contatto con la vita reale, essenziale per la crescita personale dell’individuo e il suo rapportarsi con l’altro.

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