In ognuno c’è un volto sconosciuto, straniero, estraneo: la maturità è il momento migliore per contattarlo e farsi guidare alla scoperta di quel che possiamo fare adesso
Una lettrice di AntiAge mi ha inviato una mail molto significativa, che riporto nel nuovo numero in edicola. La signora mi ha parlato dello “straniero” che sente in lei: questo straniero simbolico, senza che lo si sappia, rappresenta quel può condurci davvero verso lil nostro destino e quindi al ringiovanimento. Non lo fa dicendoci cosa dobbiamo fare o come ci dobbiamo comportare, ma come una presenza che si manifesta quando meno la aspettiamo, qualcosa che appartiene al regno dell’incanto, della magia. La lettrice continua il racconto dicendo che, poiché non riusciva a parlare direttamente a quello “straniero”, aveva provato a seguire i nostri consigli: non fare nulla, percepire il vuoto, senza cercare di risolvere i problemi.
Ha funzionato poiché questa è la sola strada da percorrere. Propongo a lei e a tutte le lettrici di AntiAge un piccolo esercizio: un'ora al giorno, facciamo le cose che accontentino lo “straniero”, la donna o l’uomo senza volto che abita dentro di noi. Immaginiamo di chiedergli un parere, mettendoci semplicemente in ascolto. Se lo facciamo, come per incanto la vita cambia, perché lo straniero “agisce” da dentro senza che ce ne accorgiamo. La strada maestra per la giovinezza dell’anima consiste nell’affidarsi a qualcosa di interno, profondo, che non può essere visto ma che sa regalarci tutta l’energia di cui abbiamo bisogno.
AntiAge, il nuovo mensile dedicato alle donne.
