Principessa sul pisello: proviamo a non cambiarla
Crescita e sviluppo

Principessa sul pisello: proviamo a non cambiarla

Come insegna la favola, la richiesta della principessa non è un capriccio ma la consapevolezza di un suo disagio e una richiesta di comprensione

Per indicare che un bambino è particolarmente schizzinoso, si usa dire: “Non fare come la principessa sul pisello”; anche i minimi dettagli gli danno fastidio e lo turbano. In realtà questa fiaba popolare, tanto breve quanto profonda, ha solo parzialmente a che fare con la denigrazione degli atteggiamenti altezzosi e raffinati degli snob. Il tema centrale è un altro: il titolo originario è la prova dei piselli. Quando giudichiamo i nostri bambini (e la realtà in generale) solo con gli occhi dell'analisi e della razionalità rischiamo di non riconoscere e cogliere la loro unicità. Così fanno il re e il principe che vagliano tutte le fanciulle secondo il curriculum, i vestiti, le sembianze. Ma questa rigorosa valutazione dell’aspetto esteriore rischia di far cacciare via per sempre dal loro regno proprio la principessa vera. Meno male che c'è la regina, che con la sua sensibilità tipicamente femminile apre uno spiraglio. 

Affidarsi all’istinto semplifica la vita

Questa fiaba insegna al bambino che dalle sue emozioni pure e dalla spontaneità con cui si affida ai suoi istinti dipende la chiave della sua fortuna. Riuscire a sintonizzarsi sui propri bisogni profondi e manifestarli è tipico dell’infanzia anche se spesso il bambino usa un linguaggio simbolico e ricco di metafore per comunicare le sue sensazioni, come fa la principessa: “è come se avessi dormito su dei piselli”. Sta al genitore prestare attenzione ai bisogni del piccolo, senza scambiarli a priori per vizi, e assecondarli nella giusta misura. 

Quando leggerla e a chi

Raccontiamo questa fiaba ai bambini timidi o insicuri che hanno difficoltà a esprimere i loro bisogni. E per questo possono essere fraintesi. Questa storia aiuta i bambini a far emergere le loro emozioni. La fiaba è utile anche a insegnanti e genitori che tendono a valutare il bambino seguendo modelli di giudizio standard, con il rischio di dimenticare la sua natura originale.

Il racconto: il letto era così duro che…

C’era una volta un re che aveva un unico figlio, che voleva sposarsi. Così emanò un bando rivolto alle principesse dei regni vicini e lontani per trovare la degna sposa. Si presentarono molte fanciulle, che però, valutato il loro albero genealogico, non erano vere principesse. Il principe era molto sconsolato, ma la madre lo rincuorò, dicendogli: “Quando meno te l’aspetti, la fortuna capita, sta fuori dalla porta e non c’è che da aprirla”. E avvenne proprio così.

Una sera di forte tempesta, bussò alla reggia una fanciulla che dichiarò di essere la figlia di un re potente di un regno molto lontano, di aver letto il bando col ritratto del principe e di essersene così innamorata, da decidere di mettersi subito in cammino, senza nessuno che la accompagnasse e non curandosi delle intemperie. Vedendola sola, trasandata e con gli abiti inzuppati di pioggia, il re non le credette e la invitò a tornarsene al suo paese. Ma la regina gli propose invece di farla rimanere per sottoporla a una prova che avrebbe permesso di scoprire se fosse veramente una principessa.

La regina, allora, salì sulla torre e fece preparare un letto in una stanza sontuosa. Sopra il materasso mise tre piselli, uno all’altezza del capo, uno all’altezza dei piedi e il terzo al centro, e poi fece posare altri sei morbidi materassi, le lenzuola e un piumino. Poi invitò a riposare. La mattina seguente, la regina si recò nella stanza della fanciulla convinta di trovarla ancora sprofondata nel sonno, invece quella dichiarò di aver dormito malissimo, perché il letto era così duro, "come se ci fossero dei piselli sotto i materassi". Di fronte a quelle parole, la regina dichiarò di avere davanti a sé una principessa e predispose tutto per le nozze col figlio.

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