La maestra ce l'ha con me: Vero o falso?
Adolescenti

La maestra ce l'ha con me: Vero o falso?

Se nostro figlio afferma di non piacere alla maestra, non dobbiamo essere per forza d'accordo con lui ma fargli capire che ci interessiamo al suo problema

Cosa fare se pare che la maestra prenda di mira nostro figlio

È una questione abbastanza delicata. Un tempo si sarebbe pensato: "L'insegnante ha sempre ragione!" e quindi si sarebbe corsi ai ripari puntando a correggere il comportamento del bambino attraverso critiche, punizioni, sgridate, a volte persino umiliazioni...L'istituzione scolastica e, i suoi giudizi non si discutevano. Oggi siamo spesso all'estremo opposto: gli insegnanti non rappresentano più la "verità", hanno perso autorevolezza e i genitori (in particolare le madri) si sentono in dovere di difendere a spada tratta l'operato dei figli seguendo una falsariga simile: "C'è qualcosa che non va in te insegnante, non nel mio bambino...".

La strada giusta? Nessun pregiudizio

L'atteggiamento più produttivo, di fronte a una lamentela del tipo "La maestra ce l'ha con me" è mettere in campo una verifica il più possibile neutra. In primis è necessario un confronto con l'insegnante per valutare la "temperatura" del problema, nonché informarsi con gli altri genitori per sentire se qualche altro bambino ha o ha avuto un problema simile.

Quindi porsi queste domande:

  • Di che problema si tratta?
  • L'insegnante si comporta così da sempre o è scattato qualcosa di nuovo? E se si, che cosa?
  • È un problema che riguarda solo figlio o coinvolge un gruppetto di bambini? (un classico: le femmine sono più tranquille, è sempre colpa dei maschi...).
  • Come vive il bambino il problema? (è irritato, nervoso, distaccato, spaventato, umiliato, si sente in colpa...?)
  • Si lamenta o tiene tutto dentro?
  • È lui che è ipersensibile o ribelle (non accetta le regole in classe) o ha effettivamente ragione?

Nessuna "guerra" agli insegnati

Difenderlo sempre a priori davanti all'insegnante, ai compagni...dicendo che tutti hanno dei pregiudizi contro di lui, povera vittima degli altri, è solo controproducente. Il rischio da un lato è quello di cronicizzare il rifiuto scolastico di nostro figlio, dall'altro esacerbare il rapporto, magari già non buono con il maestro, con inevitabili ripercussioni. Teniamo conto che confrontarsi in modo non drammatico con le frustrazioni, la diversità e la solitudine, col sentirsi incompresi, permette al bambino di imparare a crescere.

Quando è vero, quando no: che fare

Dopo questo ampio "giro di pista" si può decidere il da farsi, ovvero che peso dare alle difficoltà sollevate da nostro figlio e come comportarsi.

  1. Se il problema è il nostro bambino, la soluzione è più semplice: lamentarsi della maestra è l'alibi più pratico per non studiare o non rispettare le regole di comportamento richiesto. Gli si parla, gli si spiega, gli si fa notare che se fa ciò che gli viene richiesto, se rispetta le regole, sfumerà ogni aggressività dell'insegnante. È un lavoro impegnativo per il genitore ma rientra nella consuetudine.
  2. Se il problema è la maestra, la questione si fa più complessa: si può esporle il problema a lui o lei e vedere come reagisce, fino a parlare con i dirigenti scolastici. Dipende da situazione a situazione, la cosa importante è che vostro figlio sia consapevole che l'avete capito, che gli credete, che vi siete attivati. È fondamentale che si fidi di voi e della vostra determinazione a proteggerlo.
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