Il protagonista d’autunno è il fico d'India: ha poche calorie ed è ricco di fibre snellenti che regolano la flora intestinale e riducono il senso di fame
Anche una spina è gradita quando poi ci si aspetta di vedere… un dolce fico d’India! È dall’Opunta ficus-indica, una pianta grassa originaria del Messico e ora diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo (fu introdotta in Europa nel 1500 dai conquistadores spagnoli) che nasce il fico d’India, il frutto dalle mille proprietà benefiche che inaugura con i suoi colori rinvigorenti la stagione autunnale.
L’estate è finita da un pezzo, ma col pensiero possiamo evocare immagini, profumi e colori della costa mediterranea e quella stradina che porta fino al mare, circondata da pale verdi e spinose. Su quelle foglie a forma di goccia sono aggrappati frutti rossi, gialli e bianchi, che imperterriti attendono l’arrivo dell’autunno per la loro fioritura e diventare poi dei succosissimi fichi d’India.
Alleato della dieta | La presenza di fibre riduce gli attacchi di fame e aiuta a diminuire l’assorbimento di zuccheri dopo aver mangiato, evitando l’accumulo di grassi su pancia, fianchi e glutei. |
Regola l’intestino | Il suo consumo, sempre grazie all’alto contenuto di fibre, migliora il transito intestinale e favorisce la rigenerazione della flora batterica. |
Ha proprietà purificanti | Essendo povero di sodio, ma ricco di sali minerali e acqua, riduce il rischio di calcoli renali. |
Un balsamo per la gola | Il succo che viene estratto dal frutto è efficace per combattere tonsilliti e infiammazioni. |
Cura le ferite | Il gel ricavato dalle foglie grasse si applica sulla pelle per disinfettare ferite e abrasioni. |
Uno scudo per gli occhi | Il fico d’India contiene molte sostanze antiossidanti; tra queste, il beta-carotene, la luteina e la zeaxantina che prevengono la comparsa di problemi alla vista dovuti all’invecchiamento. |
Antidepressivo naturale | È una miniera di vitamine e minerali che allontanano stati depressivi e stress psicofisico; in particolare, la tiamina (vitamina B1) contribuisce a migliorare il tono dell’umore. |
Molti studi sostengono che i flavonoidi di cui è ricco il fico d'india abbiano effetti utili a rinforzare la memoria e a proteggere il cervello. Per questo, il fico d’India è un ottimo alleato nella prevenzione e trattamento di disturbi come l’Alzheimer, una malattia degenerativa che distrugge le cellule cerebrali, causando una compromissione irreversibile dei processi cognitivi. Le capacità neuroprotettive e ringiovanenti del fico d’India sono state messe in luce da uno studio condotto da quattro di team di ricerca coreani, pubblicato di recente sul Journal of Medicinal Food, che ha comprovato l’efficacia del suo estratto per migliorare le funzioni cognitive complessive. Per rafforzare il cervello e la memoria, oltre a berne il succo, puoi assumere il fico d’India in capsule o compresse (2 volte al giorno lontano dai pasti).
Il primo approccio con il fico d’India spaventa sempre, per via della calotta irta di spine che lo ricopre. Niente paura, per aprirlo basta solo qualche accorgimento: puliscilo con l’aiuto di una forchetta per bloccarlo nella parte centrale e con un coltello fai un’incisione che passi da un lato all’altro della buccia per far fuoriuscire la polpa. Una volta aperto, taglialo a rondelle e servilo insieme una porzione di ricotta fresca: la loro unione ti mantiene in forma e ti ricorda i profumi del Sud…
Il fico d’India è un frutto a basso contenuto calorico, 100 grammi equivalgono a 55 calorie. È ricco d’acqua e di sali minerali drenanti che stimolano la diuresi e contrastano la ritenzione idrica e la cellulite. Dall’altra parte, il consumo di questo frutto è severamente sconsigliato a chi soffre di diverticoli, perché i minuscoli semi di cui è composto il fico d’India possono insidiarsi nelle anse intestinali formando infiammazioni o peggiorando situazioni già presenti.
Il fico d’India affonda le sue radici antichissime in terra messicana ed era già apprezzato ai tempi degli Aztechi - chiamato col nome Nopalli - presso i quali era considerato una pianta sacra con forti connotati simbolici. Il suo nome, infatti, evoca una vecchia leggenda che è all’origine della fondazione della capitale azteca, secondo cui un’aquila si appollaiò su un cactus in un isolotto circondato dal lago Texcoco. In quel luogo sorse Tenochtitlàn, detta “Il luogo dove abbondano i frutti del cactus che si erge sulla grande pietra”.
Nuestro Escudo Nacional siempre ha mantenido la referencia a la leyenda mexica sobre la fundación de Tenochtitlán en la que el águila representa el sol y la serpiente el agua. Descubre más imágenes y datos legislativos e históricos en nuestro Instragram: https://t.co/Y8gGowrBvrpic.twitter.com/HczJ4qUHc4
— Senado de México (@senadomexicano) November 17, 2019