Con la cicoria via stipsi e ristagni
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Con la cicoria via stipsi e ristagni

Selvatica o coltivata, questa insalata di stagione depurativa aiuta fegato e reni a smaltire le tossine che favoriscono l’ingrassamento e la cellulite

La cicoria più disintossicante e gustosa cresce in primavera, proprio quando il corpo ha più necessità di ripulirsi dalle tossine che impediscono al metabolismo di lavorare a regime. Le sostanze attive contenute nelle sue foglie depurano gli organi emuntori (fegato e reni) e favoriscono la peristalsi. Tutte le cicorie hanno un’ottima azione sgonfiante a fronte di un apporto calorico irrisorio. Scopri come farne tesoro...           

 

I suoi fiori nell’insalata combattono la ritenzione

La cicoria selvatica o tarassaco, (conosciuta anche come dente di leone), è quella più ricca di vitamine e sali minerali. Le raccolte primaverili sono le migliori, perché le foglie sono più tenere e più ricche di vitamine e minerali diuretici. Il tarassaco si mangia da solo o abbinato ad altre insalate, si usa nei risotti, nelle frittate o amalgamato nell’impasto degli gnocchi. Del tarassaco ogni parte è commestibile: i fiori gialli, ricchi di fitormoni rassodanti e anti ristagni, si mangiano in insalata; le radici essiccate e polverizzate si usano per preparare il caffè e i boccioli si possono conservare sott’olio o aceto, dopo averli fatti sbollentare.

 

Con aceto e peperoncino combatte la cellulite

 

Tarassaco e cicoria sono ottimi crudi in insalata, tagliati finemente. Si possono arricchire con un cipollotto (diuretico) e un uovo, per ottenere un piatto unico completo, ipocalorico e dimagrante che andrà condito con poco olio d’oliva, aceto e un pizzico di senape (bruciagrassi).

 

• Tutta la cicoria è ottima stufata (cotta in padella con poca acqua): in questo modo le foglie si ammorbidiscono e perdono in parte il tipico sapore amaro. A fine cottura si può aggiungere poco olio extravergine di oliva di prima spremitura a freddo oppure salsa di soia.

 

• Le cicorie sono gustose anche ripassate in padella (dopo averle scottate in acqua) con un filo d’olio, uno spicchio d’aglio e un pizzico di peperoncino rosso: è un contorno che smobilita i grassi più ostinati e previene la temibile buccia d’arancia.

 

I loro antiossidanti ti rassodano  

Oltre al tarassaco, possiamo trovare sui banchi del mercato tutto l’anno, a rotazione, le cicorie coltivate: la catalogna, la scarola, la cicoria riccia, l’insalata belga (indivia) e il radicchio. Sono ricche di vitamine, soprattutto la C, acido folico e betacarotene (che sono potenti antiossidanti), fibra e sali minerali: ferro, magnesio e calcio. Messa a confronto con le altre insalate amare, la belga ha meno sostanze nutritive (tra le quali la clorofilla) perché la sua coltivazione avviene al buio.

 

Come accorgersi della freschezza della cicoria che acquistiamo?

Se scegliamo cicoria coltivata accertiamoci che sia di provenienza biologica. È importante che sia fresca. Se acquistate cicoria già colta da qualche giorno oppure se la lasciate alcuni giorni in frigorifero prima di consumarla accertatevi che sulle foglie non si siano formate delle piccole macchie scure: queste sono dovute alla presenza di nitriti, sostanze tossiche che si sviluppano quando l’ortaggio sta appassendo. I nitriti derivano dai nitrati contenuti nei prodotti per la concimazione e tendono a concentrarsi nelle foglie. In questo caso la cicoria è da buttare via.

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