Immagina e scrivi la tua guarigione
L'aiuto pratico

Immagina e scrivi la tua guarigione

"Portare fuori” ciò che ci preme dentro non è solo un fatto creativo ma liberatorio, perché la scrittura è salutare e ci rimette in contatto con noi stessi

Fin dalla notte dei tempi l’uomo ha utilizzato il disegno e poi la scrittura per esprimere ciò che altrimenti gli risultava inesprimibile, per “portare fuori di sé” qualcosa che sente premere dall’interno. Dai primi dipinti nelle caverne alle prime parole incise sulla pietra, fino alla scrittura su carta e poi su computer, ciò ha sempre ridotto le sue paure, dato forma e controllabilità alle sue ansie, fatto emergere i suoi bisogni espressivo/creativi, permesso di elaborare meglio emozioni e stati d’animo.

Scoprirsi “più ampi”
Uno strumento potente dunque. Ecco il senso di una tecnica "autoterapeutica" apparentemente banale, ma in realtà basata sul riappropriarsi della ritualità del gesto della scrittura come momento centrale di incontro con se stessi, come possibilità di riattivare parti di sé la cui perdita o il cui mancato utilizzo potrebbero adempio essere tra le cause principali di diverse depressioni di lieve o moderata entità. Tali tecniche possono essere impiegate da sole oppure affiancarsi a una terapia già in atto (psicoterapeutica, farmacologica, naturale o corporea), come complemento al ritrovamento di se stessi e della propria natura. La scrittura vissuta in modo rituale estrae sempre qualcosa di noi stessi che è già presente ma che non conosciamo, almeno non in quella forma. Ed è proprio un “me stesso” più ampio, e non il “solito me”, che ci serve per uscire dalla crisi. Altrimenti ne saremmo già fuori da tempo. Vediamo come fare    

Si agli strumenti tradizionali
Meglio usare carta e penna invece del computer. Serve un gesto fisico, “artigiano”, con il quale i pensieri diventino materia visibile.

Elogio della lentezza
Scrivere con carta e penna favorisce una maggiore concentrazione e obbliga a una lentezza d’azione più vicina ai tempi della psiche.

Scegli un luogo familiare
Se scrivi in casa, scegli un punto più tuo di altri, in cui ti senti isolato; ideale la sera. Se fuori casa, prediligi posti che senti "tuoi", senza distrazioni.

Deve essere un momento sacro, solo tuo
Scrivi solo quando sai che non verrai interrotto, momenti in cui non ci sia fretta e che non siano veloci ritagli di tempo.

Ama i dettagli
Mentre scrivi sottraiti alla schiavitù della sintesi e lasciati andare all’espressione di dettagli e particolari, senza limiti.

Chiudi velocemente
Quando hai terminato non rileggere subito quanto scritto e ritorna su di esso solo dopo qualche giorno.

C’è uno stile adatto per  ogni disagio

Se soffri di scarsa autostima
Scrivi una lettera, facendo finta che verrà poi davvero spedita. Non importa che il destinatario sia reale o immaginario, che sia in vita oppure no. Scegli però una persona che abbia una valenza positiva e uno sguardo benevolo su di te.

Se il pessimismo ti imprigiona
Tieni un diario. Scrivi, anche in breve, le cose che fai e che ti accadono, annotando le sensazioni che restano a fine giornata. Quando lo rileggerai, fra qualche settimana, capirai se sei stato davvero così male. Il pessimista dimentica i fatti positivi o li travisa con l’emotività negativa del momento.

Quando la creatività è inespressa
Inventa dei racconti. Non cercare il verosimile: tutto ti è lecito, anche che il racconto non abbia né inizio né fine. È importante che non abbia finalità di messaggio ma sia solo espressione di fantasia.

Se ti accorgi di esser troppo serio
Scrivi parole a caso. Cerca un punto della casa in cui appendere un grande foglio bianco, con vicino una penna. Quando passi di lì scrivi quel che ti viene in mente: una riflessione, una mezza frase, un nome, un insulto. Nel tempo - potrà essere rinnovato - si rivelerà uno spazio mentale di libertà, di ironia e di gioco.

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