L'aiuto chimico al sesso, tolti i casi di patologia erettile, è pericoloso perché trasforma il piacere in prestazione e crea dipendenza
Da qualche anno il rischio di non riuscire più a vivere il sesso con il proprio partner intimorisce molti italiani. Un'ansia che - guarda caso - viene sovente placata dall'idea di trovare in farmacia prodotti specifici che possano ridare vigore a una sessualità sempre più addormentata, appunto le pillole dell'amore Sapere che esistono degli aiuti per il sesso, permetterebbe d'allontanare il timore del fallimento e aiuterebbe ad avere più fiducia in se stessi; purtroppo si tratta di un'illusione, poiché l'autostima non dipende da qualche cosa di "esterno" ma dalla percezione intima e profonda di ciò che siamo.
Se l'uso delle pillole dell'amore è utile nei casi di reali patologie e di deficit conclamati, il loro enorme successo ha generato un effetto collaterale spiacevole: una sorta di "dipendenza" per cui sembra che "senza" l'aiuto di questi farmaci non si possa più vivere una sessualità da vero "macho". Molti uomini, che non hanno alcun problema fisico, cercano nelle pillole dell'amore la soluzione per avere prestazioni "super", e non si rendono conto che invece il più potente afrodisiaco non è contenuto in una pillola, ma è nella loro fantasia. L'aiutino non viene cercato quindi solo per risolvere problemi reali, ma per aumentare il desiderio oppure per intensificare il piacere!
La chimica dell'amore si dovrebbe basare non su molecole sintetizzate in laboratorio, ma sugli odori, sul contatto della pelle e soprattutto sulle emozioni e le fantasie. Senza calcolare che la dipendenza dalle pillole dell'amore comporta una perdita di spontaneità: si arriva alla situazione paradossale per cui il sesso deve essere programmato perché, a un prezzo di parecchi euro per pillola, molte coppie dichiarano di non potersi permettere di "sprecare una buona erezione"!
Ecco allora che l'intimità viene vissuta come una prestazione, il sesso viene quantificato e valutato in base alla durata e alla "resa", dimenticando la parte magica data dalla componente emotiva e sentimentale. Per le donne la situazione non è molto diversa, si spazia dalle "pillole di Biancaneve" a macchinari in grado di innescare un orgasmo tramite elettrodi impiantati nella colonna vertebrale. Insomma un sesso sempre più chimico-tecnologico. In una società che accetta sempre meno le défaillance, le pillole promettono erezioni da "favola", ma a caro prezzo: la perdita della dimensione autentica, romantica e "fantasiosa" del sesso.
Marco Rossi, sessuologo