L’antico vegetale d’origine cinese rende il sangue meno denso e vischioso, riarmonizza l’intestino ed è un vero toccasana prima e dopo le abbuffate di fine anno
Pianta dai fusti violacei originaria dell’Asia orientale, in Cina il rabarbaro è usato già da quasi 5.000 anni a scopo curativo, ma è noto anche in Europa sin dall’antichità per le sue proprietà epatoprotettive e digestive che favorisconola depurazione dell’intero organismo e sostengono dolcemente l’attività di stomaco e intestino. L’efficacia del rabarbaro, confermata anche dalla ricerca farmacologica, si deve soprattutto alla presenza nelle sue radici di un potente mix di derivati glucosidici e di tannini, che stimolano la produzione di bile innescando una serie di effetti benefici a catena su tutti gli organi, in particolare sul fegato.
L’aumento della secrezione biliare ha un profondo effetto depurativo e riequilibrante: è grazie ad essa che il rabarbaro diluisce la concentrazione di lipidi nel sangue, lo “sgrassa”, riduce i livelli di colesterolo e regola l’assorbimento dei nutrienti, in particolare delle vitamine liposolubili. Non solo: il rabarbaro deacidifica la secrezione gastrica e stimola il transito intestinale, innescando un processo di “pulizia a 360 gradi”, con importanti conseguenze sulla funzionalità dell’apparato digerente. Gli estratti di questa pianta, in particolare, attenuano gonfiori, alitosi, pesantezza e alleggeriscono l’intero organismo rendendolo più efficiente.
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Un breve ciclo di cura a base di estratti di rabarbaro è molto utile nella stagione invernale, quando l’attività organica rallenta e le tossine in eccesso ristagnano con effetti negativi sugli organi. Ma non solo: questa pianta è soprattutto un rimedio “d’emergenza”, perfetto nei periodi, come quelli delle feste, in cui si tende a eccedere a tavola con un’alimentazione troppo grassa ed elaborata che sovraccarica la ghiandola epatica e affatica le attività metaboliche. Puoi assumere il rabarbaro al bisogno, quando avverti pesantezza legata a difficoltà digestive, oppure a cicli depurativi di due settimane. Se avverti pesantezza e costipazione, scegli l’estratto secco, seguendo le dosi indicate sulla confezione del prodotto; per disturbi più lievi, va bene la tintura madre (40 gocce prima dei pasti con un bicchiere d’acqua).
Metti 5-6 g di radici essiccate di rabarbaro in una tazza d’acqua bollente con mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio. Mescola bene e lascia riposare 10 minuti, poi filtra e diluisci l’infuso in 2 tazze d’acqua. Bevine un bicchierino da liquore prima dei pasti, per sostenere il lavoro del fegato.
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Usa i gambi lessati del rabarbaro per preparare macedonie depurative: tagliali a pezzetti insieme a mela, kiwi e frutto della passione e condisci con miele e limone. Aggiungi anche un gambo di rabarbaro a tocchetti alla composta di mele cotte e gustane una ciotolina come dessert.