Adolescenza e autonomia: istruzioni per l'uso
Crescita e sviluppo

Adolescenza e autonomia: istruzioni per l'uso

Come comportarsi con gli adolescenti: farli sperimentare e agire da soli. La famiglia deve essere presente, non invadente; ecco le istruzioni per l'uso

L'orgoglio di farcela da solo

Che l'adolescenza sia un'epoca di grandi trasformazioni è il pensiero che "conforta" la maggior parte dei genitori, disorientati dalle contraddizioni, dai repentini cambiamenti, dalle ribellioni e dalle scelte spesso sorprendenti dei ragazzi di quest'età. Incerti in alcuni ambiti, sicuri in altri; provocatori, faticosi, polemici da un lato e bisognosi di rassicurazione e pieni di dubbi dall'altro. A fare da collante al largo ventaglio di possibili facce dell'adolescenza c'è comunque la presenza di prove fondamentali per l'autostima, in cui i nostri figli si mettono in gioco, misurano le loro forze, sfidano se stessi e il mondo per allargare il proprio campo d'azione ed entrare a diritto in nuovi territori, di cui stabiliscono e difendono i confini. Sono proprio queste "prove", tappe fondamentali nel processo di accettazione di sé, a lasciare i genitori spesso interdetti: ne vedono i rischi, gli errori di prospettiva, le possibili conseguenze, e, come è forse automatico che sia, si allarmano e intervengono per ridurre al minimo i pericoli: non è così, però, che li aiutiamo ad affrontarle. Vigilanza e attenzione non devono arrivare a interferire con la partita importante che un figlio adolescente sta giocando: ecco qualche situazione-tipo che ci suggerisce come esserci senza combattere al posto loro.

Storie di adolescenti: impariamo a conoscerli

Se la prende coi professori: insegnagli l'arte della trattativa

Se ritiene di aver subito un'ingiustizia da un insegnante, se non è d'accordo con una regola che gli è imposta, si ribella e fa valere le sue ragioni. Il pensiero comune ti induce a mettergli un freno e a insegnargli a rispettare l'autorità del docente. Di fatto tuo figlio sta provando a se stesso che ha il diritto di replica e che sa e può difendere le sue idee. Stagli accanto e aiutalo a mediare affinché comprenda che lo scontro non è sempre necessario e che forse c'è spazio per una trattativa.

Rifiuta gli agi: apprezza il fatto che voglia bastare a se stesso

Hai un buon tenore di vita, ma tuo figlio si veste con abiti usati, rifiuta regali costosi, viaggia per ostelli... La fase "francescana" è un classico per molti ragazzi durante l'adolescenza: disdegnando il lusso, puntano su una felicità essenziale, non corrotta dal consumismo e realizzabile con mezzi propri: uno stato d'animo ben disposto, amici giusti, ambienti semplici. In questa fase cercano di dimostrare di poter bastare a se stessi, invece di prenderlo in giro o di proporgli agi che rifiuta, lascialo fare: sarà lui a chiedere quel che gli serve e facendolo troverà la giusta misura.

Ha un rapporto simbiotico con l'amico del cuore: fa parte della crescita

L'amica si iscrive a danza e lei la segue; l'amico diventa rapper e lui lo emula. Allarme: ne è plagiato? Non ha personalità? Calma. Imitare l'amico del cuore è il modo con cui tuo figlio tenta di costruire un rapporto simbiotico fuori dalla famiglia. Questa relazione stretta, che lo rassicura e non lo fa sentire solo, diventa la tappa per emanciparsi da te e avviare relazioni equilibrate con i coetanei. A meno che sposi decisioni o atteggiamenti pericolosi, non intervenire e cerca invece di allargare le sue aree di autonomia: orari di rientro più elastici (senza esagerare), le chiavi di casa, nuove responsabilità.

Rinuncia a un passo dalla meta: non dare valore solo al "risultato"

Non te ne fai una ragione: si è allenato come un pazzo, è il migliore, ma arrivato alla finale si ritira; ha superato una selezione durissima per quella scuola e non la vuole più frequentare. Perché, a un passo dalla vittoria, tuo figlio si tira indietro? Se siamo troppo centrati sull'obiettivo, non capiamo il senso di libertà di un ragazzo che dice a se stesso: posso andare fino in fondo, ma sono libero di non farlo e valgo lo stesso. La sua non è una rinuncia, ma un'affermazione di sé. Rispetta la sua scelta e supera la delusione, che è soprattutto tua.

Si strugge per amore: permettigli di vivere il suo dolore

La sua storia d'amore è finita. Gli amici lo invitano a uscire, ma lui sta chiuso in camera; le amiche le danno sostegno a turno, ma lei continua a piangere. Reazione eccessiva? No. Sono gli adulti che negano la sofferenza, fanno spesso finta di non stare male per orgoglio o eccesso di razionalità; i ragazzi danno invece fondo al dolore. Ci si tuffano e per un attimo sembra non esistere altro. Subire il primo abbandono, patire d'amore senza sconti e sopravvivere, è una pietra miliare sulla via dell'autostima: impari che una volta toccato il fondo ti rialzi, che lei o lui non erano indispensabili e, magia, sei pronto per un nuovo amore! Vigila su tuo figlio, senza essere invadente, solo perché non si fissi nel personaggio dell'abbandonato: il tempo del dolore non è infinito.

Assorbito dalla sua passione: è un sogno che lo fa sentire unico

Passa tutto il suo tempo a suonare col gruppo, festività comprese; spera di diventare stilista e sta per ore a disegnare modelli e decorare magliette. Non distruggere il suo sogno tormentarlo col "prima il dovere, poi il piacere", cerca di capire che dedicarsi alla sua passione lo fa sentire unico e protagonista di un grande sogno. Non nutrire passioni vere è la grande malattia di questo tempo: se tuo figlio ne è immune, devi solo esserne felice. Lasciagli la possibilità di sperimentare, fondamentale in adolescenza, dandogli il tempo di scoprire la sua strada.

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