Questo mese, allegato a Riza Psicosomatica, troverete il libro scritto dalla dottoressa Maria Grazia Tumminello, psicologa e psicoterapeuta, “Sto bene anche senza di te. Rinascere dopo un abbandono”.
Il libro affronta un tema centrale per il nostro benessere, molto sentito oggi: noi tutti dovremmo stare bene anche senza l’altro e mai pensare che la nostra vita vada nella direzione giusta solo perché c’è lui o lei, come invece leggo nelle tante mail che mi arrivano ogni giorno.
Dopo un tradimento ci sembra che la nostra vita sia finita, che nulla abbia più senso. Non è vero. Semplicemente abbiamo commesso l’errore di affidare tutta la nostra esistenza psichica a un’altra persona e abbiamo creduto a un modello di perfezione illudendoci che lui o lei non ci avrebbero mai tradito. Abbiamo sognato la favola della storia d’amore perfetta che non in realtà non esiste. Non ci distrugge la situazione, ma l’idea che ce ne siamo fatti.
Ricordiamoci bene una cosa: se nella vita non siamo stati lasciati almeno una volta, se non abbiamo conosciuto almeno una volta l’esperienza dell’abbandono, dobbiamo preoccuparci perché quel dolore e quella solitudine prepara la nascita del lato più profondo e unico che ci caratterizza.
Pensate che gioia poter dire dopo l’abbandono, “Io sto comunque bene, non commento, non rimugino sulle cause”. Invece quasi sempre accade il contrario e cominciamo dicendo: “lei/lui se n’è andato e non posso che star male”.
È una bugia che stiamo raccontando a noi stessi. Io sto bene perché qualcosa mi sta creando adesso, sto bene perché qualcosa dentro di me sta realizzando quello che io sono. E se l’altro mi ha lasciato è perché qualcosa, attraverso l’addio, stava proprio cercando di farmi evolvere, stava cercando di disegnare la mia trama senza di lui o senza di lei.
Lui ci ha lasciati ma di fatto se ci pensiamo bene noi non eravamo contenti già da tanto tempo.
Per stare bene bisogna uscire dal pensiero comune che si focalizza sulle cause dell’abbandono, riempiendo di inutili perché la nostra esistenza del tipo “l’addio mi distruggerà la vita perché sono rimasto solo” ecc.
Quando riusciremo a dire “Sto bene, anche senza di te”, non saremo più persone comuni. E la prossima volta staremo attenti al fatto che al nostro interno ci deve essere una fonte di benessere, indipendentemente da chi abbiamo vicino in quel momento.
C’è una moda che si sta diffondendo ultimamente e che mi piace moltissimo: è l’uncinetto. Il ricamo delle nostre nonne è tornato di moda. Lavorare all’uncinetto significa disegnare una trama. Non c’è forse un disegno dentro di noi, qualcosa che in questo momento sta disegnando noi? E com’è fatta questa trama? C’è un lato eterno dentro di te. Analogamente a quella di Penelope, che tesse e disfa la sua tela senza sosta nell’attesa fiduciosa del ritorno di Ulisse, anche la nostra trama ogni giorno, ogni ora, ogni minuto si fa, si rifà. S’interrompe e si ricomincia da capo.
Di cosa è fatta questa trama? Dei nostri stati d’animo che sono come i venti racchiusi in un otre di Eolo, il dio greco. Guai a perdere queste forze primordiali e antiche che ci abitano, guai a lasciarle fuggire via. Anche se spesso facciamo finta di non vederle, queste si affacciano per ricordarci che siamo in balia di forze psichiche più grandi e più forti di noi.
Sto bene senza di te vuol dire che sto bene perché amo le cose che sono dentro di me anche quelle che a lui o a lei non piacevano. Significa che mi affido a forze sconosciute, al mistero che è dentro di me.
Tutte le persone che sono uscite da un abbandono, se lo hanno accolto e hanno cambiato l’atteggiamento mentale vittimista, hanno scoperto nuovi modi di essere, nuovi interessi, nuove passioni e una vita molto più ricca di soddisfazioni.
Il nuovo libro della collana "Lo psicologo per te" Sto bene anche senza di te è disponibile in edicola, allegato a Riza Psicosomatica, o sul nostro store online.