VIDEO Lo sguardo giusto è il vero farmaco Antiage

L'età matura è il momento della felicità autentica: per ottenerla, smetti di tormentarti o di rimuginare e orienta lo sguardo verso strade non battute

Vi presento il nuovo numero di Riza AntiAge. Che cosa vuol dire "Io scelgo di stare bene"? Significa che dopo i 50, 60, 70 anni c'è una parola che non si dovrebbe più pronunciare: "Ormai". E ci sono tre parole che invece devi dirti: "Adesso cosa scopro". Puoi vedere la maturità come la perdita di qualcosa o come la scoperta di nuovi frutti, nuovi fiori che si stanno affacciando nella tua vita. La partita della felicità dipende da questo, da come si orienta il nostro sguardo.

Maturità felice è dirsi: cosa c'è di nuovo in me?

Quali inclinazioni emergono ora in me? Quali passioni che prima non avevo ora si affacciano? Ecco le domande da farsi, ricordando che la maturità non è un punto di arrivo ma un percorso in divenire: significa acquisire nuovi saperi, che da giovani non si possono possedere. "Il pomeriggio sa cose che il mattino ignora": quanta saggezza c'è in questo antico proverbio svedese! Nel pomeriggio della vita c'è un'altra luce: la maturità non è l'età dello spegnersi, dei rimpianti o degli errori da riconsiderare. Al contrario, è il momento migliore per scoprire in se stessi attitudini nuove, che il corpo e il cervello naturalmente producono. Chiaramente, se il tuo pensiero ridonda suoi problemi che hai legandoli all'età, ti condannerai al disagio permanente.

Davanti ai problemi, percorri nuove vie

Per spiegarlo, in questo numero di Riza AntiAge parlo dei casi di due donne che affrontano il tradimento del partner e dei modi opposti con i quali hanno reagito alla stessa situazione. La prima, accorgendosi delle attenzioni che il marito rivolgeva ad altre e che non aveva più per lei, entra in un tunnel di sofferenza profonda. Pensa solo a questo: invidia, gelosia, confronto e sofferenza occupano totalmente la sua vita, per anni. Una sua amica un giorno la incontra e le fa notare quanto sia invecchiata, dando un'ulteriore mazzata alla sua autostima. Questa strada porta solo dolore. La seconda, di fronte allo stesso problema, invece di rimpiangere gli anni d'oro del matrimonio, o di lamentarsi della situazione attuale, si è chiesta: "Ma oggi, che cosa desidero io? Che cosa mi piace e che ancora non ho fatto?".

Il centro sei solo tu

Goethe diceva che noi siamo come un centro di attrazione. Attraiamo le persone affini perché ci servono a trovare percorsi, opportunità che abbiamo dentro ma che non vediamo. Allo stesso modo, siamo centri di repulsione di persone che con la loro presenza creerebbero un disagio alla nostra identità profonda. Vale sempre, a ogni età, per tutti. Scegliere di stare bene significa occuparmi di me, indipendentemente da chi ho al mio fianco o da come si comporta. Se lo faccio, quel centro di attrazione scende in campo e mi porta le persone e le esperienze che fanno davvero per me. La prima donna di cui ho parlato non lo ha fatto: si affannava a imitare l'altra (la donna al centro delle attenzioni del marito), a cercare di essere come l'altra, ed è stata sempre peggio. La seconda ha messo se stessa al centro della sua vita, cercando interessi che sentiva sorgere dentro di lei. Così è guarita, così è rinata. Buona lettura!

AntiAge, il nuovo mensile dedicato alle donne.

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