La Resilienza è la forza delle persone
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La Resilienza è la forza delle persone

Resilienza è la capacità di reagire alle difficoltà, ai traumi e alle avversità della vita in maniera costruttiva: tutti possono svilupparla.

Resilienza è un termine che, sta conoscendo una grande diffusione: molti ne parlano, di cosa si tratta esattamente? Occorre in primo luogo soffermarsi sull'origine di questo concetto per comprenderne appieno il significato in ambito psicologico. Il termine nasce all'interno di una disciplina molto lontana dallo studio della mente umana: l’ingegneria. Resilienza significa la capacità di un materiale di assorbire l’energia di deformazione elastica e, di conseguenza, di resistere agli urti senza rompersi. Dall’ingegneria il termine si è poi esteso a innumerevoli campi del sapere come l’informatica, la biologia, il risk management, indicando sempre la capacità di un sistema di resistere alle sollecitazioni garantendone il pieno funzionamento. Già da queste poche righe è possibile comprendere il significato che la parola resilienza può avere se applicata alla psicologia: indica la capacità di una persona di reagire ad un trauma in maniera positiva, nonostante le avversità.

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Chi sono le persone resilienti? Possono esserlo tutti

Il termine venne "rubato" agli ingegneri quando gli psicologi cominciarono a studiare approfonditamente la capacità che alcune persone hanno di vivere o di superare condizioni difficilissime. La cronaca riporta grandi esempi di resilienza: si pensi a persone in condizioni di disabilità, come il pilota Alex Zanardi, reinventatosi atleta paraolimpico dopo l’incidente automobilistico che gli costò le gambe, o ancora a Bebe Vio, campionessa paraolimpica di fioretto, colpita in giovane età da una gravissima forma di meningite, esempio di straordinario coraggio e voglia di vivere. Anche la vita di tutti i giorni può regalarci esempi di questo tipo: persone che hanno perso un partner, un figlio, un fratello e che hanno saputo mantenerne il ricordo senza rimanere “imprigionati” dal lutto; o chi ha perso improvvisamente il lavoro e ha saputo reinventarsi con successo, magari in un campo totalmente diverso.

La scienza si è interrogata a lungo sui fattori che consentono di sviluppare resilienza e ha individuato alcune caratteristiche, individuali e ambientali: senso di autonomia, autocontrollo, fiducia nelle proprie risorse, capacità di focalizzarsi sulle emozioni positive, ottimismo, qualità delle relazioni, supporto dall’ambiente familiare e sociale. Queste capacità non sono per forza innate: chiunque ha la possibilità di svilupparle nel corso della sua vita e proprio per questo sono stati ideati diversi percorsi di training che consentono lo sviluppo della resilienza al massimo livello possibile.

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Resilienza, meditazione, consapevolezza

Di resilienza non si occupa solo la psicologia: anche la religione e la filosofia si sono interrogate sul profondo significato di questa capacità umana. Il buddhismo, promuovendo un cammino personale all’insegna della consapevolezza, dello sguardo interiore, e dell’attenzione massima al presente consente alla persona di attingere alle risorse interiori presenti in ognuno, anche di fronte alle sfide più difficili della vita, di essere quindi resilienti di fronte a esse. In filosofia, già Platone e Marco Aurelio esaltavano la qualità della forza interiore di resilienza alle avversità come una delle caratteristiche qualificanti l'essere umano. Ma è stato soprattutto Nietzsche il pensatore che più ha incarnato il concetto di resilienza, racchiusa nella massima: “Ciò che non mi uccide mi fortifica”.

Resilienza è guardare avanti, sempre

Attenzione: la resilienza non è un modo per “tornare al passato”, un tentativo di ricostruzione di un momento o di una situazione felice, ma un'occasione, per quanto dolorosa, di evoluzione e di rinascita. Spostando lo sguardo sul passato, si perderebbe l’importantissimo valore trasformativo nascosto anche nelle esperienze avverse della vita. La sofferenza e il disagio che accompagnano un determinato evento possono e devono essere interpretati come stimoli per attivare cambiamenti, il solo modo di non cadere nello sconforto e nella depressione. Un ottimo modo di viverle è considerarle come delle prove iniziatiche, qualcosa di simile alle peripezie che i grandi eroi della mitologia da sempre affrontano e superano, combattendo fino all'ultimo. Al contrario, focalizzarsi sull'idea del ritorno alla situazione precedente non fa altro che precipitare l’individuo nella nostalgia e nel dolore. Più funzionale alla crescita interiore e al superamento del disagiò sarà allora una resilienza intesa comesguardo consapevole sul nuovo che sta arrivando. In questo modo, anche una vita difficile può diventare una vita felice.

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