Tra norma e trasgressione, scegli l'autenticità
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Tra norma e trasgressione, scegli l'autenticità

La trasgressione "obbligatoria" è una prigione tanto quanto la normalità forzata. C'è una terza via: scoprire e coltivare solo le proprie inclinazioni

La trasgressione esiste da sempre. In ogni civiltà le norme necessarie per regolare la vita sociale e culturale sono sempre state infrante da qualcuno. Alla psiche è sufficiente sapere che c’è un confine da non varcare o un’abitudine da non infrangere, per sviluppare il fascino verso il loro superamento. Cosa si prova a uscire dal conosciuto, da ciò che è ufficialmente accettato e richiesto? Cosa c’è al di là? È evidente che nella trasgressione è insito un istinto verso l’ampliamento della coscienza, anche se spesso chi la mette in atto si ferma alla semplice emozione derivante dall’infrazione. Se, ad esempio, la scienza non andasse al di là di ciò che già conosce, sarebbe ferma all’età della pietra. E, allo stesso modo, non potrebbero evolvere la personalità, la vita di coppia, la sessualità, la cultura, la spiritualità. Anzi, non potrebbero neanche restare vive, perché per restare vivi bisogna rinnovarsi di continuo. 

L'anticonformismo di massa è il peggior conformismo

Da qualche tempo, però, è accaduto qualcosa: la trasgressione è diventata “di moda”. Le possibilità offerte dalla tecnologia permettono qualsiasi esperienza. Esperienze estreme - sessuali, sportive, situazionali, telefoniche, visive, sensoriali, turistiche - sono ormai alla portata di molti. Il pianeta è diventato piccolo: si può essere ovunque in meno di 24 ore, si può sentire chiunque ovunque sia. Concetti come fedeltà, lealtà, intimità e normalità, per quanto ben chiari a tutti, vengono spesso guardati con commiserazione, come fossero disvalori o noiose anticaglie. Un paradosso: la trasgressione organizzata ha spento il mistero. Ma il mistero fa parte di noi: se lo cacci, tornerà da un’altra parte. 

Se spariscono i limiti, nulla ha valore

Basta ascoltare le persone in psicoterapia o osservare quel che accade nei social network, per rendersi conto che ci si dibatte in un vicolo cieco. C’è una continua smania di andare oltre e, al contempo, c’è un'insoddisfazione perenne, perché, nel momento in cui tutto è possibile, l’impossibile sparisce, e con lui quell’adrenalina tanto ricercata. Del resto, se la norma è diventata “vivere senza confini” come si fa a infrangerne uno e, quindi, a trasgredire? Così, si viene portati via dalla propria vita spontanea, naturale, in nome di una spinta collettiva a fare cose alternative ed “esclusive”, che però fanno tutti....

Il coraggio di essere quel che si è

C’è dunque bisogno di una grande forza interiore, oggi, per continuare a tessere la trama autentica della propria vita. Il coraggio di affrontare lo sguardo perplesso cui si viene sottoposti quando non si seguono le linee guida della cultura dominante. Per rinforzarlo possiamo fare due importanti considerazioni. La prima è che questo sguardo, se davvero le nostre scelte individuali coincidono con il nostro essere, è provvisorio, perché le persone sono attratte da chi si sente sicuro delle proprie scelte. La seconda è che se il trasgredire è connesso con l’evolvere, riuscire a seguire la propria natura significa portare nel mondo un piccolo ma importante contributo di vera libertà individuale. E anche il messaggio, valido più che mai, che la trasgressione esterna non conta nulla se non coincide con quella interiore, cioè con la voglia di superare le barriere che ci separano dall’inconscio e dall’ignoto che anima le nostre profondità.

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