Troppi selfie fanno male all'anima
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Troppi selfie fanno male all'anima

Questa pratica "impone" un confronto continuo con l’aspetto fisico dei coetanei e ciò lede l’autostima invece di rafforzarla come credono molte adolescenti.

Da qualche tempo si susseguono pubblicazioni di studi scientifici sulle nuove abitudini degli adolescenti; il più recente, comparso sul Journal of Youth and Adolescence ha approfondito le conseguenze  dell’utilizzo dei social media sulla percezione del proprio corpo nell’età adolescenziale. Quella che un tempo veniva definita la prova “costume”  e che segnava il periodo che precedeva le vacanze estive adesso non ha più né una fine né un inizio, inducendo i ragazzi ad un confronto quotidiano coi personaggi famosi e con i propri amici di tutti i giorni.

L'ossessione per il proprio aspetto crea disistima

Come spiega Anna Oliverio Ferraris, psicologa, psicoterapeuta e professore ordinario di Psicologia dello sviluppo all’Università della Sapienza di Roma si è creata in questi ultimi anni una vera e propria cultura della competizione che non trova mai soddisfacimento e si trasforma in una vera e propria ossessione. La nostra società di fatto valorizza ed esalta l’aspetto fisico come strumento di successo e di realizzazione personale e gli adolescenti subiscono questa pressione costante in una fase molto delicata nella quale il loro corpo è in trasformazione continua.

Le ragazze sono più a rischio

Non si tratta propriamente di una novità: In un famoso esperimento che risale al 1998, i ricercatori avevano radunato in due spogliatoi dotati di specchi due gruppi di studenti universitari, uno di sesso maschile e uno di sesso femminile, e li avevano invitati a provarsi gli abiti che avrebbero trovato all’interno, ovvero costumi da bagno e maglioni. Ai ragazzi venne chiesto, dopo aver scelto gli abiti, di  tenerli addosso per un periodo di tempo standard  prima di compilare una valutazione sui capi di abbigliamento.

Mostrarsi di continuo riduce le capacità mentali

In realtà questa strategia precedeva il vero test: una volta scelto il vestito da indossare dovevano eseguire una semplice prova di matematica. Mentre gli studenti di sesso maschile non hanno rivelato differenze di prestazione tra chi aveva il costume da bagno e chi aveva indosso un maglione, nelle studentesse i risultati erano stati nettamente diversi: le ragazze che indossavano il costume da bagno avevano fatto registrare nei test punteggi minori rispetto a quelle che avevano indosso un maglione. Di fatto, quello che era emerso era che quando le ragazze erano sollecitate a mostrare il loro corpo avevano una riduzione significativa delle capacità di concentrazione e di svolgimento di compiti elaborati.

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