Body positive: sei più bella con tutti quei particolari!
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Body positive: sei più bella con tutti quei particolari!

La diffusione di immagini falsate da fotoritocchi danneggia l’idea che molte donne hanno del proprio corpo: come Afrodite, esaltiamo la bellezza naturale!

La bellezza ci può trafiggere come un dolore

Thomas Mann

Se lo scrittore tedesco Thomas Mann, con queste parole, celebrava la bellezza ammaliante, quella di uno sguardo capace di stupire e donare gioia, mai come oggi può rappresentare un rischio, soprattutto per chi è più fragile e sensibile all’argomento come le donne e le adolescenti. Nella nostra società la cura del proprio aspetto è al primo posto. Basta fare un salto nella corsia dedicata alla cosmesi del supermercato per vedere la moltitudine di prodotti che esistono, per non parlare del mondo del make-up di cui le giovanissime sono grandi esperte - a suon di tutorial sul web. Il problema è quando da semplici rituali di bellezza si trasformano in una lotta continua contro se stesse, contro il proprio corpo, uno scontro mattutino a tu per tu con lo specchio, finendo per sentirsi intrappolate in un’immagine che non corrisponde alla nostra reale essenza, non riconoscendo e amando quanto di magnifico abbiamo. Essere belle è un diktat, una regola universale che ci vuole a tutte le età omologate, sexy, perfette, con un punto vita sottile, gambe affusolate, curve mozzafiato, pancia piatta, naso all’insù, capelli vaporosi. Sono solo alcuni dei tanti standard estetici che le donne dovrebbero a tutti i costi raggiungere. Si aggiunga che, specialmente nell’era dei social media, questo confronto quotidiano con ideali di bellezza artefatti, click dopo click, demolisce la nostra autostima.

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Perché la bellezza uniformata non è un’invenzione di oggi

Le donne dall’alba dei tempi sono legate alla bellezza. In passato, ogni bambina veniva al mondo con un destino già scritto, un ruolo incasellato in cui doveva passare da essere una figlia esemplare a una madre e moglie perfetta, non a caso “da sposare”. Ogni fiaba o mito che si rispetti ha come protagonista una fanciulla bellissima, allo stesso modo attrici o soubrette televisive, commesse, hostess o qualsiasi altra figura professionale a contatto diretto con il pubblico deve essere di “bella presenza”. Nessuno ha mai chiesto alle donne di essere indipendenti, intelligenti, colte; l’importante era che fossero carine, perbene e socialmente rispettabili. Questa è la realtà che si respirava prima della rivoluzione socioculturale femminista avvenuta negli anni ’60 dello scorso millennio, che ha dato voce e autonomia alle donne che, da quel momento in poi, si sono sentite finalmente libere di scegliere chi volevano essere. L’emancipazione femminile è stata una fortuna per tutte noi, se non ci fossero state queste donne coraggiose, staremmo ancora lì a farci trattare come bambole. Ma dietro ogni vittoria c’è sempre un prezzo da pagare: dalla lotta per i diritti siamo passate a un inesauribile perfezionismo che ci spinge quotidianamente a migliorarci, a essere sempre la versione migliore di noi stesse. Perché, in fondo, dobbiamo essere insieme delle brave madri e mogli, ma anche sportive, in forma e delle grintose businesswoman. Questo meccanismo non può che riflettersi sullo schermo touchscreen delle più giovani fornendo ai loro occhi un’immagine del mondo distorta, deformata, in cui se non rispetti un certo standard sei etichettata come la “sfigata” di turno, con ripercussioni gravissime sull’equilibrio psicologico e sullo sviluppo del potenziale.

Bella a tutti i costi: l’inganno dei filtri social

Modificare una foto ora è un gioco da ragazzi, non è più solo competenza dei professionisti: basta scaricare un app e premendo un pulsante, senza regole o limiti, possiamo rimpicciolirci il naso, gonfiarci le labbra, diventare più alte, cancellarci le imperfezioni, illuminare il viso o addirittura sorridere... e avere in un minuto un selfie “perfetto” da postare subito in rete! Ma come mai senza quei filtri mi sento brutta, sbagliata, inutile? Cos’ho fatto di male per meritarmi una vita così? Perché le altre sono meglio di me? Perché, oltre ad avere fama, amore, soldi e vestiti, hanno anche la bellezza? Quante cose passano nella testa delle ragazze, talvolta si tratta di pensieri che col tempo possono fare male, tanto male. Oggi l’80% delle adolescenti ha problemi con il suo corpo, a dirlo è una statistica riportata nel sito di una delle più importanti multinazionali della cosmesi. Alcune già in giovane età ricorrono alla chirurgia estetica, altre virano direttamente sull’autolesionismo, quando sembra che il progetto di essere perfetta sia fallito. È un dato preoccupante che obbliga gli adulti a essere più responsabili e a non trascurare gli aspetti emotivi e fisici che si nascondono dietro a questi fenomeni apparentemente banali, come ad esempio la pubblicazione di un selfie. L’adolescenza è un turbinio di sensazioni nuove, timori nel vedere il proprio corpo che cambia, modellarsi, riconoscere di non essere più una bambina ma nemmeno una donna. Le ragazze sono in costante ricerca di un’identità, di approvazione, di conferme. Del resto, ci siamo passate tutte a quell’età: agghindarci per piacere agli altri prima di piacere a se stesse, non sentirci all’altezza perché un po’ più in carne, con qualche brufolo di troppo o meno alla moda rispetto alla ragazza più “popolare” della scuola. Le persone che hanno qualche fortuna in più di noi esisteranno sempre, ma certamente con i social – ancora di più con la pandemia – il paragone è diventato più evidente e rapido da cogliere, rendendo molto difficile distinguere la realtà dalla finzione. Ciò modellizza le ragazze secondo un canone di bellezza artificiale, che le vuole tutte uguali, sempre al top, un vortice manipolatorio che gradualmente può sfociare purtroppo in ossessioni e forme depressive. È come se qualcosa dentro si rompesse, un vuoto profondo di anime sole, impaurite, che solo cadendo imparano a rialzarsi e riscoprire la loro vera natura, quella che le rende uniche e imperfettamente attraenti.

Sei bella così come sei

La verità è che spesso non ci accorgiamo degli immensi poteri che abitano in noi. Cerchiamo in tutti modi di sembrare di più grandi, più forti, belle da paura, o voler assomigliare alle altre, come se per forza dovessimo essere una la copia dell’altra: al contrario, dovremmo ascoltare maggiormente il nostro mondo interiore, le emozioni che ci vengono a trovare, le sfumature del nostro carattere, quelle che adoriamo e anche quelle spigolose, senza provare a modificarlo, correggerlo, falsarlo. Più continuiamo a percorrere una strada che non ci appartiene, più ci smarriremo, come se fossimo in un labirinto da cui non si può uscire. Ci guardiamo allo specchio e stiamo male non perché non siamo “adatte”, ma perché l’anima non riesce più a riconoscersi. Come fare a ritrovare la fiducia in se stesse? Avere una buona autostima non coincide necessariamente con essere meno insicure e determinate, ma apprendere che dentro di noi vivono divinità dai mille volti e lasciarci condurre da loro, fare da palcoscenico a una danza divina, quella delle emozioni più intime. Solo accogliendo il loro messaggio ogni cosa diventa possibile, anche amare incondizionatamente il proprio aspetto e la propria vita.

Come educare le adolescenti al body positive

L’autocritica è diffusa tra le adolescenti. Eppure, talvolta, anche gli stessi genitori hanno una scarsa autostima e può accadere che, insieme a buoni valori, trasmettano anche cattive abitudini dovute al fatto di criticarsi a loro volta. Per questo, se vogliamo far crescere le nostre ragazze sane e con un’idea positiva del loro corpo, dobbiamo anzitutto imparare a volerci più bene e smettere di lamentarci per le cose che non vanno, perché non c’è nulla da cambiare, la bellezza va coltivata e contemplata. Insegniamo loro a prendersi cura di sé come se fosse un rito, un gesto in cui Afrodite, la dea della bellezza, le invita ad accogliere con dolcezza le loro nuove curve, la loro femminilità nascente, e adorare quei piccoli dettagli che sanno stregare. Ogni bellezza nasconde qualche piccolo difetto che la rende particolare e diversa dalle altre. Proprio come la dea greca, esempio celebre di perfezione, che di “errori” ne aveva ben sette, come lo strabismo di Venere o le fossette sul fondoschiena; erano quelli a sedurre qualsiasi uomo trasformandosi da imperfezioni a caratteristiche ammalianti. Inoltre, prestiamo molta attenzione al linguaggio: le parole dette hanno un peso enorme, soprattutto a quell’età. Un esempio eclatante sono le battute che si fanno in famiglia, magari a tavola (“Non è troppo pieno quel piatto? Attenta che così ingrassi”), che se prese troppo alla leggera possono essere fuorvianti e contribuire a indebolire l’autostima, specie se si tocca un tasto dolente. Le adolescenti che vengono frequentemente criticate dai membri della famiglia per il loro aspetto fisico, hanno maggiori probabilità di sviluppare un ossessione nei confronti del cibo, tenere sotto controllo il proprio peso e mangiare in modo non salutare. Non si tratta di diventare seri e noiosi, ma prendere atto che ciò che pronunciamo può avere un impatto profondo sulle ragazze e a lungo ridurre le loro certezze.

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