Per combattere pigrizia, occorre sapere da dove nasce e quali significati psicologici nasconde: solo così possiamo superarla
In questo articolo non parliamo della pigrizia che può cogliere ogni tanto chiunque di noi. Parliamo della pigrizia esistenziale, caratteristica di quelle persone che per fargli fare una cosa devi chiederla venti volte, e poi o non la fanno o la fanno male e sbuffano. E facendolo pesare. Persone inamovibili, che sembrano chiuse in un bozzolo impenetrabile e che fanno spontaneamente solo alcune cose in piccoli settori di vita. Per il resto lasciano agli altri il compito di decidere, sforzarsi, agire. Per chi civive accanto sono una fonte di irritazione, ma la loro pigrizia può esprimere una difficoltà non riconosciuta.
Perché si diventa pigri? Certo, ci sono persone che per natura hanno una minore propensione all'azione. Ma la pigrizia di cui parliamo sembra di più un blocco del vivere, forte e tenace. Un muro di gomma di fronte a cui rimbalzano stimoli, entusiasmi, rimproveri, doveri, urgenze. È un rifiuto all'azione, del vivere attivamente. Il pigro vive l'azione come un rischio da evitare e per via di condizionamenti esterni spesso percepisce interi settori della realtà come pericolosi, inutili o immorali. Talora si blocca e rimane immobile di fronte alla paura di essere deluso, non è curioso e pensa di avere già visto tutto. Spesso l'abitudine alla comodità ha anestetizzato la spinta all'azione. Ci sono persone poi che danno tutto alla professione e non hanno più energie per il resto, sessualità compresa. E infine la pigrizia può essere un bel No, passivo e inconsapevole, a una vita che non piace. Purtroppo, se nel tempo si impara a concepirsi come pigri, si rimane incastrati in questa immagine di sé. In ogni caso la conseguenza è che l'energia inespressa si trasforma sempre in disagi fisici, psichici e relazionali.