Scopri le contromisure più efficaci e gli errori da evitare durante le crisi: così, gli attacchi di panico passano più velocemente e tornano meno di frequente
Chi soffre di attacchi di panico spesso non sa come comportarsi durante la crisi o crede che non esistano contromisure efficaci. Non è così: ci sono cose da fare e cose da non fare durante gli attacchi ed esistono esercizi immaginativi da usare nei momenti in cui stiamo bene, utili a prevenirne il ritorno. Ecco le regole pratiche da seguire e gli sbagli da evitare, ricordando che gli attacchi di panico, per quanto forti e spiacevoli, passano sempre!
CEDI | La via più rapida per far passare gli attacchi di panico è la resa: ogni tentativo di opporsi al malessere ne accresce la potenza. Non devi resistere né opporti. Abbandona temporaneamente quel che stai facendo, cedi, limitati a percepire il disagio. |
PROTEGGITI | Se è possibile, allontanati, anche solo per poco, dal contesto (luogo, situazione o incontro) nel quale gli attacchi di panico sono comparsi. Se non è possibile, defilati un po', ad esempio togliendoti dal centro della scena. |
METTITI COMODO | Ovunque ti trovi, cerca di mettere il corpo nella posizione più comoda possibile, compatibilmente alla situazione. Evita però la posizione sdraiata, che spesso peggiora i sintomi degli attacchi di panico. |
MASSAGGIA DOVE FA PIÙ MALE | Se avverti un'oppressione al petto, massaggia il torace; se senti un formicolio alle braccia o alle gambe, massaggia gli arti; se il viso è sudato o infiammato dal calore, massaggialo con entrambe le mani, come se si dovesse liberare l'energia del panico, consentendogli di fluire fuori di noi. |
CERCA FRESCURA | Tra i sintomi più sgradevoli c'è la sensazione è di avere troppo caldo, di avvampare. Per alleviare questo "fuoco" cerca, se sei all'aperto, la freschezza dell'ombra o del vento; se sei in casa, crea corrente aprendo le finestre. |
CHIEDI AIUTO | Se hai la sensazione di perdere il controllo e di cadere in preda all'angoscia, individua qualcuno che ti possa stare vicino per la durata degli attacchi di panico. Se non c'è nessuno, "chiedi aiuto" alle cose: un oggetto "positivo", un rituale rassicurante, una distrazione. |
FINGERE | Quando si ha un attacco di panico, è controproducente dissimulare e fingere di star bene: la strategia si rivelerà in poco tempo fallimentare, facendo solo aumentare disagio, agitazione e tachicardia. |
SCAPPARE | Preso dal terrore di star male, potresti cominciare a correre o a muoverti in modo concitato, senza guardarti in giro, ponendoti a rischio di incidenti o cadute. Fai quel che puoi per restare presente te stesso. |
'TIRARE' IL RESPIRO | La difficoltà a respirare induce istintivamente a “cercare aria” con inspirazioni massimali e frequenti. Ciò manda il sangue in alcalosi, situazione che accresce il panico. Sforzati di respirare normalmente. L’aria basterà. |
A questo punto ti accorgerai che l'attacco di panico, arrivato all'apice, comincia a diminuire. L'intensità che caratterizza la crisi andrà scemando, mentre tu avvertirai una sensazione di svuotamento, di sollievo misto a grande stanchezza. A questo punto, lascia fluire liberamente sensazioni e parole, senza bloccare azioni e reazioni spontanee. Ti senti di dire parole che ti sembrano inopportune? È il momento di pronunciarle e liberarsi da un eccesso di autocontrollo. Scalci o tiri un pugno? Gli attacchi di panico segnalano che esiste un'aggressività che deve esprimersi. Sorridi o ti commuovi? Forse è giunto il momento di arrendersi a una dolcezza che non credevi di possedere...
Secondo il grande psicoterapeuta James Hillman, affidarsi all'immaginazione è la strada maestra per uscire dai disagi psichici. Trasformare gli attacchi di panico in un'immagine, permette di attivare un processo terapeutico molto profondo: l'energia vitale, invece di essere soffocata da uno stile di vita innaturale che poi esplode tutta assieme nell'attacco, torna a tua disposizione. Le immagini, infatti, costituiscono il linguaggio più arcaico del cervello e sono in grado di attivare, con la loro semplice presenza, risposte molto vaste a livello dei neurotrasmettitori, le sostanze attraverso cui avviene la comunicazione fra i neuroni, le cellule del cervello stesso.
Costruendo una tua personale immagine del panico, inizierai a prendere contatto con quell'oceano di energie interiori, antiche e selvatiche che non hai visto per troppo tempo e che si sono materializzate negli attacchi. Divertiti a dare un volto a quel personaggio: potrà essere un uomo o una donna antichi, una creatura misteriosa, un animale, reale o mitologico. Non importa quale appaia: la prima figura che vedrai spontaneamente andrà benissimo. Chiudi gli occhi e divertiti a immaginare il vostro incontro: come accoglieresti lo sconosciuto? Quale vestito indosseresti? Che cibi potresti offrirgli? Ogni giorno, dedica un piccolo spazio del tuo tempo a questa attività immaginativa; in questo modo, comincerà un rapporto diverso con le tue emozioni, sensazioni e percezioni, ma soprattutto con quel lato inconscio e misterioso della psiche che Carl Gustav Jung chiamava Ombra. Da lì vengono gli attacchi di panico, lì troverai le risorse per superarli.