Mangia poco? Riorganizza i pasti
Vita in famiglia

Mangia poco? Riorganizza i pasti

Di norma i bambini mangiano ciò che gli serve, senza rischi di carenze particolari; nel caso di reale inappetenza esistono strategie molto efficaci: eccole

Il tuo bambino mostra disinteresse verso il cibo e spesso rifiuta quello che gli proponi. Tu giustamente ti preoccupi e pensi: "Cosa avrà adesso, perché mangia così poco?". Domande legittime, che spesso hanno una risposta semplice: il bambino non mangia poco, mangia il giusto per soddisfare i bisogni specifici del momento. La conferma che il suo scarso appetito non nasconde nulla di grave viene confermata anche dal pediatra. Il piccolo è vivace e cresce regolarmente, quindi evidentemente la sua alimentazione è sufficiente.

Di norma i piccoli sanno regolarsi da soli

I bambini sanno in maniera innata e istintiva cosa serve al loro organismo. È stato dimostrato che la propensione o meno nei confronti di un alimento, soprattutto nei primi anni di vita, non è casuale, ma strettamente legata alla capacità di stomaco e intestino di assimilare i diversi cibi, man mano che l'organismo matura.

Inappetenza: esistono cause diverse

Bimbi al nido: quando le infezioni riducono l'appetito

I bambini piccoli, che frequentano il nido, sono in genere più colpiti dall'inappetenza perché si ammalano spesso. E si sa che quando il bambino non sta bene la prima avvisaglia è proprio una diminuzione dell'appetito. Se poi questi episodi si ripetono anche otto-nove volte all'anno, aumenta anche il numero di giorni in cui il piccolo avrà meno appetito.

Bambini a scuola: può esserci un disagio psicologico

Per i bambini in età scolare, invece, l'inappetenza è spesso un mezzo per manifestare un disagio, per lo più legato alla scuola: un brutto voto, difficoltà ad affrontare le interrogazioni o un problema con compagni o insegnanti.

 Cosa fare

Se a tavola lascia il piatto pieno, arricchisci la colazione e dimezza la merenda

 Gli ultimi dati parlano di più di un milione di bambini sovrappeso in Italia e il trend è in continua crescita. D'altra parte, aumenta nelle mamme la sensazione che il proprio figlio non mangi abbastanza. C'è qualcosa che non va. Spesso è solo un fatto di percezione sbagliata, che porta il genitore a considerare non l'alimentazione del bambino nella sua complessità ma solo quella dei pasti principali. L'esempio classico è quello del bambino che salta la colazione, si rifocilla con qualche snack a metà mattina e arriva a pranzo con poca fame. Spesso quindi, per risolvere il problema è sufficiente regolare l'orario e la distribuzione dei pasti.

Comincia con una buona colazione

La prima colazione è fondamentale. Molti bambini purtroppola saltano o la consumano in fretta. Una tazza di latte o uno yogurt con qualche biscotto o dei cereali permettono a nostro figlio di resistere alla fame fino a pranzo, evitando di pasticciare con fuori pasto.

A merenda occhio ai dolci!

Il bambino arriverà a cena con il giusto appetito, se la merenda sarà proporzionata al tipo di attività fisica che svolge nel corso della giornata. Non c'è una merenda ideale, ma conta la varietà. Meglio comunque evitare i dolci, che gli tolgono anche quel minimo residuo di appetito. E non esageriamo con i succhi di frutta: sono comunque ricchi di zuccheri, che saziano.

Fai porzioni piccole

Regola le quantità che dai al bambino e poi lascia a lui la possibilità di chiedere il bis, se ha ancora fame. Questo è un buon esercizio per insegnargli ad autoregolarsi.

Privilegia i sapori semplici

Non pensare che la sua poca propensione a mangiare sia dovuta a quello che gli dai e a come glielo dai. Preoccupazione che ti porta a voler sperimentare in cucina cose nuove. Meglio partire da ingredienti semplici e combinarli in piatti accattivanti.

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