Queste antipatiche lesioni della pelle sono causate da un virus e sono comuni sia ai piedi che alle mani, ma esiste una cura naturale molto efficace
Le verruche sono lesioni dell’epidermide di tipo proliferativo, provocate cioè dall’infezione cutanea di particolari virus. La letteratura medica ne distingue le forme Piane, poco rilevate o aggettanti e sono generalmente innocue, ma se di grosse dimensioni e in “sedi” delicate del nostro copro possono dare forte prurito e diventare assai dolorose.
Le più comuni sono le verruche volgari, le lesioni più semplici, popolarmente note come porri. Sono prominenze della pelle ruvida, secca e dura, che interessano il dorso e le dita della mano oppure la pianta dei piedi. Soprattutto a livello plantare, dove pressione e attrito sono massime, la verruca cresce rapidamente e può essere molto fastidiosa, tanto da limitare la capacità di deambulazione. Prima di ricorrere alle tecniche più comuni di “bruciatura chimica o fisica” della lesione verrucosa, è possibile provare una cura naturale.
L’erba rondinella o celidonia (Chelidonium majus) è una pianta erbacea perenne, molto comune tra la vegetazione spontanea dei nostri prati e tra quella che cresce ai bordi delle strade. Dal fusto eretto e frondoso è ben nota per il contenuto giallo lattescente che sgorga dai suoi rami recisi. I nostri nonni tramandano ancora il suo uso nella medicina popolare, ovvero l’applicazione locale sulle lesioni verrucose di una generosa quantità di questo fluido vegetale dal colore giallo. In effetti la celidonia contiene sostanze vegetali capaci di contrastare la crescita delle verruche. Poiché i principi attivi di Chelidonium sono contenuti principalmente nella radice fresca della pianta, oggi si preferisce utilizzarne la tintura madre in applicazione topica.
Per la cura delle verruche di ogni dimensione e sede è indicato un trattamento prolungato con 15 gocce di tintura madre di Chelidonium diluite in poca acqua (un cucchiaio circa) applicate direttamente sulla zona cutanea interessata dalla verruca. L’applicazione va ripetuta tre volte al dì per almeno un mese. È bene non superare i dosaggi indicati senza supervisione medica. La tintura di Chelidonium a dosaggi elevati, se assunta oralmente, può essere tossica per la mucosa dello stomaco e provocare gastrite. Va assolutamente tenuta fuori dalla portata dei bambini.