Non siamo i traumi che abbiamo subito: solo abbandonando l’idea che il passato determini sempre ciò che siamo, potremo realizzare tutto il nostro potenziale
Quante volte, nel mio mestiere di psichiatra e psicoterapeuta, ho ascoltato racconti che parlavano di delusioni, di avvenimenti negativi di un passato lontano. Quante volte ho ascoltato persone parlarmi dei disagi vissuti durante l’infanzia, attribuendo a questi ultimi la “causa” dei loro malesseri attuali. Ma nessuno di noi vive solo nell’infanzia e bisognerebbe smetterla di pensare che la nostra infanzia, per brutta che sia stata, turberà la nostra esistenza per sempre. A questo tema è dedicato questo numero di Riza psicosomatica: all’uscita dalla storia. Il nostro cervello, in particolare il suo lato inconscio, è un mare con tante onde. Il mare è l’evento, non le onde che magari ci hanno travolto.
Quando una persona viene da me in psicoterapia, io non mi soffermo mai sulla sua storia, ma gli mostro quel che ha di diverso, di unico, la sua peculiarità, il suo sogno ad occhi aperti. Inizialmente molte persone affermano di sognare di non essere più feriti da qualcuno di importante, ad esempio da una "madre strega". Poi, quando la realtà comincia ad andare sullo sfondo, ci si può dimenticare delle persone che ci hanno fatto male ed entrare in un altro regno, quello dell’immaginazione. Si chiudono gli occhi e si immagina di essere persone differenti. Così, cervello attiva nuove funzioni, e cosa è possibile.
C’è qualcosa dentro di noi che è al di la delle ferite che abbiamo subito. C’è qualcosa che ci ha fatto incontrare dei "draghi", dei "mostri", delle persone che ci hanno fatto male, ma c’è anche qualcosa dentro di noi che sta fiorendo incessantemente. Il pensiero antico riteneva che un buon modo di uscire dai disagi fosse quello di immaginarsi come una pianta che fiorisce. E ancora: quale animale senti vicino, con quale hai più affinità? Negli animali è presente l’energia primordiale, indispensabile per guarire. Immaginare un animale era ed è un modo per sfuggire il mondo diurno e con esso le tutte le ferite del nostro passato. È possibile realizzarsi solo abbandonando l’idea di essere vittima di traumi indelebili che ci condizionano. Buona lettura!