Quando ci intestardiamo a seguire una strada guardando solo all'obiettivo finale, rischiamo di finire in una palude: ne esci allargando lo sguardo
Luana scrive alla redazione di Riza Psicosomatica per raccontare il periodo di blocco e confusione che sta vivendo. “La mia vita sembra essersi fermata, creandomi uno stato pesante di stress che mi accompagna da mesi senza via d’uscita. La mia carriera sta mettendo a dura prova la mia determinazione e autostima. Il mio sogno è diventare architetto e ho finalizzato la mia vita a questo obiettivo, sentendomi sempre come se dovessi sostenere un'Olimpiade ogni anno. Ho fatto tanti sacrifici, rinunce e investimenti e adesso sento il peso del fallimento e la paura di aver concentrato tutto su un enorme castello di sabbia che potrebbe cadere. Ma davvero voglio questo? Per lungo tempo mi è stato insegnato a non dubitare, a dimostrare quello che valgo, a dover essere sempre al top, a non dare ascolto alle incertezze, insomma mi sono come disumanizzata. Ora però mi sento stanca e demotivata, non ho più la forza di proseguire il cammino. Mi sveglio da mesi e ho la sensazione che questa non sia la mia vita. Io che non ho mai mollato né dubitato di me. Che cosa sta cercando di dirmi il malessere che sento?"
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La storia di Luana è il racconto di una persona che ha dedicato tutta la sua vita all’inseguimento di un sogno, sacrificando per sua stessa ammissione tutti gli altri aspetti che comunemente caratterizzano la vita delle persone, come amici, hobby, vacanze e relazioni sentimentali. In vista di quest'unico obiettivo irrinunciabile, Luana non ha mai voluto vedere i dubbi e le incertezze che a volte emergevano; ora, dopo anni vissuti sotto il giogo di tanta ostinazione, si ritrova in una situazione di impasse psicofisica, che non solo non le permette di ottenere i risultati sperati, ma la fa dubitare del desiderio stesso di proseguire e diventare architetto.
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Più di tutto, l'anima detesta l'unilateralità e l'ostinazione: anche quando si è pervasi da una grande passione, non bisogna mai dimenticare che la vita ha mille sfaccettature, è fatta di molti volti, di tante strade diverse, incontri, relazioni, esperienze. Dedicarsi anima e corpo a ciò che amiamo, è salutare, farlo come se fosse una missione irrinunciabile, no. Luana non ha mai voluto ascoltare le incertezze che pure si affacciavano durante il suo percorso "sacrificale" e quindi si sono via via accumulate per poi esplodere all'improvviso, come se la diga della motivazione non riuscisse più a trattenerle dentro. Così, ora Luana è terrorizzata all'idea di aver perso tempo a inseguire un sogno che forse non le appartiene. Ma è proprio così? Non è detto: quel che sappiamo è che l’ostinazione non le aveva permesso di ascoltare li messaggi dell'anima e così quest'ultima ha "alzato la voce" per farsi sentire, e l'ha fermata.
Dove vuole portarla la sua anima? Per scoprirlo Luana deve accettare il blocco che sente, senza cercare il mandarlo via. Il blocco non è il problema, ma la spia che vuole svegliarla e farle capire che così non può andare avanti; più si ostinerà e insisterà a fare quello che crede di volere, più i risultati saranno peggiori. La sua vita non deve essere vissuta come se stesse sostenendo un’olimpiade ogni anno: le stesse olimpiadi si disputano ogni quattro! La cosa migliore che può fare Luana a questo punto è cedere, prendersi una pausa di osservazione, magari fare qualche giorno di vacanza, ma non contrastare il blocco: è la sola strada per capire cosa vuole veramente e come riorganizzare la sua vita. Una vita che deve ripartire, magari cambiando percorso, magari continuando, ma in modo nuovo e senza ostinazione, il solo vero ostacolo sulla strada della realizzazione.
