8 piccole azioni per allenare la tua autostima
L'aiuto pratico

8 piccole azioni per allenare la tua autostima

L’autostima è il segreto per star bene anche nei momenti più duri: ti spieghiamo come farla crescere

Autostima è una parola su cui fioriscono luoghi comuni e false convinzioni. La più diffusa è che consista nell’essere sempre forte, nel credere in te stesso. Al contrario: autostima è accogliere le tue debolezze come necessarie al tuo percorso. Non è dirti allo specchio: ‘Ce la puoi fare’, e nemmeno sfidare le tue paure o combattere i tuoi difetti, magari sottoponendoti a esercizi o prove per correggere il carattere. Non c’è niente da correggere, c’è solo da accogliere. Gli unici esercizi che contano per far crescere l’autostima sono esercizi di consapevolezza, che mirano ad allargare il tuo raggio d’azione. Scopriamoli assieme.

Essere ciò che sei non deve diventare motivo di ansia e insicurezza, ma di benessere e calma interiore.

Indice dell'articolo

1. A occhi chiusi trova il tuo baricentro

Essere saldi in se stessi vuol dire prima di tutto trovare il proprio baricentro. E non è una questione solo mentale, ma prima di tutto corporea. Prova questo esercizio: in piedi in una stanza di casa abbastanza vuota, chiudi gli occhi e inizia a muoverti lentamente da un punto all’altro. Ti accorgerai che, senza l’ausilio degli occhi, sei molto più traballante e precario. Respira e continua a muoverti ascoltando il tuo corpo, le sue paure, le rigidità: accoglile senza combatterle. Cerca, mentre ti muovi lentamente, il tuo punto di equilibrio interno, appoggiati su di lui, ascolta il respiro, sciogli sempre più i movimenti mentre continui a spostarti a occhi chiusi. Fai questo esercizio 10 minuti al giorno per 10 giorni.

2. Non imitare nessuno e diventa solo ciò che sei

Un grande saggio ebraico di nome Zubisha era giunto alla fine della sua vita. Al suo capezzale i suoi discepoli gli facevano domanda: ‘Ora vedrai Dio. Non hai paura di ciò che ti chiederà? Non hai paura di non essere stato all’altezza di Abramo e di Mosé?’. Zubisha rispose: ‘Vedete, Dio non mi chiederà: “Zubisha, perché non sei stato Abramo, perché non sei stato Mosé?”. Dio mi chiederà soltanto: "Zubisha, perché non sei stato Zubisha?”. Non ha senso paragonarsi ad altri, giudicandosi migliori o peggiori: questo distrugge la consapevolezza dei propri talenti unici, delle proprie inclinazioni, che si nutrono spesso proprio di quelli che noi giudichiamo difetti. Che invece non sono altro che qualità che non sono ancora sbocciate.

3. Alla larga dai bilanci esistenziali

Non c’è attività più dannosa per l’autostima che fare bilanci della propria vita. I bilanci presuppongono sempre un giudizio: “Ho sbagliato, non dovevo fare…” e un rimpianto: “Se avessi fatto…”. Così, dando al passato la colpa di tutto, finisci per ricrearlo di continuo e per renderlo cronico: finisci per vivere nel passato. E ti allontani dalla vera consapevolezza: tutto ciò che è stato era necessario per il tuo percorso, che è tutto ciò che esiste e e che conta. Il resto sono illusioni. Non c’è niente di sbagliato o da migliorare. E poi in base a cosa, a quale metro di giudizio assoluto? Solo accogliendo tutto ciò che sei e smettendo di criticarti ti apri alle infinite risorse del mondo interiore, che non aspettano altro che di potersi esprimere.

4. Ferma tutti i lamenti

Facci caso: quanto tempo passi a lamentarti con le persone che hai attorno o con te stesso, continuando a rimuginare su qualcosa che ti è accaduto? Questi pensieri di autocommiserazione e pessimismo ti portano in una palude energetica da cui non è facile uscire e che ti tira sempre più giù, facendoti alla fine sentire incompreso, triste e inadeguato. Fai così: quando ti accorgi che il lamento prende il sopravvento dentro di te, ferma subito la lingua, respira e sostituisci i pensieri che continuano a rimbalzarti in testa con le immagini. Concentrati sul tuo stato interiore, sul disagio che emerge, non cercare di scacciarlo e invece chiediti: a cosa somiglia? A un animale, una pianta, un cielo scuro, un mare in tempesta? Cosa ti ricorda? Fai viaggiare l’immaginazione, prendi un foglio e disegnalo. Scoprirai che non sei solo ciò che ti è accaduto: in te c’è tanto altro, ci sono mondi infiniti.

5. Cerca uno spazio senza parole

Da oggi prova a fare questo esercizio: ritagliati nell’arco della giornata o se preferisci di sera, 10 minuti di assoluto silenzio, non disturbato da musiche o parole di sottofondo. Immergiti in questa bolla priva di rumori e assapora le sensazioni che provi: stanchezza, gioia, preoccupazione, paura, desiderio... Non censurare nulla, ma percepisci tutto senza fare commenti. Se arrivano dei pensieri lasciali venire, osservali come se fossi al cinema, lascia che si trasformino in immagini che poi sfumano. Poi, poco alla volta, aumenta il tempo del silenzio a 15, 20, 30 minuti. In questo spazio solo tuo succede qualcosa di magico: le identificazioni e i ruoli vanno sullo sfondo. Non sei più il marito insoddisfatto, la madre non ascoltata, l’impiegato frustrato. Resti solo tu, come presenza pura. Questa bolla diventerà il tuo rifugio, il punto in cui inizi ad allargare lo sguardo, ad affermarti non nel personaggio che le circostanze ti costringono a recitare, ma nella tua totalità. Col silenzio, libero da parole, è più facile che accada.

6. Brucia in un attimo i tuoi sensi di colpa

Tutti facciamo errori, quello che conta è non vergognarsi troppo, non volerli nascondere, accogliere anche i nostri lati bui. I sensi di colpa sono invece una costante minaccia all’autostima e pesano come un fardello, perché diventano un modo di vivere: chi ne soffre ha paura di fare qualsiasi cosa temendo di sbagliare e di essere giudicato. Il senso di colpa in realtà nasconde un giudice interiore implacabile di cui i giudizi altrui sono solo proiezioni. Come disattivarlo? Prendi un foglio e scrivi la tua ‘colpa’, quella che ti fa soffrire in questi giorni. Scrivi tutto, non trascurare nessun dettaglio. Descrivi la vergogna e l’imbarazzo che provi, vuota il sacco. Poi metti il foglio in un posto sicuro e per una settimana, mentre sei solo, impegnati a rileggerlo a voce alta. Pian piano il senso di colpa smetterà di bruciare: hai preso confidenza con la tua parte buia e hai smesso di negarla. Quando rileggere non ti farà più effetto, brucia il foglio e disperdi le ceneri in un prato.

7. Stai con le cose che adori

Quando ti senti piccolo e in difficoltà rispetto a un compito, o alle persone che ti circondano, invece che annegare nei pensieri di disistima, prova a concentrarti sulle immagini di tutto ciò che ti piace. Ad esempio il tuo profumo preferito, l’animale che adori, la pianta che senti più affine a te. Valli a cercare, procurati quel profumo o quella pianta, cerca delle foto di quell’animale. Cerca in rete i loro significati simbolici, porta sempre con te le loro immagini. Tutti questi elementi parlano di te, del tuo nucleo, della tua essenza. Stai male perché te ne sei allontanato e cerchi di adeguarti a modi di fare e di essere che non ti sono consoni, e così ti senti una banderuola esposta a tutti i venti. Quelle immagini ti portano vicino a ciò che sei nel profondo e rinsaldano la fiducia nel tuo essere.

8. Con un nome nuovo tutto diventa possibile

Spesso diciamo a noi stessi: vorrei tanto fare quella cosa, ma non fa per me. Ci censuriamo da soli perché ci siamo fissati in un’identità, un ruolo riconosciuto. Magari non ci rende felici, ma è difficile uscirne: temiamo di deludere gli altri e soprattutto di non esserne capaci. Viviamo dentro una gabbia fatta di pensieri e paure che noi stessi abbiamo costruito. Come scappare? Con una piccola magia: cambiando nome. Il nome non è solo una parola o un suono, è soprattutto un modo di stare al mondo. Se provi a darti un nome differente, cambi prospettiva sulle cose e puoi scoprire quante potenzialità ci sono dentro di te. Chiudi gli occhi e trova il nome che ti piace, quello che fa per te. Ad esempio sei Davide, ma ora ti chiami Omar. Scrivilo su un foglio, fai la tua nuova firma. Durante il giorno, quando sei di fronte ad un ostacolo, pensa: cosa farebbe Omar? Come si comporterebbe? Cosa penserebbe? Fai come lui, vesti la tua personalità: di colpo vedrai da fuori tutti i limiti mentali che ti ingabbiano e sarà più facile superarli.

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