Le illusioni della mente sono prigioni esistenziali che bloccano la nostra evoluzione: per eliminarle, non servono gurandi sforzi, basta osservarle dalla giusta prospettiva...
Il cervello non è un computer, tuttavia c’è un aspetto dell'informatica che ci può servire a individuare un errore tipico che facciamo con noi stessi. Avete presente quei programmi che, negli smartphone, a un certo punto si mettono ad assorbire troppe risorse del sistema fino a pregiudicarne il funzionamento? Ecco, alcune formazioni psichiche funzionano proprio come programmi parassiti, voraci di risorse: si "impiantano" nella mente e ci costringono a rimanere lì, girando in tondo, invece che proseguire sulla nostra strada ed evolverci. Le illusioni sono fatte così.
Tra queste formazioni psichiche possiamo citare ad esempio le identificazioni fisse e rigide, come quando diciamo: "Io sono un tipo passionale", intendendo che “sono sempre così”; questa frase mi identifica graniticamente, mettendo in secondo piano i casi in cui in realtà sono freddo, anzi mi inibisce dall’esserlo. Così finirò per recitare passione anche quando non c’è. In questo modo divento artificiale, cioè l’esatto contrario di un passionale. Altro esempio, le convinzioni acquisite dall’ambiente culturale, come quando si dice: "Se non hai figli non sei pienamente donna", un’affermazione assoluta che pretende che l’esperienza di qualcuno debba valere per tutti, pena il rifiuto addirittura di essere considerate “persone normali”.
Poi ci sono le illusioni. Le illusioni sono subdole perché passano per essere “buone”, positive, sulla base di una negazione preventiva. Chi vive di illusioni infatti non ammetterà mai che lo siano, anzi le descriverà come convinzioni basate su valori molto profondi e condannerà come cinici tutti quelli che osano metterle in dubbio. E del resto, chi non è d’accordo sul fatto che “sognare non costa niente”, anzi che “devi inseguire i tuoi sogni, sempre!”, come dicono le frasi "acchiappalike" sui social? I sogni godono di ottima reputazione. Ma se quel sogno non fosse il tuo sogno, se non fosse un sogno del tuo nucleo, ma qualcosa di appreso, acquisito, assorbito da altri, o peggio ancora un alibi, un modo per non affrontare la realtà? Se fosse appunto… un’illusione?
La struttura delle illusioni si basa fondamentalmente su due termini, molto usati da chi ne è vittima: "se" e "allora". Ecco qualche esempio: se mi comporto bene, sarò circondato dall’amore degli altri... Se trovo l’uomo perfetto, allora vivrò per sempre felice e contenta.... Se penso positivo, allora tutto andrà come desidero.... Se mi impegno duramente, allora il mio capo si accorgerà di me.... Se sono sempre disponibile, allora verrò ripagato dei miei sforzi. E così via. Più al fondo, la struttura delle illusioni è una forma di autoricatto: faccio qualcosa per ottenere qualcos’altro, e viceversa per ottenere qualcosa devo fare qualcos’altro.
Quindi: non mi “comporto bene” perché quello è il mio comportamento naturale, e non mi impegno perché amo il mio lavoro, ma perché temo di essere abbandonato e di restare solo, o di non essere notato dall’autorità, da cui faccio dipendere la mia autostima. Il risultato è che facilmente inizierò a fingere, a “comportarmi bene” per dovere, ma dentro di me inizierò a covare sentimenti del tutto opposti, addirittura di rabbia o di odio, specie se l’effetto sperato non arriva o arriva tardi e male. Nello stesso tempo combatterò contro questi sentimenti (del tutto ovvi e naturali), innescando una lotta interiore che dimezzerà le mie energie vitali. E ben presto la disistima mi verrà a trovare: se posso sentirmi “a posto” solo se gli altri mi approvano, non mi sentirò mai adeguato, ciò che sono non sarà di per sé mai sufficiente. Inizierò a pensare di non essere affatto buono e bravo, anzi di essere cattivo e incapace.
Allo stesso modo, seguendo lo schema delle illusioni spiegato sopra, quando penso “Se trovo l’uomo perfetto, allora vivrò per sempre felice e contenta”, non cerco l’amore perché mi piace amare qualcuno, ma per coronare un sogno romantico idealizzato e assoluto. Il risultato è che, quando esco con qualcuno, non esco “con lui”, ma con il mio sogno, cui lui deve essere all’altezza. Questo mi esporrà a due rischi opposti: essere cieco di fronte a evidenti disparità tra sogno e realtà, così da frequentare persone che, magari, non vogliono affatto il mio bene ma solo usarmi; oppure non essere mai soddisfatto degli amori reali, sempre troppo distanti dall’estasi sognata, ma irreale.
Può sembrare cinico dirlo, in realtà è proprio l’opposto: formazioni mentali come l’idealismo, il romanticismo, il sentimentalismo, l’ottimismo a tutti i costi sono illusioni della mente. Il loro effetto deleterio può essere disattivato in realtà in modo piuttosto semplice, in due semplici mosse.