Le piccole e grandi paure che irrompono nella nostra vita non sono debolezze di carattere ma segnali dell’inconscio che aiutano a trovare la nostra autenticità
Il mondo delle paure è un mondo misterioso che a volte ci viene a trovare con i suoi messaggeri: la notte e il buio, certi animali come serpenti o ragni, la solitudine o al contrario la presenza degli altri che, quando dobbiamo parlare in pubblico, ci appaiono come un plotone d’esecuzione... Quando arrivano, vorremmo mandarle via, cerchiamo di ignorarle oppure le sfidiamo e proviamo a vincerle. Ma in loro è contenuta una grande energia e questi atteggiamenti, oltre a non funzionare, rischiano di sprecarla.
Quando una paura ti sorprende aspetta a giudicarla e rispettala: spesso nasconde un angelo custode, che gli antichi chiamavano daimon, un essere che ti protegge restando nascosto. Ad esempio i timori in apparenza infondati in alcuni casi ci vorrebbero proteggere da incontri spiacevoli, come racconta una paziente nel corso di una psicoterapia: «Sa, quell’uomo mi faceva un po’ paura la prima volta che l’ho incontrato. Poi siamo diventati amici e me la sono dimenticata, quella sensazione.. Purtroppo quella paura mi aveva avvisata, perché con il tempo si è rivelato una persona pericolosa, un vero e proprio stalker che mi ha perseguitata per mesi». Le paure la sanno più lunga di noi: anziché scacciarle dobbiamo averne cura, perché ci avvisano ogni qual volta prendiamo una strada sbagliata. Provengono dal territorio più buio che c’è al nostro interno, l’inconscio, e non agiscono sempre per proteggerci!
Le paure sono messaggeri del nostro “lato in ombra”, dell’inconscio, e servono a compensare gli eccessi di una mente che è diventata troppo razionale. Vogliamo controllarci, analizzarci, sapere tutto, guidare il nostro destino. Persi in questa illusione spesso recitiamo il ruolo delle persone forti e sicure, ma poi arriva all’improvviso uno spavento... E lì ci accorgiamo di essere anche fragili e deboli. Le paure fanno cadere le maschere che spesso indossiamo quotidianamente. I grandi uomini e le grandi donne sono tali solo se riescono ad avvicinarsi alla loro insicurezza: il rischio peggiore è di diventare unilaterali, di farsi guidare solo da una mente razionale, perdendo ogni sfaccettatura differente.
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I timori ci rendono insicuri, impedendoci di andare diretti alla meta fallace che avevamo in mente: ci fanno cambiare percorso e scoprire nuovi cammini. Vuoi essere padrone della situazione, dominare la scena, non perdere mai la testa: e le paure cosa fanno? Ti rendono ansioso, scuotono le tue false certezze, ti allontanano dagli standard, ti insegnano a stare con il lato oscuro. Che vita sarebbe senza le paure? Sapremmo già come sarebbe domani e dopodomani, e l’esistenza diventerebbe un film già visto.
Nessuna pianta può vivere in un perpetuo giorno, la notte è altrettanto fondamentale. Le paure ci ricordano che non siamo noi i protagonisti: c’è un lato nascosto che ci può guidare meglio di quanto facciamo. Se impariamo a essere meno decisionisti, orgogliosi e perfezionisti, recuperiamo il lato mancante dell’inconscio e la paura diminuisce e sfuma. Stare con le paure significa riconoscere l’amico nascosto che ci protegge. Dobbiamo ricordarci che le paure sono protettive, sono la grande madre del sonno. Quando eravamo piccoli ci cantavano la ninna nanna per farci incontrare il buio senza che lo temessimo... Una persona che confida solo nella luce del razionalismo non può andare da nessuna parte: troppa luce acceca. Quando ci accorgiamo che possiamo aver paura e che la vita è fragile, allora siamo in grado di diventare uomini completi: noi e l’inconscio, noi e la nostra ombra camminiamo mano nella mano.
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Immagina la paura come una macchina del tempo capace di riportarti all’infanzia. Puoi essere un adulto serio e sicuro di sé, ma quando arriva uno spavento ti ritrovi nei panni del bambino indifeso. E non è un caso che i timori ti riportino lì: quelle che proviamo da “adulti” sono molto spesso una rielaborazione delle paure infantili o addirittura ancestrali. Possiamo rendercene conto in due territori analoghi: i sogni, nei quali il tempo viene annullato e tornano timori che pensavamo superati, e le fiabe che, attraverso immagini e metafore, raccontano proprio la natura “eterna” e atemporale delle paure custodite nel nostro inconscio. Perdersi nel bosco e incontrare figure terribili come il lupo, la strega o l’orco sono simboli universali che ci guidano nel viaggio verso noi stessi.