Capita sempre più spesso che in una coppia il padre assuma un ruolo troppo “materno”: il rischio è che si spenga l’attrazione fra marito e moglie…
Che ci fosse una parziale tendenza all’inversione dei ruoli in alcune coppie si sapeva già da diverso tempo: l’uomo che sviluppa caratteristiche psicologiche tradizionalmente femminili (introspezione, flessibilità), la donna che afferma tratti che si ritengono più maschili (fermezza, polso, affermazione di sé). È il segno di una trasformazione inevitabile e anzi necessaria a un ulteriore sviluppo della coscienza, sia individuale che collettiva. Ma che si spingesse fino al rapporto con i figli era meno scontato. Eppure è ciò che con frequenza sta accadendo: emerge con forza nella coppia con figli la figura del mammo, cioè del padre che svolge un ruolo materno con la prole. Se ciò sia un bene o un male, o entrambe le cose, è difficile dirlo. Quel che è certo è che l’affermarsi del mammo crea nel tempo problemi non trascurabili alla vita di coppia.
L’identikit
Ma chi è e cosa fa il mammo? Il mammo è un uomo serio e affidabile, con uno spiccato senso della famiglia, che, pur senza rinunciare all’immagine sociale di maschio e di lavoratore, dopo la nascita dei figli dedica ad essi la quasi totalità del suo tempo extra-lavoro, dando presenza, affettività e gesti concreti che di solito sono di competenza femminile. Con la dedizione, la pazienza e la resistenza alla fatica tipici di una brava madre. Cucina quasi sempre lui – e bene! – accudisce i bambini, gioca tantissimo con loro, li consola, li incoraggia. Il mammo li veste, li cambia, spesso sa lavare, stendere e stirare, conosce i loro gusti, i rituali, le esigenze e si fa in quattro per soddisfarli, riuscendoci. Inoltre stabilisce con essi una grande complicità grazie alla quale non deve quasi mai sgridarli e fa da ammortizzatore/mediatore nei rapporti fra loro e la mamma, che sono di solito un po’ spigolosi. E fa tutto questo senza lamentarsi, anzi assumendo talora il tono compiaciuto di una madre ormai esperta, stanca ma contenta di sacrificarsi per i figli.
Il problema
In pratica egli fonde in sé l’uomo moderno (che sa fare anche le cose femminili), la donna della tradizione (che è completamente votata alla famiglia) e la mamma “ideale” (che sa educare e al contempo voler bene). Teoricamente, per molte donne di oggi così votate alla propria realizzazione professionale e al contempo desiderose di avere dei figli, è l’uomo perfetto. Anche perché è talmente preso da lavoro e famiglia che non è geloso, è paziente e comprensivo. Eppure in molti casi, dopo un po’, le cose nella coppia non vanno: l’eros viene a mancare e la donna non di rado comincia a “guardare altrove”, con forti sensi di colpa verso di lui perché lo giudica irreprensibile. Perché accade questo? Il punto è che se lui ha potuto fare il mammo è perché una parte di madre è venuta meno. Può accadere non sia lui da solo ad “invadere il campo”, ma anche lei che ha lasciato campo libero, magari a causa di un atteggiamento conflittuale verso la maternità.
Lo squilibrio
In questi casi sono donne che hanno un forte bisogno di affermarsi in società e sul lavoro, di dimostrare a tutti (ma soprattutto alla famiglia di origine) che valgono quanto e più di un uomo, e non hanno l’elasticità per essere anche una madre dolce e disponibile. Oppure sono insicure e psicologicamente ancora adolescenti: vorrebbero fare bene la madre ma emotivamente non sostengono la situazione, non riescono a farsi carico completo del ruolo, perciò chiedono un “supplente” che si alterni a loro nella cura dei figli. L’uomo a sua volta è disponibile a diventare mammo perché ciò si sposa bene con la sua istanza maschile insicura e acerba, che può così non mettersi del tutto in gioco, e al contempo trovare un’identità forte e non criticabile all’interno della famiglia.
L’opportunità
Tale assetto, che viene raggiunto in modo inconscio e in totale buona fede, fa sì che vengano a mancare le polarità della coppia, o che si invertano: lui sente che lei è il maschio della coppia, ma è appagato dal ruolo familiare; lei sente lui come femminile, come amico, fratello o socio, e non riesce più a desiderarlo sessualmente, e al contempo è detronizzata dal ruolo di madre. Sono due frustrazioni troppo grandi che, se non risolte, nel tempo la spingono ad aprire una crisi o a cercare soluzioni di compenso che in genere peggiorano il suo stress. Tuttavia se tra i due c’è amore e se si riesce a riequilibrare i ruoli in tempo è possibile salvare coppie e famiglie da separazioni dolorose.
L’identikit del mammo
Perfezionista - Vuole essere perfetto agli occhi dei figli e basa tutto su dolcezza e comprensione; delega alla partner il ruolo paterno-normativo.
Criticone - È critico verso la partner per ciò che riguarda le sue funzioni materne.
Invadente - Sceglie gli abiti dei figli, ne segue l’alimentazione, se si fanno male è lui che li consola.
Domestico - Si occupa della casa quanto se non di più della partner.
Poco erotico - La sessualità è ridotta a routine.
La guida: lasciare sempre spazio alla vera madre
Capire te stesso
Perché ti stai identificando così tanto nel ruolo di mammo? Non ti fidi dell’istinto materno della tua compagna? O è piuttosto un problema tuo? Cerca di comprenderlo confrontandoti con altri padri e con altre coppie, soprattutto se stai cominciando a sentire un inspiegabile malessere psichico.
Fai un passo indietro
Se stai facendo il mammo, qualsiasi siano le motivazioni, lascia più spazio alla vera madre dei bambini e sperimenta comportamenti psicologicamente più paterni. Ci sono ottimi libri da cui trarre validi suggerimenti.
Prendi sul serio il problema
Se fin da quando i figli sono piccoli fai il mammo non puoi pretendere poi di cambiare, di fare il padre all’improvviso, quando saranno più grandi. Con questi ruoli non si scherza: se volete riequilibrarli fatelo fin da adesso, seppur gradualmente.
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