VIDEO Come rinascere dopo un dolore

Anche nei momenti più difficili, esistono semplici regole pratiche da seguire per voltare pagina e tornare pienamente padroni della nostra vita

Per presentare il nuovo numero di Riza Psicosomatica, vi parlo del mal d’amore, di un dolore, di una ferita legata “apparentemente” a un addio. In verità, la sofferenza arriva perché ti sei dimenticato di te, di ciò che ti caratterizza nel profondo. Molte persone mi scrivono email sui loro traumi e ogni dolore è sempre devastante. Non mi piace neanche che si dica: “Ma quel dolore è più importante”. Tutti lo sono: chi sta soffrendo vive la realtà del suo dolore come se fosse veramente crollato al suolo, come se mancasse la terra sotto i piedi. Ci sono i dolori dell’addio, ci sono i dolori per la morte, ci sono i dolori per i fallimenti, ma dentro ogni dolore bisogna sempre ricordarsi del mondo interiore. Io sono anche il dolore che provo per quello che è accaduto.

Ricorda nella gioia chi non c'è più

Una signora che viene ai gruppi che conduco ogni giovedì presso lo Spazio Riza mi parlava del dramma del figlio scomparso per un incidente. Io le ho detto questo: "Vuole fare un regalo a suo figlio? Semplicemente, lo immagini". Si tratta di un insegnamento della saggezza antica senza la quale noi saremmo perduti. Questo vale per tutti: "Volete fare un regalo a chi non c’è più, a chi avete amato? Immaginatelo. Immaginiate il suo volto, mentre guardate un panorama, mentre sentite il piacere di un cibo che vi piace particolarmente, anche quando sentite il desiderio, o mentre siete immersi in azioni che vi coinvolgono completamente".

Tu non sei solo i tuoi dolori

Gaston Bachelard, celebre filosofo e scienziato, affermava che quando c’è un grande dolore nella vita, o tanti dolori (come accade in questo periodo, in cui conosciamo fallimenti, sconfitte disagi, crisi economiche) vuol dire che non abbiamo la mente davvero centrata sul problema. Si è formata una specie di maledizione nella nostra epoca, l’idea che più soffro, più penso al problema, più questo diventa il mio unico compito. No: il mio compito, dice Bachelard, è utilizzare l’energia più sottile, più profonda, più evolutiva che esiste al mondo: l’immaginazione. Qui c’è il mio dolore, qui c’è la mia sconfitta, qui c’è la morte del figlio, ma io non sono soltanto quella che soffre o quello che soffre. Io sono anche quello che immagina. I bambini immaginano anche nei più grandi disagi, fanno fantasie anche nei momenti più duri.

Immaginare significa evolvere

La nostra psiche è "seduta", per evolvere, sulla sua capacità immaginativa: immaginate un animale, un amico, un panorama, un fiore, immaginate quel che credete, ma immaginate. Immaginare è andare altrove in un flusso energetico dove si forma incessantemente il tuo essere. Pensare al dolore lo cronicizza. Immaginare ci permette di superare, di trasformare la realtà in un regno dove possiamo sostare e riposare, rinnovarci, rigenerarci e ricrearci. Di questo e di tutte le mosse fondamentali da fare quando arriva un grande dolore, parla il nuovo numero di Riza Psicosomatica. Buona lettura.

Riza Psicosomatica è disponibile sia in edicola che sul nostro store online.

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