Impara a nasconderti per stare meglio

Sono arrivate tante risposte da parte vostra quando abbiamo parlato del rifugio, cioè dell’immaginare che dentro di noi ci sia un luogo in cui rifugiarsi. Alcuni di voi mi hanno chiesto cosa penso della meditazione perché associano l’idea di chiudere gli occhi e meditare, come un altro modo di vivere il rifugio in se stessi. Ma io non intendevo la meditazione come via. Francamente non amo molto la meditazione perché la trovo artificiale, in quanto, ad un certo punto decido: chiudo gli occhi e mi guardo dentro. Io invece penso che la vita dobbiamo guardarla con naturalezza, con spontaneità. Vorrei chiarire bene cosa intendo per rifugio e come ottenere dalla parola rifugio, un effetto pratico. Svegliarsi la mattina e dire: dove mi nascondo oggi? Potete fare un’ analisi della vostra casa, piccola o grande che sia, se state attenti c’è sempre un posto della casa dove ci sentiamo a nostro agio. Per qualcuno magari è il divano, per qualcun altro è il ripostiglio. Insomma, un posto che per noi è inviolabile. Un po’ come un tabernacolo. Quindi, guardare bene la casa e cercare un posto in cui mi sento a mio agio. In cui li, mi sento veramente nascosto. A cosa serve questo? C’è una parola che gli psicologi amano molto pronunciare: il Sé. Una parola di cui si è abusato molto.  Cos’è il Sé? Il Sé ha la stessa radice semantica del seme. C’è qualcosa dentro di noi che, come il seme, semina continuamente l’essere che siamo. Io Raffaele, vengo seminato da qualcosa che non so cos’è.  Questo seme che semina me stesso è qualcosa di sconosciuto, di invisibile e contemporaneamente, come il seme nella terra è occultato, mette le radici solo se è veramente nascosto. Come il seme produce l’intera pianta, così io produco le soluzioni. Vorrei rispondere, proprio partendo da queste premesse, a quello che mi scrive Renata: «In questo periodo triste della mia vita…» Mai dire -questo periodo triste-. Adesso, mentre stiamo parlando, io sono triste? Osserva se adesso c’è la tristezza, niente c’è sempre. «Dopo la separazione da un marito aggressivo e debole nello stesso tempo, sto provando su me stessa il prezzo di questa decisione. E non riesco a trovare l’equilibrio e la serenità di cui avrei bisogno e che credevo di trovare allontanandomi da lui.» Io consiglierei a Renata, di cercare nella casa un posto in cui si trova a suo agio e dove può nascondersi. Da che cosa? Nascondersi prima di tutto e più di tutto da te stesso. Nascondersi dalle tue domande, dalle tue certezze, dalle tue risposte e dai tuoi perché. Nascondersi dai tuoi pensieri. Il seme nascosto produce spontaneamente la persona che sei. Il seme non sa ma fa. Nel momento in cui ti dici che stai soffrendo perché hai preso una decisione, non ti stai affidando al tuo Sé. Stai facendo dei ragionamenti e quando fai dei ragionamenti non ti nascondi. Nascondersi è già la cura. Vuoi mandare via i tuoi disagi? Nasconditi e basta. Qualsiasi rappresentazione che voi abbiate del sacro, del divino o di Dio, bisogna immaginarlo come l’essere più nascosto che esista. Nascondendomi, assomiglio al divino. Il divino ha poteri che io non ho. Vuoi risolvere i problemi? Nasconditi.

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