Il cervello funziona meglio di notte!
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Il cervello funziona meglio di notte!

Quando scervellarsi per risolvere i problemi non porta risultati, prova ad affidarti al buio: il “cervello notturno” sa trovare soluzioni inaspettate…

Ogni giorno siamo alle prese con pensieri, parole, idee, calcoli, impegni, doveri e spesso ci scervelliamo inutilmente per cercare di risolvere in modo razionale i problemi che ci tormentano. Il nostro cervello, però, vive a metà tra visibile e invisibile, nel tempo e fuori dal tempo. Non esiste, quindi, solo il “cervello diurno”: di notte ci affacciamo su un mondo differente, oscuro, fatto di sogni, emozioni, ricordi, istinti. Ed è solo nel mondo notturno che il cervello può rigenerarsi, elaborare le informazioni correttamente e trovare soluzioni inedite ai nostri dilemmi quotidiani.

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Impara dai geni: guarda la vita cambiando prospettiva

Ho una tale sensazione di solidarietà con tutto ciò che è viventeche non mi sembra importante sapere dove l’individuo cominci o finisca”. Con queste parole Albert Einstein, simbolo stesso del genio scientifico, affermava di non considerare importante sapere “chi è Einstein” e che, anzi, non lo sapeva proprio: si considerava una parte quasi indistinta di tutte le forme viventi. Una frase che ci aspetteremmo da un mistico o da un artista, non da un genio della fisica. Similmente, a chi gli chiedeva come aveva fatto a cogliere attimi così belli, Herni Cartier-Bresson, il più grande genio della fotografia del ‘900, era solito dire che, quando scattava foto, si sentiva parte di un tutto, anche se non sapeva nulla di ciò di cui questo tutto è fatto: “È un’ipervigilanza di tutti i sensi, una specie di sesto senso o di terzo occhio”. Insomma, sono un po’ diversi da come ce li aspetteremmo, questi “geni”. Ma cos’hanno in più di noi? Niente, semmai hanno qualcosa in meno: nessuno schema mentale preconfezionato. Sono prima di tutto sognatori: la loro vera dote è la creatività, ossia la capacità di vedere le cose da altre angolazioni e di scoprire aspetti mai notati prima. Quello che per gli altri era un semplice bastone, per Archimede era una leva con cui “sollevare il mondo”; Cartier-Bresson scorgeva geometrie che nessun altro sapeva cogliere e le restituiva in immagini meravigliose e uniche; Einstein dava soluzioni nuove ad antichi problemi dubitando di ciò che gli altri pensavano fosse indiscutibile. Questa capacità di “vedere oltre” non è esclusiva di alcuni, ce l’abbiamo tutti: è una capacità del cervello che, come vedremo, ci aiuta ogni giorno a risolvere i problemi.

Possiedi un sapere infinito: usalo

Immaginare, fantasticare, sognare, sentirsi parte di un tutto, coltivare visuali insolite e infine trovare soluzioni nuove: cosa c’è dietro queste capacità? Il cervello, sì, ma quello notturno. Passiamo un terzo della vita dormendo e un quarto di questo tempo sognando. Se togliamo a una persona la possibilità di sognare, interrompendo il suo sonno quando entra nella fase REM, rischia addirittura di morire nel giro di qualche tempo. Ma cosa accade nel sonno? In quelle ore in apparenza “tu” non ci sei: nel sonno l’identità sparisce, insieme al confine tra io e mondo. Proprio come diceva Einstein... Il tuo corpo è lì, ma tu sei in un altro luogo. Di giorno vivi nel tempo lineare, quello dell’orologio; di notte entri nel non-tempo: nei sogni gli anni scorrono in un secondo. Di giorno sei nella coscienza e nel visibile e tieni tutto sotto controllo; di notte ti immergi nell’invisibile e perdi il controllo. Di giorno usi la ragione, fai calcoli, valuti le situazioni sulla base di saperi che hai assorbito dal mondo esterno; di notte invece ti ricolleghi a un sapere naturale, primordiale, sconosciuto, lo stesso sapere che produce continuamente il corpo e lo fa funzionare nel modo giusto. Il punto di contatto tra i due cervelli è proprio la creatività: la capacità di portare nel giorno i saperi della notte.

Affidati ogni giorno alla tua creatività

Come usare questa capacità nella vita di tutti i giorni? Facciamo qualche esempio concreto. Ti senti depressa perché scegli sempre uomini sbagliati, in apparenza forti, in realtà insicuri, che ti usano e ti trattano male. Oppure: sei sfiduciato perché, dopo tanti tentativi in cui hai seguito le mode del momento, non sei riuscito a trovare la tua strada nel lavoro; parti bene ma poi ogni volta perdi entusiasmo e non riesci a sfondare. In questi casi il problema è di visuale: vedi le cose dal solito punto di vista. Ed è proprio quel punto di vista che ha creato il problema. Se ti vedi come la donna debole e sfortunata che ha bisogno di un sostegno maschile, finirai per attirare sempre la persona sbagliata, cioè l’uomo autoritario e un po’ parassita che ti sfrutta, rinforzando così la tua insicurezza, in un circolo vizioso. Se scegli ogni nuovo impiego solo “con la testa”, per nutrire un’immagine di persona di successo e non perché ti interessa l’entusiasmo non potrà che scemare. Troppo spesso ci fissiamo su uno schema fisso: è ciò che il cervello diurno sa fare meglio, per economizzare, per non vagliare troppe possibilità. Ma non è lui a dover prendere le decisioni: se gli diamo troppo spazio passeremo la vita a fare le cose come tutti gli altri, a omologarci, e a stare male. Solo impostando i problemi in modo nuovo possiamo trovare “le nostre” soluzioni. Ecco a cosa serve la creatività. Dobbiamo affidarci al cervello notturno: è lui che la produce.

La scienza lo conferma: la notte porta consiglio

Edgar Allan Poe scrisse: “Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte”. L’intuizione degli artisti di ogni tempo è stata confermata dalla psicologia, come ricorda Erich Fromm: “Non solo non siamo meno ragionevoli e meno decenti nei nostri sogni, ma siamo anche più intelligenti, più saggi e capaci di un giudizio migliore quando siamo addormentati rispetto a quando siamo svegli”. Le ricerche scientifiche confermano quanto psicologi e poeti hanno sostenuto: quando dormiamo il cervello è attivo. A giudicare dai dati raccolti dalle neuroscienze, la sua principale attività sembra essere una vera e propria manutenzione neuronale, finalizzata al miglioramento delle prestazioni. Secondo alcuni studi, la riorganizzazione neuronale avverrebbe persino nel sogno a occhi aperti. Ma in generale è durante il sonno profondo che si assiste a una sensibile diminuzione delle connessioni neuronali, come se il cervello procedesse a una preziosa potatura: da una parte elimina i dati inutili accumulati di giorno, dall’altra consolida la memoria utile, quella “delle radici”. C’è quindi un sapere innato nel cervello che decide cosa è funzionale al nostro progetto di persona e cosa va eliminato. Di notte il cervello ricalibra le informazioni, migliora le capacità cognitive, rielabora e associa i dati in modi nuovi, si rinnova, impara, prende decisioni. La saggezza antica l’aveva già capito: la notte porta consiglio.

Guarda il video di Raffaele Morelli: nei sogni le nostre energie primordiali

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