Per la medicina psicosomatica l'ipertensione caratterizza chi vive sempre fra atteggiamenti estremi sottoponendosi a tensioni opposte e incontrollabili
Oggigiorno tutti noi siamo quotidianamente esposti a numerosi fattori di rischio ipertensivi e alle conseguenze di questa malattia che colpisce soggetti giovani e meno giovani, uomini e donne. Ad accomunare le vittime dell'ipertensione sono però altri fattori, legati alla personalità, che ci costringono da una parte a vivere sempre con un piede sull'acceleratore, dall'altra con un piede sul freno. Se chi soffre di ipertensione sembra essere un soggetto impulsivo e sanguigno, in realtà è altrettanto cerebrale e controllato, esprimendo questa drammatica contraddizione in uno stile di vita forzato e innaturale. Vediamo allora quali sono i tratti del carattere che rendono una persona più a rischio ipertensione di altri: riconoscerli è il primo passo per poterli modificare.
Non c'è motto che descriva meglio l'approccio alla vita dell'iperteso, che pretende in ogni occasione di affrontare le avversità senza battere ciglio, ostentando una capacità e una prontezza di reazione che, in realtà, non corrispondono a verità, ma derivano da un ferreo autocontrollo e dalla repressione di ogni manifestazione di debolezza. Le emozioni soffocate si traducono in una costante pressione interna che, non trovando vie di sfogo, è destinata solo ad aumentare il rischio ipertensione.
Il supercontrollo emotivo che fa sì che chi soffre di ipertensione cerchi sempre di darsi un contegno o confini le sue reazioni a situazioni e ambienti altamente protetti: ogni tanto viene abbattuto come l'argine di un fiume da un flusso di emozioni incontenibili che portano a scoppi d'ira e a reazioni sproporzionate allo stimolo che le ha scatenate. In realtà a farlo scattare è un accumulo di tensione che diventa incontrollabile.
Responsabilità, capacità di far fronte ai compiti e alle diverse situazioni fanno dell'iperteso una persona matura, adulta appunto, che spesso nasconde fin troppo bene il suo lato infantile e si assume ruoli genitoriali non richiesti. La tendenza ad essere autonomi e affidabili fa sì che spesso vengano sacrificati esperienze e desideri che porterebbero a evolvere e crescere davvero come individui.
Un finto altruista
Occuparsi degli altri, pensare a tutto, prevedere ogni necessità sono tratti che spesso connotano una generosità che, a ben guardare, mostra d'essere semplicemente un'ansia di controllo estesa all'ambiente che lo circonda, facendolo stare sempre all'erta e "in pensiero". Ciò che davvero lo muove è un atteggiamento iperattivo e ansioso.