Colite: cos'è, cosa dice la psicosomatica
Psicosomatica

Colite: cos'è, cosa dice la psicosomatica

C’è un legame profondo fra intestino e cervello, un legame che parla di emozioni disturbanti e pensieri sporchi che la nostra coscienza vorrebbe eliminare con la colite

La colite

La colite, o sindrome del colon irritabile è una delle patologie più diffuse a carico dell'intestino. Si tratta di un’infiammazione del colon che si manifesta sotto forma di acuti all’altezza della porzione inferiore dell'addome, crampi alla pancia e un’attività intestinale alterata: i sintomi più comuni sono stitichezza, diarrea o l’alternanza di queste due anomalie della defecazione. La causa della colite può essere dovuta a vari fattori: alimentazione scorretta, ansia, stress, condizioni particolari come la gravidanza. La cura deve quindi prendere in considerazione l'evento patogeno nella sua complessità, dai cibi giusti da preferire, ai rimedi naturali, senza trascurare gli aspetti psicologici, spesso alla base della colite, che a volte si accompagna alla nausea, alla gastrite. Non è una patologia ereditaria ma presenta certamente familiarità. Meglio affrontarla prima che evolva in colite ulcerosa, la forma più pericolosa.

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È una delle patologie maggiormente rivelatrici dei nostri disagi emotivi: disturbo psicosomatico per eccellenza, la nervosa è una vera e propria spia di personalità e modi d'essere non ascoltati che si esprimono in una parte centrale dell'organismo: la pancia. È qui, infatti, che vengono "pensate" le emozioni viscerali, è qui che decidiamo se viverle o no. La colite ci segnala che non le stiamo vivendo nel modo giusto. Una cura risolutiva deve partire da qui e la storia che state per leggere ne è una testimonianza chiara.

Un segreto inconfessabile nutre la colite

Carlo ha quasi 35 anni, è ancora single e da parecchi anni è vittima di un vizio che sta iniziando a procurargli parecchi guai: il gioco d’azzardo. Curiosamente, Carlo non chiede aiuto alla psicoterapia per essere aiutato ad abbandonare questa dipendenza: in apparenza non è questo che lo disturba. Il suo problema è una colite che negli ultimi due anni circa è andata via via peggiorando, arrivando a complicargli la vita, a togliergli addirittura la libertà. “Purtroppo, per accettare di andare semplicemente a fare un giro in auto che sia più lungo di un’oretta, io devo essere sicuro di conoscere un bar o un distributore o un luogo nascosto che possa essere usato come bagno, perché sono sicuro che prima o poi mi verrà un attacco intrattenibile di mal di pancia”.

L'ideale di pulizia, l'opposto della colite

Quando il terapeuta gli domanda se due anni prima ( il momento del primo acutizzarsi della colite) fosse successo qualcosa, Carlo arrossisce, si agita sulla sedia e con fatica svela il suo turbamento. “Due anni e mezzo fa circa ero arrivato a perdere una cifra notevole alle slot-machine e non mi era rimasto più un soldo per vivere. Così ho iniziato a frequentare persone poco pulite che mi hanno convinto a entrare nel loro giro di truffe e ladrocini. Ogni giorno che passava mi sentivo sempre peggio: io non ero mai stato disonesto, anzi, ho sempre amato la purezza nelle persone e nelle azioni; così ho cercato di smettere di giocare e fare quelle cose. Ma non è facile riuscirci. Da quel periodo che sono iniziate le crisi di colite che mi hanno procurato un’altra dipendenza: quella di dover essere sempre vicino a un bagno o di farmi soffocare dall’ansia. Da alcuni mesi poi sto uscendo con una donna che mi piace molto, ma che non conosce la mia parte disonesta, quindi per me è diventato indispensabile liberarmi del passato, sperando che questo mi faccia stare anche meglio fisicamente.”

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L’armistizio necessario con le parti sporche

Nel corpo di Carlo si sta combattendo una guerra fra le parti sporche e la brama di “purezza”. Il suo linguaggio è inequivocabile per comprendere la genesi della sua colite. L’intestino vuole ripulirlo tutti i giorni, più volte al giorno, dalle cose sporche che lui ha compiuto. Non ha danni fisiologici, non è celiaco, non c’è nulla di malato nelle sue cellule intestinali. Loro svolgono solo la funzione che il cervello richiede: pulire Carlo dal passato. La terapia va nella direzione dell’accettazione di questo conflitto interiore e dopo qualche tempo il disturbo intestinale si calma, perché Carlo ha smesso di sentirsi sporco per la tentazione di entrare in tutti i bar e in ogni sala gioco, e proprio questo ha fatto calare la tensione e lo ha reso capace di non entrarci affatto. Ha cercato un lavoro, ha chiuso con quelle compagnie e frequenta la donna che gli piace. Il processo di “espiazione” intestinale si è affiancato a quello esistenziale e gli attacchi di colite sono scomparsi quasi del tutto.

Se la colite lava via lo sporco interiore

Dante descrive l’architettura dell’Inferno come composta di cerchi sempre più vicini l’uno all’altro. E cosa finisce nell’Inferno? Tutte le nostre azioni immorali, i pensieri sporchi, i peccati e le immagini più disgustose. Quindi potremmo paragonare a quell’inferno il nostro intestino ed entrambi a una vera e propria fogna in grado di trasportare e di eliminare tutto ciò che di “sporco” abita dentro di noi: fisico, ma anche e soprattutto psichico ed emotivo. In chi soffre di colite, gli attacchi diarroici possono rappresentare il sostituto di una ideorrea (pensieri che si accavallano e corrono in modo vorticoso nella testa) o il ricordo di un’azione ritenuta inaccettabile per “l’igiene mentale”. Ed ecco che ci siamo così avvicinati al parallelismo psicosomatico tra l’intestino e un altro organo che svolge funzioni analoghe: il cervello. La scienza moderna ci ha confermato questa somiglianza: le anse intestinali sono abitate e quindi mosse da tantissime cellule neuronali. Ecco come i due organi si alternano dunque nello svolgere la stessa funzione: liberarci da ciò che riteniamo spazzatura e indecenza.

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Con gli esercizi giusti la colite diminuisce

Quando soffriamo di colite, esistono alcuni esercizi di automassaggio utili a rilassare le pareti intestinali. Nelle persone che soffrono di colite, l'addome è quasi sempre teso: palpandolo emerge la rigidità e la durezza dei muscoli, ma anche la sensibilità dovuta alla muscolatura intestinale stressata. Tocchi delicati possono aiutare a sciogliere le tensioni e le paure trattenute, favorendo la respirazione diaframmatica e;ripristinando in modo naturale le normali funzioni intestinali. Praticare per qualche minuto ogni giorno gli esercizi qui proposti, garantirà un progressivo rilassamento del nostro organo e una diminuzione dell'intensità della colite.

Lo stiramento dell'addome

Fai 2 o 3 respiri lenti, quindi compi un'inspirazione più profonda. Appoggia le mani una sotto l'altra contro la parte bassa dell'addome, al di sotto dell'ombelico. Espira dalla bocca soffiando attraverso le labbra socchiuse, contando lentamente fino a sette. In questo modo puoi sentire l'espirazione partire direttamente dall'addome.

L'addome in avanti

Arrivato al sesto respiro, accompagna la fine dell'espirazione con una pressione delle mani sull'addome, in modo da "svuotarlo" completamente. Poi inspira, cercando di creare una sensazione di sbadiglio. Intanto conta fino a sette e fai quindi un'altra piccola boccata d'aria, cercando di spingere ancora di più l'addome verso l'esterno.

La ripetizione

Ripeti l'intera sequenza senza pause per 3 volte, quindi riposa per qualche minuto. Ripeti ancora per 3-4 volte. Se ti risulta difficile espirare e poi inspirare contando lentamente fino a sette, puoi iniziare contando fino a dove riesci. Man mano che prendi confidenza con l'esercizio, arriverai senz'altro a estendere il tempo di respirazione.

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