Se ti senti in gabbia, ecco come liberarti

Ci scrive Vanessa: “Che cosa si deve fare quando ci si sente in trappola? Forse dovrei dire basta a una relazione che non funziona più e accettare una proposta di lavoro all’estero che è arrivata proprio in questo momento. Però i pensieri negativi prendono il sopravvento e tolgono forza a tutto, sopraggiungono la paura e l’insicurezza, e ogni piccola cosa diventa un’ossessione. Mi sento da una parte come un gabbiano libero di volare nei cieli e dall’altra come una pianta destinata a stare per sempre nello stesso posto”.

Ti senti senza via d'uscita? Fai così

Stare dalla parte dell’anima

Esistono sempre due modi per affrontare le situazioni. Un modo è dire: “Il mio rapporto non funziona, il mio lavoro non mi piace, da domani lo lascio, da domani parto... Però forse è un errore, forse dovrei restare, forse dovrei stare con lui, cosa devo fare?”. L’altro modo è affidarsi alla nostra capacità di trasformare le cose e le situazioni in immagini. È una cosa importante ma semplice da fare e segue le leggi dell’anima: ogni tanto possiamo domandarci: “Che immagine c’è nella mia vita?”. Vanessa afferma di sentirsi da un lato come un gabbiano e dall’altro come una pianta che non riesce a muoversi. Bene, partiamo da qui: queste due immagini sono enormemente più importanti di tutti i suoi tentativi di decidere che cosa fare della propria vita… Occorre imparare a “stare” con le immagini, con il linguaggio profondo dell’anima. Il punto è fare in modo che le due immagini, il gabbiano e la pianta, coesistano e che Vanessa non scelga da che parte stare.

A quale immagine assomiglia il tuo disagio?

Quando un’immagine come questa si affaccia spontaneamente alla coscienza, è importante osservarla, prenderla in considerazione, custodirla come una cosa preziosa. Molti si chiederanno: a cosa serve immaginare? E soprattutto: in che modo un’immagine risolve le cose? È molto diverso dire: “Non so decidere”, oppure immaginare di essere un gabbiano e assieme una pianta, e lasciare che da queste immagini ne nascano altre, fantasticando liberamente. Nel primo caso si continua a fare un’operazione inutile e dannosa che chiude ogni via d’uscita. Puoi impiegare anche anni senza risolvere nulla. Nel secondo caso, invece, quando trasformi un evento in immagine, apri la porta a un altro regno e attingi a un’energia immensa. Il sapere del Sé, che possiedi senza conoscerlo, vede “attraverso” le cose e risolve tutto come vuole lui, cioè nel modo giusto.

Nel vuoto dell’attesa si formano le vere soluzioni

Occorre soffermarsi non più sui pensieri ma sulle immagini che vengono  sono venute a trovarci, specialmente quando si presentano sotto forma di elementi naturali, perché queste ultime sono simboli antichi, qualcosa che riguarda le aree del cervello che sanno fare cose che non sappiamo di sapere. Ecco quel che Vanessa dovrebbe fare per prima cosa: ogni tanto, durante la giornata richiamare alla mente, ad occhi chiusi, l’immagine della pianta e del gabbiano e osservare ogni dettaglio. La pianta, ad esempio: che tipo di pianta è? Sta fiorendo oppure perde le foglie? Non c’è niente di più mutevole di una pianta, è una continua metamorfosi... Socchiudere ogni tanto gli occhi, affidarsi alle immagini, aspettare che le soluzioni si formino da sole. Puntualmente arriverà un’azione nitida, semplice, che mette a posto le cose. E tutto si risolverà in un modo che non nessuno poteva prevedere...